mercoledì 11 settembre 2024

Scimmie, religioni e durian

Oggi è stata la giornata dei 25 km, dove ho vissuto due giorni in uno, perciò devo cercare di fare un riassunto spendendo poche parole e lasciando parlare le immagini. Tralascio ciò che è avvenuto ieri sera: una cena morigerata e salutare a due passi dall'hotel, un posticino trè scic che Cracco scansate proprio. Dopo ben 3 ore scarse di sonno, mi alzo e prendo una metropolitana al passo coi tempi con le carrozze per sole donne  e si arriva alle Batu Caves, un tempio induista dedicato a Karttikeya che per me rimarrà sempre la città delle scimmie. Prima di entrare ci sono i banchetti che vendono bananitos per le scimmie, ma non sapendolo si decide di fare colazione con i bananitos, dove un casco costa tipo 2 centesimi di euro. Alla Esselunga li pago 5 euro a confezione. La tipa guardava con un misto di pena e compassione questi 10 disperati che mangiavano il cibo delle scimmie, ma perché privarsi di questa figura dimmerda da aggiungere alla mia collezione? Per salire al tempio ci sono 272 gradini. 
D U E C E N T O S E T T A N T A D U E 
gradini ripidi come le cime di Lavaredo, dove ad ogni passo volano santi induisti e di ogni religione, e devi difendere cibo e averi dalle scimmie. Belle ste grotte, ci sono i galli che fanno chichirichì, razzolano sereni in mezzo ad un paradiso fetish visto che si entra scalzi. Io peraltro, indossando dei pantaloncini giro passera, devo mettere la pashmina intorno alla vita. C'è un rito in corso, non ci capisco nulla, però cantano, donano fiori, bruciano incensi, ed è affascinante sta cosa che alla preghiera si associ il cibo. Chiedo di poter fare una foto, sono gentili, mi spiegano tutto il rituale, continuo a non capirci nulla però la signora offre anche a noi un cartone di sta roba che si mangia con le mani, e lo mangio anche se non sono induisti e ho mangiato il cibo delle scimmie. La signora spiega che questa cosa si fa ogni giorno ma oggi è anche il suo compleanno. Auguri signora bella, questo cibo era buonissimo, cucinato in un posto rispettoso delle più rigorose norme igieniche ma chissene, tanto ho l'Imodium dentro lo zaino. Siccome non bastavano i 272 gradini perché non farsene altri 50/70 per andare nelle altre grotte, però zio cantante, una scala mobile potevate metterla, orsù! Però sopra c'è il ciringhito ultimo grido, chissà la sera che movida tira su questo, e c'è anche il fabbricante di dei ceri votivi, anche lui mi fa lo spiegone che evito altrimenti finisco di scrivere a Santo Stefano. Scendo questa soave mini scalinata, e poi la scalinata madre con le scimmie e i loro bananitos, che in tal caso sono io a voler rubare loro il cibo. Ma trovo la combo atomica: la scimmia con il cucciolo appeso. È amore a prima vista: ho scattato 158 foto a questa mamma e a quel fagottino aggrappato. Bellissima sta città delle scimmie, loro sono meravigliose, entrano di prepotenza nella mia top ten degli animali preferiti. Ma perché non beccarsi un acquazzone tropicale proprio prima di entrare all'eko park? Sia mai, che sono bellissimi questi acquazzoni, piove a secchiate per tipo una o due ore, con un caldo terrificante e il tasso di umidità del 100%. E allora perché non ottimizzare i tempi? Andiamo a mangiare in un ristorantino a modo, qualcosina di leggero, ecco. Dimenticavo, tengono molto all'igiene eh, puoi andare a lavarti le mani quando vuoi. Vabbè, l'acqua è quella delle pozzanghere, ma dettagli ragazzi, dettagli trascurabili. Finito di piovere, wow, finalmente si può andare al canopy cittadino, l'ideale dopo la pioggia, davvero, bella sospesa in mezzo agli alberi grondanti. Dettagli. Basta alberi, siamo vicini alla Cina e allora perché non visitare questa enorme Chinatown? E perché non visitare anche un tempio cinese? Ma già che siamo in tema di religioni, vuoi privarti di un altro tempio induista? Senza scarpe. Ma non ho gli spiccioli da dare al signore delle scarpe: ho un pezzo da 50 ringitt, poco più di 10 euro che nessuno riesce a cambiarmi, come se in Italia volessi comprare una caramella con un banconota da 100 euro. Ma io sto tempio lo voglio visitare, quindi lascio le scarpe dall'altra parte della strada e con le mie calzine fighe e l'eterno foulard sulle cosce raggiungo il tempio. L'omino delle scarpe se la prende a male, controlla lo zaino, sia mai che porti un paio di scarpe dentro al tempio, mi fa coprire fino alle caviglie, sembro una barbona della peggior specie, dettagli, sono dentro. Bello, tutto molto bello ma non ci vivrei dentro a sto tempio. Domani vi parlerò del durian, perché ci vuole un capitolo a parte. Vi dico solo che ho preso una tartelletta al durian e pensavo di vomitare anche il duodeno. Ma perché non visitare un altro tempio cinese? Il thean hou temple, In cima ad una collina, dove mi godo un tramonto con draghi, incensi e un gioco con i cassettini che no, non ve ne parlo oggi ma ve lo racconterò, promesso! E finisco questa giornata alle Petronas tower, simbolo di questa città e anche simbolo dell'ingegneria umana che mira a salire sempre più in alto, nel tentativo vano di sfiorare il cielo. Si sale prima al 41° piano,ad attraversare il ponte di comunicazione tra le due torri,
e poi all'83° piano, e infine all'86°. Non ho la sensazione di vertigine ma la sensazione che tutto sia estremamente piccolo laggiù. E poi ho la sensazione enorme e e gigantesca di FAME. Quindi mercato notturno Jalan Alor dello street food. Di questo però ve ne parlerei volentieri domani: perché domani ho la sveglia alle 5,30 e ho la prospettiva di dormire bel 3 ore, e devo necessariamente farmi la doccia e cercare di togliermi di dosso quel maledetto odore di durian. 

4 commenti:

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  2. Che bel coraggio che hai avuto a mangiare il durian, ragazza! Poi ho proseguendo l'altro post ho letto che era il cugino peggiore ahahah io questa estate a Bangkok fuggivo appena ne sentivo l'odore;)

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