mercoledì 18 settembre 2024

Taman Negara: giungla di tigri, Orang Asli e trekking leggero

Stamane la sveglia ha suonato ad un'ora più umana: alle 7,00 e da lì doccia, pipì, pepè, ora che ti vesti, che cerchi di far uscire i gatti dalla stanza, si fanno le 8,30 e devi andare a far colazione. Aiutatemi a trovare qualche bouquet variopinto di bestemmie che i miei li ho finiti a Singapore: Riso e pollo a colazione, datemi del dolce e nessuno si farà male. Il dolce c'è e c'è anche la Nutella, sono salva. Vabbè, questa pallina è immangiabile, consistenza simile alle morositas con gusto indecifrabile. L'altra era con la marmellata di cocco: ma perché la marmellata di cocco è nera, perché? Oggi abbiamo deciso che ci affideremo ad una guida locale per un giro nella giungla, dove visiteremo il villaggio degli Orang Asli, aborigeni batek, faremo un trekking leggero fino a delle cascate e infine torneremo a casa attraversando le rapide del fiume Fangone. Ehy, tenete bene a mente le parole "trekking leggero" perché più avanti tornerà utile. Vabbè, la guida viene a prenderci al resort con un comodo...pick up e noi sediamo sul cassone come quando andavo a vendemmiare sul trattore di nonno. Rischio di volare sull'asfalto alla prima buca, dettagli, ma riesco ad arrivare indenne al fiume Fangone. E voilà, abbiamo un Caronte dalla faccia affidabile e allegra come Luigi XVI prima si salire al patibolo. In compenso la nostra guida, Kamil, è allegro e gioviale. Ovviamente per lui è tutto facile: le tigri? Non sono pericolose! I serpenti? Macché, sono tanto cari! C'è da camminare tanto? Ma no, una passeggiata di salute! Arriviamo al villaggio degli Orang Asli, ci sono delle "comode" scalette, di quelle fatte di radici nodose che rischi l'inciampo ad ogni respiro. Dettagli. Nel frattempo il nostro Caronte se ne va, spero solo che ritorni. Quando arrivo ci sono i bambini che giocano nudi nella giungla, Kamil ci spiega che loro vivono nudi, si coprono con abiti occidentali quando sanno che arrivano i turisti. C'è anche un peluche appeso, presumo un dono di qualche turista per i bambini. Vivono con quello che c'è in natura: vanno a caccia, pescano, coltivano tapioca, ci sono gli alberi di banane e cocco; ciò che non riescono a produrre lo comprano con i soldi dei turisti che comprano i loro prodotti: portapenne di bambù, collane di semi, cerbottane. Kamil ci mostra come si usa la cerbottana, tira verso il peluche (noooo il peluche noooo! Non farloooo!) e lo centra in pieno. Tutta la poesia del peluche dono del turista al bambino nudo crolla miserabilmente. Per la costruzione delle frecce usano il fuoco e non so cos'altro, ma siccome Kamil non è capace di accendere il fuoco senza fiammiferi, chiama Bù (che sicuramente non si scrive così ma questo è quello che ho capito) che con due strisciate di ratan e un po' di ciuffi di cocco tira su il fuoco che neanche il drago di Cracovia. Kamil ci invita ad andare nelle capanne, sono ospitali. Le capanne sono pieni di bambini che se ne fottano dei turisti e rimangono nudi, non pubblicherò le loro foto perché la Bellezza talvolta va custodita gelosamente. Gli uomini costruiscono le cerbottane e tutto ciò che serve per la caccia o per vendere ai turisti. Ci sono anche i bagni, pare siano più puliti di quelli dell'autogrill. E gli alberi altissimi della giungla che per guardarne la punta mi si è infiammata la cervicale. Saluto questo popolo che vive di tutto e niente, animista che crede nel dio del tuono, e i bambini felici, sporchi, nudi, impauriti da noi occidentali, così diversi e così troppo vestiti. Caronte c'è e ci porta a fare il "trekking leggero" verso delle cascate: Kamil dice che è un percorso semplice e alla fine potremo fare il bagno. Il bagno però cominciamo a farlo subito perché il "trekking leggero" si trasforma in un'avventura stile Indiana Jones e il tempio maledetto. Dobbiamo camminare su un fiume, oppure direttamente dentro il fiume come ho fatto io. Riservo a Kamil degli insulti in lingua sarda che fortunatamente non capisce, lui sereno e paciorotto cammina imperterrito, ogni tanto si gira "go go! Facile, bravo, andiamo, poco poco!". Ma Kamil, poco poco un caxxo, è da 48 minuti che dici poco poco, sono bagnata fino al pancreas, dove diavolo ci vuoi portare??? A fare il bagno, dice. Ma Kamil, piccolo batuffolo imbevuto di guano reale, non vedi che il bagno l'ho già fatto? Ti sembro forse asciutta Kamil?? Ed eccoci qua, una bella cascata, bella eh, ma forse il bagno riusciva meglio a Stintino, per dire. E dice: ma no, devi salire su, non vedi che ci sono le scalette? Kamil, bello di zia, MA DOVE CAXXO LE VEDI LE SCALETTE DOVE??? Allora si piega in due, a 90, mi dice che sono "like a child" e mi prende a cavalcioni, attraversa il fiume e mi catapulta al piano superiore della pozza. Grazie Kamil, amore della zia, ricorda che devi aiutarmi a scendere, ok? Si, da quassù è più bello, grazie brò! E pian piano salgono tutti, su delle scalette inesistenti e rischiando lo scivolone più epico del Taman Negara, dettagli. Ma perché non farci fare dei tatuaggi da Kamil? Che con delle semplici pietre di fiume ottiene colori e voilà, popolo maori spicciate casa! Non ho foto per documentare la discesa delle rapide: ho dato macchina fotografica e cellulare a Kamil che lo ha custodito nella sua sacca impermeabile, ma sono uscita dalla barchetta che non avevo un lembo di pelle asciutto, grondante come dopo gli scivoli d'acqua di Gardaland. E adesso relaxxNOOOO c'è il safari notturno, in macchina però, vivaddio. Sicuramente sarà una jeep con i vetri, un posto sicuro dove eventuali animali non possono arrivareeeeeh magari! Guarda un po' che jeepone ultra attrezzato. Belli, noi in cassone, a prendere tutta l'umidità della notte con lo spirito guida Torcia-In-Mano sul tetto e per fortuna che ogni animale ci ha schifato e l'unico animale che abbiamo visto era quello di un altro pick up e infine lui, il kongkang, ossia il lori lento, che per fortuna non ci è caduto addosso perché pare producano una pericolosa tossina. Amen, l'abbiamo scampata, facciamo che torniamo a casa? Tanto le tigri le abbiamo viste: tigre bianca e tigre bionda, cosa vogliamo di più? Andiamo a mangiare che ho fame? E per favore, davvero, per favore POSSO MANGIARE UNA COSA CHE NON SIA RISO, POLLO O NOODLES??? Gentilissimi, ci offrono anche l'antipasto evitate qualsivoglia commento, grazie. Oh c'è l'hamburger! Rendiamo grazie a qualunque dio, lo voglio... Vabbè però anche meno salsa brò, dai! Ma, toh, la carne è SPEZIATA, zio cantante. Praticamente ho mangiato un hamburger con le spezie del pollo e del riso. Fa niente, davvero, oggi non fa niente: i ragazzi e le ragazze del ristorante erano sorridenti, gentili e simpatici. Non sanno fare l'hamburger ma si sono sforzati di pronunciare qualche parola in italiano: si chiama accoglienza e non è così scontata.

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