lunedì 12 agosto 2024

La nebbia e i pantaloni termici di Finisterre

Stamattina alle 5 quando il mio orologio biologico ha detto: alzati e cammina, lazzarona! Sono andata in piazza de Obradoiro, eravamo io e una cinese, sono rimasta così per circa un'ora, a godere del silenzio. Poi sono arrivati i primi pellegrini, e tra questi Chiara e Pino, belli ed emozionati, che bello riabbracciarli! Ma io ho un pullman da prendere per Finisterre, lo avevo deciso anzitempo perché tutte le cose belle devono concludersi davanti al mare. Dal bus sembra promettere bene ma via via che mi avvicino a Finisterre la giornata sembra volgere verso il grigiume e in effetti non sbaglio: Finisterre mi accoglie con tasso di umidità 100%, temperatura 10 gradi e corsa veloce al primo negozio per comprare dei leggins termici. Faccio una colazione leggera... decido di prendere anche il dolce: ehy, amici spagnoli, quando scrivete "Tostada con Nutella" sappiate che questa roba NON È Nutella. Il porto mi affascina da sempre, ci passerei i giorni a fotografare le reti dei pescatori, infinite trame di mare, sole, salsedine e vita. Ho un appuntamento con Chiara e Pino: era scritto che questo viaggio dovevamo concluderlo qua, insieme. Si uniscono anche gli ingegneri Giulia e Andrea, si mangia, si parla, come sempre ci si racconta. Saluto Giulia e Andrea, ci rivedremo in Italia, mentre noi andiamo al faro... vuoi non farti quei 3/4 km fino al faro? Al Km 0 ci arrivo anche io: credo riuscirò ad indossare le scarpe da trekking a settembre del 2027. Ah volete vedere il faro? E questo invece è l'oceano... non si vede? Beh, dai, un po' di fantasia, orsù! Ci sono dei momenti in cui un raggio di sole concede la grazia, e siccome siamo impavidi andiamo in spiaggia. Dormiamo nello stesso albergue, fronte oceano se sono ci fosse la nebbia. Rimaniamo a parlare finché non ci bussano, è ora di dormire. Non ho sonno e ripercorro il cammino, quello intimo, quello che non scrivo. Dalla seconda tappa in poi ho raccolto un sassolino davanti a un cippo, lo mettevo in tasca, lo accarezzavo e lo coccolavo finché non era pronto per essere lasciato su un altro cippo. Ogni sassolino che ho raccolto era una Persona, prima di lasciarlo scrivevo sopra il suo nome e ne prendevo un altro. Un'altra Persona, un altro nome, un altra Vita da accarezzare. Il primo sassolino ero io: mi sono voluta bene per tantissimi chilometri, mi sono coccolata e amata. Il secondo sassolino era Sara: l'ho tenuta per mano e ho camminato insieme a lei, non mi ha mai lasciato sola, non la lascerò mai sola. Poi ho preso altri sassi, altre Vite: mia madre, mia sorella, le amiche, gli amici e tutte quelle persone che mi sono vicine. Le ho lasciate su un cippo con la consapevolezza che faranno sempre parte della mia vita. A Santiago ho portato un sassolino bianco, l'ho portato in tasca per tante tappe, ha dormito con me a Santa Irene, e infine l'ho lasciato sulla conchiglia centrale di Santiago. Perché a mio fratello devo tanto, devo forse tutto, e ovunque lui sia andato avrà sempre un posto speciale dentro questo mio cuore malconcio. E poi al KM 0 ho lasciato le speranze e i desideri che ho racchiuso nel vetro. Un giorno presi un soffione, ho pensato alle cose che desideravo di più, non solo per me ma anche per le persone a cui voglio bene. Ho raccolto quei piccoli desideri, li ho racchiusi in delle bottigliette, li ho regalati a quelle persone, e una l'ho portata qua.In questa micro bottiglia ci sono tutte le Persone importanti della mia vita, perché senza di loro sarei ben poca cosa. 

5 commenti:

  1. Quanta grazia e leggerezza in questa narrazione!
    Grazie infinite ❤️

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  2. Sfiggy sei straordinaria ❤ che Dio ti benedica sempre . Grazie 😘

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  3. Chissà se dal MAC ci riesco a dirti BENARRIVATA!

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  4. Finalmente ho potuto leggerti dopo giorni vissuti intensamente nel Mustang.
    Sempre meravigliosa.

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