mercoledì 22 gennaio 2020

Viaggiare nudi è bellissimo

Questo blog è nato come diario di viaggio: se guardo i primi post mi rendo conto che tutto nacque dal mio trasferimento a Londra e dal piacere di condividere le mie storie nella perfida Albione. Da quell’esperienza londinese nacque poi un libro ma ciò che conta è che da allora questo non è stato più un diario di viaggio bensì un diario personale dove ho condiviso i miei incidenti di percorso. Ma ogni viaggio che si rispetti ha i suoi rallentamenti, e così nella cornucopia dei miei buoni propositi del 2020 ho messo anche quello di ritornare ai miei racconti da vagabonda, con quella che è stata la mia prima tappa di questo nuovo anno: la Puglia! Ho scelto di tornare nel tacco dello stivale perché volevo che fosse il mare ad accompagnare la fine del vecchio anno e l’inizio di quello nuovo. Da circa un anno condivido il mio girovagare con una compagna di viaggio ed è con lei che sono atterrata all’aeroporto di Bari, all’alba del 30 dicembre. Ho scelto di spostarmi con i mezzi pubblici e quando l’ho detto agli amici sono inorriditi “In Puglia coi mezzi pubblici?!? Scherzi?? Impossibile! Al Sud i trasporti non funzionano...è una tragedia...e solo quando c’era lui i treni arrivavano in orario e noleggia una macchina e prendi una navicella spaziale e fai il cammino di Santiago...” e varie ed eventuali. Ma io sono ostinata e caparbia pertanto mi sono spostata coi mezzi pubblici e dal 30 dicembre al 3 gennaio ho visitato Matera, Altamura, Monopoli, Cisternino, Martina Franca, Locorotondo, Alberobello e tutta Bari, compresa Bari vecchia, solo ed esclusivamente con i mezzi pubblici. Se i treni erano puntuali? No, come del resto non lo sono a Milano o a Trieste. Se è stato difficile? Si, come lo è a Bologna e a Roma. Per viaggiare in Puglia basta districarsi fra le diverse linee ferroviarie di Trenitalia, Ferrovie del Sud Est, Ferrovie Nord Barese, Ferrovie Apulo Lucane e non so cos’altro, ma chissenefrega, sei in Puglia e te ne freghi, e se il treno da Locorotondo ad Alberobello è in ritardo di mezz’ora per me è solo l’occasione per fare una foto in più e mangiare 4 taralli. Da viaggiatrice non mi permetto di giudicare i trasporti di un paese in 5 giorni, credo che i pendolari abbiano più diritto e ragioni di me di lamentarsi o elogiare le infrastrutture di una regione. La differenza sta nell’affrontare il viaggio. Ho detto viaggio e non gita turistica, e vi faccio un esempio. Volevo andare a Cisternino, vedo che Trenitalia fa delle corse da Bari centrale fino alla stazione di Cisternino, che meraviglia, partiamo! Scendiamo a Cisternino e mi rendo conto che insieme a noi c’è una coppia con accento francese. Esco dalla stazione  e...mi rendo conto che di fronte a me c’era il niente, il vuoto, il nulla eterno. La coppia si era già dileguata con passo deciso nell’unica strada presente, io rimango a guardare i dintorni: un negozio di mangimi e granaglie, una lussuosa dimora di un avvocato con la targhetta dorata alla porta. E basta. La mia compagna di viaggio tramite Google Maps si rende conto che noi siamo un puntino turchese lampeggiante in mezzo ad una landa sperduta e che Cisternino dista a circa due ore a piedi, essendo a 8 Km dalla stazione. Mi guardo intorno e vedo un adesivo sbrindellato con la pubblicità di un Taxi, senza esitare lo chiamo. Mi risponde un signore che no, non era in servizio ma si, sarebbe venuto a prenderci perché “sa quanti ne capitano in estate? Pieno di turisti che arrivano e non sanno che la stazione giusta è quella di Cisternino Città, ma lì ci stanno le Ferrovie del Sud Est, mica Trenitalia!”. Ah beh, ok, aspetto il Taxi, ne approfitto per osservare il negozio di materiale agricolo: notevole, davvero notevole. Arriva il taxista, mi informa che la tariffa si aggira sui 25 euro. Ok, saliamo in macchina. Dopo la prima curva troviamo la coppia con accento francese, chiedo di fermarsi ché quelle povere anime certamente non sanno che devono farsi due ore di camminata per giungere alla meta! Appena apro il finestrino la signora si inalbera e si pone sulla difensiva “non abbiamo bisogno di niente! Non siamo stranieri!”. Il taxista parla uno stentato inglese col marito, il quale risponde in francese mentre la moglie parla con me in italiano: le comunico che Cisternino è a 8 km e che sono necessarie due ore di camminata. La signora inorridisce e si incazza maledettamente col marito “perché non hai guardato bene?! Avevi detto che c’eri già stato!” e prosegue con una serie di improperi dei quali capisco solo “merde”. Con la R moscia. Fa niente, salgono in macchina, il marito davanti e la signora dietro che comincia a inveire: incazzata come una biscia calpestata da un carro armato T-34, si giustifica dicendo che lei è italiana, vive vicino a Sestriere circa, il marito è francese ed è molto incazzata perché cercano sempre di fregarli in quanto stranieri “siamo italiani, noi siamo italiani e viviamo in Italia!”