giovedì 12 settembre 2024

Malacca: il mix giusto di colori, luci, cetrioli e trash

Stamane sveglia alle 6,00 e con un comodo autobus andiamo verso Malacca. Viaggio che dura circa due ore, e visto che l'autista mentre guida guarda l'ultima puntata della sua serie TV, io vi racconto dei durian. Non ne conoscevo l'esistenza e quando all'arrivo ho trovato alcuni divieti ho pensato "che esagerazione!".Ma no, nessuna esagerazione. Quando sono andata alle Batu Caves un venditore ambulante mi ha fatto assaggiare il mangostano, parente puzzone del durian, anch'esso proibito in tanti luoghi. E visto che lo aveva sbucciato e offerto, ho pensato che faceva brutto non mangiarlo, lui era tanto caruccio Da lì è stato tutto un crescendo di lezzo nauseabondo, perché ad ogni angolo trovavo durian impacchettati. Pensavo fossero avvolti con la pellicola per ragioni di igiene, in realtà li avvolgono per l'odore pestilenziale. L'apoteosi è stata Lina, la 68enne del gruppo, che ha deciso di entrare qua, in un negozio specializzato di durian, per prendere il gelato al durian. E Sara l'ha seguita, prendendo due bottigliette d'acqua...che puzzavano di durian. Ho travasato l'acqua fredda dentro la borraccia per mantenerla fresca, visto che qua è impossibile avere qualcosa di fresco. Durante la giornata di oggi ho bevuto acqua che puzzava di durian. E non ho mangiato questi orribili durian, ho solo travasato una bottiglia d'acqua dentro la borraccia. Capite quanto puzza questo frutto? L'arrivo a Malacca è quanto mai variopinto: mi imbatto subito nei risciò più trash che abbia mai visto. Malacca è piccola e ordinata, all'hotel si va a piedi, è tutto contenuto e a misura d'uomo. L'alloggio inoltre è dotato di piscina: io progetto un pomeriggio di relax, con le chiappe al sole e la patata ammollo. Più tardi scoprirò che i miei progetti non si avereranno mai e suderò tutto il giorno come una capretta tibetana. Ma parliamo di Malacca, città coloniale il cui centro è patrimonio UNESCO, ed è stata porto di mare per secoli, ci sono passati olandesi, portoghesi  inglesi e chissà chi altro. Oggi è un posto dove puoi trovare cibo e cultura di ogni parte del mondo. La chiesa della piazza è olandese, anche se dentro trovi le lampade cinesi. Salgo sulla collina e trovo il rudere di qualcosa...una chiesa? Un tempio? Una scuola? Chi può dirlo! Dentro stanno girando un film con la stessa tecnologia che usò zio Peppeddu per realizzare il "filmino" della comunione. Riesco a fare breccia nel cuore dell'attore principale che mi dona uno dei suoi sorrisi migliori...con un fucile in mano. Spiace brò, sono del team patata. Ovviamente il quartiere più vivo e famoso di Malacca è Chinatown, manco a dirlo. Come in tutta la Malesia, esiste una grande comunità cinese, e la parte centrale è variopinta e colorata. Ma ho fame, un ristorantino malese è quello che ci vuole, vista fiume. Certo il fiume è una linea di fango, ci saranno le pantegane più trendy della Malesia, dettagli. Beh, il cibo buono, anche questo colorato, mi concedo il primo dolce di questo viaggio. Non so cosa sia, cosa contenga e forse sarà anche cancerogeno, però il tipo me l'ha preparata con queste cosine, era simpatico e timidissimo. Inizio il giro della città: questa Chinatown è autentica, i negozi vendono cose che non ho mai visto, la tipa mi spiega che sono cetrioli di mare. Cioè quelli che io schifo come la m*rda quando faccio il bagno. Cetrioli di tutti i tipi e di tutte le dimensioni. Ma perché non iniziare il tour religioso? Un tempio taoista davvero molto bello, un tizio mi spiega che devi prendere uno dei foglietti messi a disposizione su un altarino, meditare, pensare intensamente a qualcosa, accenderlo e di corsa correre dall'altro lato e buttarlo nel forno dedicato. L'ho fatto: non ho più le impronte digitali nei polpastrelli, dettagli. Quasi di fronte al tempio taoista, c'è un tempio buddista, entro e in effetti è molto bello e profumato. Dal piano superiore si intravvede il tempio taoista: mi affascina il contrasto, la diversità e il fatto che due religioni possano convivere serenamente senza farsi guerra alcuna. E per finire il tour completo delle religioni manca solo quella islamica: non posso farmi mancare la moschea galleggiante. Tralascio tutto il cinema che ho dovuto fare per entrare: scalza, avvolta da millemila pashmine, con la testa avvolta in un foulard...esistono delle prove fotografiche di questo mio camouflage ma fortunatamente saranno distrutte al termine di questo viaggio spiritoso e alternativo senza che il mondo ne venga a conoscenza. La moschea è molto bella, mi godo la luce dorata che si staglia tra bandiere e mare, ascolto la spiegazione di una signora sul corano e i profeti e mi godo il tramonto. Io tralascio la visita al quartiere portoghese della città: sarebbe stato bello cenare lì ma no, non ce l'ho fatta. Allego un'immagine per giustificare la fuga. Si, sono cani quelli in motorino, 4 cani, e no, non era la cosa più assurda che ho visto in quel quartiere. Rivoglio la mia Malacca tradizionale, quella colorata, luminosa e meltin pot, dove è sempre Natale Per mangiare va bene questo posticino in riva al fiume, certo, i boat che passano sono di un trash terrificante, dettagli. La cena? Parliamoci chiaro: quando si viaggia non è che la regolarità intestinale sia proprio puntuale, ed io ho una sola esigenza: riuscire ad evacuare tutto il riso e il pollo che ho mangiato in questi tre giorni. Quindi ho preso una bevanda che spero faccia effetto con riso e pollo, ovvio. Ovviamente il pollo era piccante: non amo il piccante ma avevo fame, ne ho mangiato qualche pezzo, e in seguito ho visto gli unicorni. Mi piacerebbe dire che la bibita faceva c*care ma no, non ha sortito l'effetto desiderato: era solo imbevibile. Mi concedo un giretto al centro, in questa città arlecchino, credo la più assurda dell'Asia, con i risciò più trash che abbia mai visto: di notte diventano anche luminosi, zio cantante. Ed è sempre Natale, le luminarie non si spengono mai, persino i mulini a vento sono luminosi,c'è un cimitero, sarà sobrio...e invece no, sugli alberi del cimitero ci sono le luminarie, sia mai che i morti ne abbiano a male. E si va a letto tardi, tardissimo: domani sveglia alle 5,30 perché un autobus sicuramente confortevole, mi porterà a Singapore. Dove non si può fumare, non si può baciare, non si possono possedere né masticare chewing gum, non si può urlare, non si può indicare una persona, non si può stare nudi davanti alle finestre e sicuramente mi arresteranno alla dogana. 

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