sabato 14 settembre 2024

Nei piani alti di Singapore. Con un cavallo.

Che bello svegliarsi nel migliore hotel di Singapore e trovarsi in un ambiente confortevole e ovattato, con delle docce funzionali e ultra moderne. Mi piacerebbe conoscere la persona che ha prenotato questo lerciaio che ha la presunzione di farsi chiamare hotel. Ma fa niente, l'importante è fare colazione, perciò noi donne che occupiamo la quadrupla usciamo alla ricerca di qualcosa che non sia riso, pollo al curry o quella specie di beverone marrone che i malesiani portano dentro dei sacchetti... che io boh, non voglio giudicare eh, però sembra il sacchetto del catetere di povero nonno. Ma chissene, io voglio solo mangiare qualcosa di dolce, che mi ricordi casaaaaAHHHHHH una bakery, ommioddiooooo sto per svenire, portatemi i sali! Ma chi è che non conosce i famosi bombolini? Alla modica cifra di 4,40 dollari di Singapore, che con questa cifra a Kuala Lumpur compravo tutto il chioschetto di bao buns, compreso il venditore. Ma sono felice come una Pasqua: ho mangiato un dolce che non sapeva di curry e garam masala. La mia giornata poteva finire qui, ma no, faccio parte di un gruppo che ha deciso di passare la giornata sulla cima degli alberi e sui tetti dei grattacieli. Io partecipo all'attività con lo stesso entusiasmo di un vegano alla fiera della porchetta. Vi parlo di questo gruppo: siamo in 10, li divido in coppie come i partecipanti di un Malesia Express dei poveri. Le squadre sono le seguenti: io e Sara siamo Le rosse, poi ci sono Mamma e figlio, Lina e Lou sono i romani, Roberta e Mini-abito sono Le smart, Dario e Riccardo sono i Gemelli diversi. Nelle decisioni di gruppo io sono quella che si astiene, a me va tutto bene, quando non mi va bene ho il buon gusto di tacere. Però quando mi girano ad elica fornisco energia eolica a tutta Singapore. E oggi sento che stanno tutti pattinando sul sottile filo del vaffanc*lo. Ci avviciniamo al pisellone che a me piace quanto il durian, ma non lo dico altrimenti fa brutto e spezzo l'entusiasmo del gruppo. Dovremmo andare a fare una passeggiata su quegli alberi finti dove ieri c'era lo spettacolo delle luci ma sbagliamo strada, chi l'avrebbe mai detto? Chi detiene il monopolio delle mappe vorrebbe fare l'ennesima zingarata e attraversare la statale. La statale. A Singapore. Come voler attraversare l'autostrada del sole ballando il sirtaki a piedi nudi. Esplode una vena e quindi cerchiamo una soluzione. La vena esplosa era la mia, anche l'energia eolica che alimentava l'intero Marina Bay Sands era mia. Torniamo sulla retta via grazie a una delle Smart, e questa deviazione ci consente di entrare dentro uno dei grattacieli del Marina Bay Sands, che poi sarebbe il pisellone eh! Vabbè, dentro è così. Bah. Bello eh, c'è l'aria condizionata a palla mentre fuori si schiatta dal caldo, ci starei anche qualche oretta ma no, a noi ci piace soffrire e passeggiare all'ora di punta sul ponte che attraversa la statale per raggiungere gli alberi finti e camminare in cima. Peraltro, dal ponte che collega i grattacieli del pisellone con il parco degli alberi finti, si vedono dei particolari che non avevo notato: tantissimi fiori e piante che danno a questa parete di cemento un aspetto grazioso. Ma veniamo a noi e agli alberi finti: dalla cassa comune prendiamo un gruzzolo che potevamo usarlo per cenare nel miglior ristorante di Kuala Lumpur, e invece no, camminiamo sugli alberi, all'ora di punta, con 30° + umidità = 47° percepiti. Bello, molto bello ma passiamo oltre. Nel biglietto è incluso l'ingresso nel giardino botanico, sempre dentro al parco. Trattasi della riproduzione di alcuni microclima, tutti racchiusi in due bolle di vetro. È tutto perfetto, come Disneyland, come Twin Peaks, pensa, siamo dentro un giardino e non ci sono insetti, e a me sembra tutto così finto. Usciamo e andiamo a mangiare nel ristorante del parco. Uno chef stellato ha deciso di mettere una specie di outlet in questo ameno posto, non è che il risultato sia diverso: riso e pollo ma impiattato meglio. Ma toh, a qualcuno del gruppo viene in mente di salire sulla punta del pisellone. Paghiamo i biglietti d'ingresso con dei comodi lingotti d'oro che ci consentono di vedere Singapore dall'alto. Da qua è possibile vedere quanto tutto sia piccolo e insignificante, quanto questa città sia ordinata e finta, questa perfezione di linee verticali e navi mercantili. C'è anche la piscina a sfioro: io avrei il terrore di scivolare e spiaccicarmi al suolo come una polpetta. Torniamo nel nostro hotel 5 stelle spente, doccia veloce e toh, ma che splendida idea! Un mini crociera sul fiume di notte, così vediamo i grattacieli illuminati. E riprendi l'autobus, e torna verso il pisellone, e cerca la barchetta, e sbagliamo strada, e torniamo sull'altra riva, e ci perdiamo, e fai la fila, e partiamo. I grattacieli illuminati, infiniti quadrati luminosi come un videogame che sta andando in tilt, mi diverto a zoomare all'infinito, cercando segni di vita dentro quelle scatole. Vabbè, 40 minuti di barca, un giro di giostra sull'acqua a vedere un luna park e le luminarie di Natale...ma com'è che in questo posto è sempre Natale??? Fa niente, tanto non le pago io le bollette. Non ricordo quanto abbiamo pagato la barchetta, sicuramente ci facevo la spesa alla Esselunga per due settimane abbondanti. La proposta ora è: già che siamo qua, cerchiamo un posto per mangiare, guarda che bei localini lungo il fiume! Ma certo, perché no? Mi sembra un'ottima idea, come quella di chi ha inventato lo champagne in lattina. Infatti facciamo un giro di perlustrazione: al ristorante greco una pita con hummus costa 23 dollari, nella pizzeria italiana una margherita ne costa 28, in un pub un piattino di nachos con le salse costa 24 euro. Ma raga, perché non torniamo nella zona del nostro hotel puzzone? Che almeno non devo accendere un mutuo per mangiare. Ah già, dimenticavo, non avevamo internet, abbiamo sbagliato fermata, abbiamo fatto il giro dell'affanculo, siamo finiti in Culonia Saudita e infine, sorpresona! La maggior parte dei locali erano chiusi e abbiamo mangiato al solito cinese. Ma ho una fame immensa, ho bisogno di mangiare cose non speziate, di sentire sapori semplici. E allora prendo questo: no, non era speziato ma dopo due cucchiaiata avevo la nausea. Niente, torniamo in hotel e finalmente c'è una sorpresa, oh per fortuna, qualcosa che mi svolta la giornata, wow! Si, è un cavallo, no, non è vero e neanche imbalsamato, si, è a grandezza naturale. Ah, adesso si che posso andare a letto tranquilla. 

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