giovedì 19 settembre 2024

Il mare calmo delle Perhentian islands

Oggi lasciamo Kuala Tahan e la sua giungla infinita. La lascio con un misto di malinconia e appagamento: sono stati giorni meravigliosi, le persone che ho incontrato erano tutte accoglienti e gentili, da quello della lavanderia che ha piegato i miei vestiti luridi a quello che mi ha venduto l'introvabile tabacco e le "cartine" di bamboo, facendo un tutorial improvvisato su come srotolare queste benedette cartine che ovviamente non riuscirò mai ad utilizzare.Cartine comprate in questo market: come si può non amare un posto che si chiama Fiqqah?? Si fa colazione presto perché arriverà l'ennesimo transfer che ci porterà verso le Perhentian island, in italiano Isole Perenziane. Salto a piè pari tutto il reparto salato, vado dritta al mio reparto e voilà il mio piatto light. È tempo di prendere le valigie ma toh, c'è un imprevisto, chi l'avrebbe mai detto che in questo paese di gatti non mi entrava un gatto in camera? Dai su, esci amore di ziano, non esce. Forza, andiamo, devo partire... no, non funziona. Ehy, tu, guarda un po' che zaino? Ti piace? Dai, vieni... e finisce che lo trascino appeso ai lacci dello zaino, faccio in tempo a chiuda porta, ma toh, chi si rivede! E arriva il transfer, e vuoi non spararti quelle 6/7 ore di viaggio? Le tendine stavolta non sono da funerale bensì ... boh, stile ghigliottina di Maria Antonietta. L'autista non capisce una parola di inglese, ma proprio neanche thank you o yes. Metà strada, ci si limita a dire "toilet" e lui risponde "ah Petron!" e fa ampi cenni con la testa. Siamo tutti terrorizzati che questo c⁰i riporti alle Petronas di Kuala Lumpur e invece, donne e uomini di poca fede, ecco cosa era il Petron! Un autogrill in grande stile, c'è anche il caffè Costa, ma tanto a me non piace il caffè e vado dritta alle toilette, e mi colpisce la toilette speciale per donne musulmane, dove si entra senza scarpe. Non ne capisco l'utilità visto che le toilette non sono miste ma chissene, tanto non sono musulmana e non ho intenzione di venire a vivere dentro questo Petron che peraltro ha un solo tavolino ed è riservato ai poliziotti.Ripartiamo che le Perhentian mi aspettano e sicuramente troverò un mare calmo e meraviglioso. Segnatevi queste parole, mi raccomando: "mare calmo e meraviglioso ". Arriviamo a Kuala Besut, posticino ameno dove vigono norme severissime del codice stradale. .Il porto del luogo è rassicurante, mentre il nostro Caronte è il marito pacioccone della signora che ha organizzato il transfer, ché qua si fa tutto in famiglia. Bello, gli spruzzi, l'oceano, il sole... beh, il sole un po' nascosto dalle nuvole ma chissene, alle Perhentian ci sarà bel tempooooNOOOO! Il mare non è grosso, è incazzato più di Gordon Ramsay in Hell's Kitchen. Due della nostra barchetta devono scendere in una piccola spiaggia di Kecil island, l'isola piccola delle Perhentian. Il poderoso natante non riesce neanche ad avvicinarsi alla spiaggia, un ragazzino si avvicina alla nostra barca con una bagneruola e quei due poveri cristi si sono lanciati dentro il catino a motore con un grosso senso di fiducia nel prossimo. Beati loro. Il nostro capitano cerca di avvicinarsi al molo di Coral bay ma no, voliamo nell'aere come una spruzzata di deodorante. Torniamo indietro, ci dice che non ce la fa perché "big waves". Ma va??? Serio??? Ma non me n'ero accorta, sai? Pensavo fosse uno tsunami e invece erano solo big waves! Ci dice che ci scarica a Long beach, dall'altra parte dell'isola. Gli facciamo presente che abbiamo giusto un po' di bagagli, e magari non vogliamo farci la traversata della giungla con 369 bagagli. Ah ok, dice, e si mette a telefonare in mezzo alle big waves per chiamare soccorsi. Ed eccolo qua il nostro angelo cherubino che viene a salvarci. È lui l'esperto delle big waves: lo abbiamo caricato da una sorta di zattera in mezzo al mare. Ed è lui che ci porta in salvo, facendo schiantare la barchetta contro il molo di Coral bay da dove riescono a tirarci una fune e a farci sbarcare in un punto dove neanche il capitano Achab avrebbe osato. Ma lui si, ha frantumato la prua della barchetta ma son dettagli, dai. Dobbiamo scendere veloci, go go, dice, perché le onde arrivano fino al piano superiore del molo, sono bagnata fino al pancreas, e nella parola "bagnata" non c'è niente di erotico o metaforico. Salto sul molo con la stessa agilità di un Panda narcolettico, in cima alle scale mi ritrovo in mezzo a baldi giovani che cercano di portare in salvo delle preziose mercanzie. Cerco di non guardare come viene maneggiato il cibo che mangerò a cena. Arriviamo allo Shari-la Resort. Penso che un resort me lo meritavo proprio, ah si, sarà bellissimo, penso. Segnatevi questo "sarà bellissimo" perché tra qualche minuto voleranno madonne. Del personale in livrea, degno di un resort, ci porta le valigie in camera. Vorrei farvi notare che sono gli stessi che stavano scaricando il cibo lercio e bagnato nel molo. Dettagli. Oh ma che bella camera, è fighissimaaaaaarrrggghhh! Ho una tana di formiche in camera, le porte sono letteralmente consumate e una coltre di polvere, spessa quanto una fetta di Pandoro, ricopre leggiadra ogni oggetto nella stanza, allegramente invasa da piccoli insetti che volteggiano nell'aria. Con una certa perspicacia deduco che lo Shari-la del Resort abbia solo la R, doppia peraltro. Per il resto è come una caramella gusto m*rda con un involucro perfetto. Con Sara spolveriamo l'intera camera con le salviette intime: per fortuna ne avevo una scorta infinita, erano in offerta da Esselunga. Togliamo tutti i tappeti che hanno sopra più polvere/insetti/m*rda di quanta ce ne sia in una baraccopoli di Mumbai. Ora la camera è accettabile, si può andare a raccogliere un tramonto, e a tracciare qualche linea sulla sabbia, perché in fondo in un semplice segno si possono racchiudere mille emozioni. E poi oggi è il compleanno di Roberta, una delle Smart, e vuoi non festeggiare? Andiamo a mangiare da Rosemary, proprio lì sulla spiaggia, certo, sull'ingresso c'è ancora da lavorare ma dettagli. Ci serve proprio lei, Rosemary, bella paciorotta che parla un po' di italiano ed è fortissima. Possiamo tralasciare le foto della cena, ché tanto un piatto di riso in più in galleria mi mancava eh! Andiamo subito al dolce, che è il compleanno di Roberta ma qua non hanno dolci. In Asia non c'è il dessert, niente, loro fanno colazione con riso, pollo e curry, figurati se dopo cena ci può essere il dolce. E invece, sorpresona, Rosemary estrae dal cilindro una fetta di torta, un po' di panna e voilà... ok, i dolci non sono la loro specialità, ma sono 10 cubetti di semifreddo gusto rotolo Balconi da discount, però Roberta sorride e siamo tutti contenti di essere al mare. Perché il mare è taumaturgico, guarisce ogni ferita, ti scava dentro fino a trovare il meglio di te.

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