mercoledì 7 agosto 2024

Quarta tappa: scale, incontri e protezione

La notte a Triacastela è stata fantastica: il popolo dei russanti ha osservato una tregua. Ho aspettato Chiara e Pino e siamo partiti con tutta la forza che avevamo, ossia zero elevato al quadrato. Davanti a me un bivio: e che faccio? Una è più caruccia ma allunga di 6,5 km, l'altra più bruttina ma corta. Scelgo quella corta perché in fondo non ho ucciso nessuno. Chissà se avete idea di quanto sia faticoso camminare al buio con quella torcia sminchiata che si mette in testa. Raga, è bellissimo iniziare la giornata con una bella salita...non è vero, è una m*rda ma pazienza. Oggi però è una giornata bellissima, wow, meteo favorevole: la nebbia agli irti colli ha deciso di accompagnare questa mia passeggiatina tonificante. L'orizzonte ha in serbo grandi cose per me: sarà la principessa azzurra? Scusa baby ma ho da fare. Inutile dire che qua è tutto un saliscendi infinito che durerà per me oltre 26 km.Per tutta la mattina mi accompagna quella nebbiolina piacevole quanto una granseola nelle mutande. Il percorso è bellissimo, spesso mi fermo a fare delle foto a queste gallerie naturali. Sarebbe molto bello potersi sedere, tirare fuori dallo zaino un po' di pecorino e pane carasau e fare uno spuntino, ma no, posso fare uno spuntino con arnica e i cerotti compeed. Vi ho già detto che amo i cimiteri? Ce ne sono di bellissimi lungo la strada. Oh ma finalmente un bar! Beh, chiamarlo bar mi sembra eccessivo, Chiara è delusa perché non c'è il caffè. Lo troviamo più avanti il caffè, ma pare non sia buono! Andiamo avanti e troviamo una sorta di figlia dei fiori che in mezzo al niente fa yoga, pianta alberi di conchiglie e vende colazioni veg ai pellegrini. Tenetevi le banane e datemi un bombolone alla crema, e tiro avanti. Anche le mucche sono un po' intorpidite dalla nebbia, però fanno la cacca ugualmente! E visto che la strada è lunga e tempestata di cacca, mi concentro sulle bellezze naturali, tipo le ragnatele: ho scoperto che i ragni impiegano poche ore per costruire una ragnatela, io per fare un cerchio con il bicchiere impiego almeno 18 minuti. Sento qualcuno che mi chiama, vedo 3 persone che si scapicollano venendomi incontro urlando: tenemos un regalo para ti! Due di loro hanno dormito nella mia stessa camera: hanno trovato il mio Tape muscolare sotto il letto, lo hanno preso consapevoli che ci saremmo rincontrati. Li ringrazio, per me era una delle tante cose perse in cammino, potevano tenerselo o fregarsene, invece mi hanno rincorso e me lo hanno riportato. Erano in tre, una era una ragazza basca, è la seconda volta che la incontro. Ci sarà anche una terza volta. Incontro Oscar che scompare di corsa in mezzo alla nebbia. Io boh, non mi capacito. Ma parliamo dei paesini che incontro: sono case di campagna con a fianco le stalle, il fieno, le mucche e la cacca. L'odore della cacca mi accompagna ormai da giorni, avrei preferito quello dell'empanada gallega ma tant'è. Nel frattempo il Tape si rende necessario per Pino e Chiara, la tipa del bar ci fornisce la forbice della trisavola, ne sono onorata, forse.
Scendiamo ancora e...ma certo, ci mancavano le scale! Hip hip hurrà! Ancora non le avevamo incontrate! Faccio un pezzo di strada con loro: due ragazzoni di Imola, belli, solari e pazzi. Ci salutiamo ma non sarà l'ultima volta che li incontro. Ah sì, uno fa il cammino con le havaianas. Oh ma guarda che culo, siamo arrivati a Sarria, gioia e giubilo! No ma...siete seri??? Davvero dopo 25 km devo salire queste fottute scale? Ma qual è il vostro problema??? Ad ogni gradino tiro un porco, li spargo nell'aere come fossero gocce di Chanel. Nelle scale passo il mio bastone a Pino che è distrutto, amico mio tieni duro, ci vedremo a Finisterre. Li lascio qua, sento che Sarria non è il mio posto e passo oltre. Andrò a dormire a Vilei, casa Barbadelo per la precisione. Esco da questa città troppo grande per me, mi fermo in un bellissimo cimitero. È proprio davanti al cimitero che mi raggiunge Amajia, la ragazza basca. Io non capisco lo spagnolo, lei non capisce l'italiano, per fortuna parla un po' di inglese. Ci raccontiamo, è una bella passeggiata in un bosco semplicemente straordinario. Mi dispiace per chi domattina lo percorrerà al buio e non potrà godere di questa bellezza. Il percorso è un po' ruspante, attraversiamo i binari senza barriere, potrebbe passare un treno in questo momento, eventualmente vi ho voluto bene e salutavo sempre. Il bosco finisce, finisce l'ombra e inizia una distesa di campi, infinite mesetas bruciate dal sole. Bello il fieno però direi anche basta e soprattutto non all'una e mezza, zio pera! All'arrivo trovo loro, i ragazzoni di Imola: quanto sono belli e sorridenti! Chiacchieriamo per tutto il pranzo, offro loro una Tachipirina mille e diverse dosi di sali minerali. Li trovo poi svaccati a bordo piscina, ah non ve l'ho detto? Si, questo albergue ha la piscina, c'è un piccolo particolare: non ho il costume. Ma poi chi l'ha detto che ci vuole il costume? Faccio il bagno in mutande e reggiseno perché me lo merito. È un posto bellissimo questo: ci siamo noi pellegrini e le mucche di zio Peppeddu, un trattore
e l'odore di cacca che ormai non sento più. Conosco Andreas, tedesco, prof di economia paciorotto e simpatico chiede dove si lava la biancheria. Ehy brò, ho deciso di concedermi una lavatrice per la modica cifra di € 4,50 dammi quella maglietta che neanche l'hai saputa sporcare di terra! Vuole darmi 3 euro, tieniteli e cerca di non russare stanotte. Sono seduta a scrivere quando lo vedo arrivare con un braccialetto, lo ha comprato per me al bar.  Sono in una stanza mista, sono quella piccola, Andreas dorme nel letto a fianco, abbiamo poche prese elettriche, smezziamo la sua con un aggeggio strano che neanche chiedo cosa sia. Non russa, è un gigante buono, mi da il suo numero: in fondo oggi mi sento protetta e coccolata. 

1 commento:

  1. le cose belle della vita: essere vista e condividere
    L'ho già scritto, lo ripeto: la meraviglia
    Buen camino

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