. Ok, la tranquillizzo, siamo tutti felici di essere italiani, va bene? E allora si sbottona: è incazzata perché il marito l’ha portata in Puglia e comincia a sputare addosso alla Puglia “mio marito mi ha detto che qua si sta bene perché c’è sempre caldo, invece non è vero! Fa freddo! Freddo! Sono tre giorni che mi sto congelando, non ce la faccio più! Mio marito vuole venire a vivere in Puglia per la pensione ma io non ci vengo, in Puglia fa freddo, e io ero convinta che facesse sempre caldo! Io qua non ci vengo, non mi piace, non è possibile vivere qua, che schifo!”. Io guardo il taxista che sta ascoltando e osservando tutto dallo specchietto, ho il TERRORE che si fermi e ci faccia scendere in mezzo alla statale, tutta curve e salite, dicendo “adesso scendete e tornate a piedi al vostro Norde!”. Invece ingoia il rospo e cerca persino di giustificarsi “eh si...un pochino fa freddo...ma è solo questi giorni...”. La signora si incazza ancora di più, dice che vuole un posto caldo, mi chiede se in Sardegna faccia sempre caldo perché valuterebbe di andarci a vivere per la pensione, rispondo che no, fortunatamente abbiamo ancora il maestrale, talvolta piove e in alcune parti persino nevica. Rimane delusa “no, allora niente! Voglio un posto che fa sempre caldo!”, la mia compagna di viaggio soavemente risponde “mia zia ha trovato la soluzione andando a vivere a Sal...”, la signora si illumina “ah si?! Sal?? E dov’è? È molto distante?”, intendendo distante dalla Puglia. La informiamo che Sal si trova in Africa, la signora di Sestriere inorridisce, espressione delusa e schifata e rimanda “ah no, in Africa no!”, e ci chiede dove viviamo. Con entusiasmo rispondiamo “in Piemonte!”: lo facciamo col sorriso perché anche la signora abita in Piemonte e crediamo di aver trovato un punto di unione...macché! Schifata ci risponde “ah ecco! Il Piemonte, che schifo! Bello solo per andarci in vacanza, uno schifo viverci, uno schifo proprio! Freddo, piove sempre, umido!”. E io a quel punto invidio l’aplomb del taxista che ci ha portato a Cisternino senza batter ciglio, senza neanche aver rallentato in una curva per scaraventare fuori la signora e il suo codazzo, e io che invece avrei voglia di urlare “MA ALLORA VATTENE A VIVERE A FANCULO CHE LÌ C’È SEMPRE CALDO!”, ma eravamo già arrivati. Il taxista accosta, guarda il tassametro e dice “sarebbero 28,50...ma facciamo 25, così se lo dividete vi viene un poco di meno a testa...”. La signora non fa una piega “ah noi paghiamo eh, noi paghiamo la nostra parte eh, paghiamo!”, consegniamo al gentilissimo taxista il dovuto, io elargisco anche un GRAZIE gigante in confezione regalo, con bacio accademico per la pazienta e virtù da lui dimostrata nel tragitto, e ci congediamo.
Perché vi ho raccontato questa storia? Perché il senso del viaggio non è trovare il difetto o il pregio del luogo in cui vai ma significa godere di ciò che trovi, farne la tua ricchezza, sorridere di fronte agli imprevisti e anzi, fare in modo che questi siano l’occasione per una risata. Sarebbe meglio partire con una valigia vuota e completamente nudi affinché ci si possa vestire e nutrire di ciò che il viaggio ci offre, e raccogliere le sorprese come delle gemme preziose e rare. Se vai a Milano per giudicare la sua nebbia e il suo caffè, sarebbe meglio che tu rimanga a casa perché non potrai mai scoprire la bontà del risotto giallo e la bellezza poetica dei Navigli. Se vai in Piemonte per lamentarti del freddo e della gente sgarbata, sarebbe preferibile rimanere a casa della nonna perché non potrai mai scoprire che in Piemonte ci sono anche delle isole, che devi prendere il battello per andarci e la gente basta solo guardarla dalla giusta prospettiva per scorgerne il sorriso. E se vai in Puglia e ti aspetti il sole cocente a gennaio non potrai mai apprezzare il vento tagliente che ti scompiglia i capelli portando con sé tutti i profumi di quel coriandolo di mondo; e mentre chiacchieri con la signora di Bari vecchia che ti fa assaggiare un tarallo dolce pensi che il freddo in fondo leviga tutto, anche il dialetto pugliese che diventa morbido e liscio come la neve di Bormio. È necessario cogliere sempre il lato comico, buono e costruttivo degli eventi, anche nelle situazioni più disperate e tragiche: solo così ci si salva, nella vita come nei viaggi. Ché una caduta può essere l’occasione per imparare a camminare meglio, una ferita puoi cucirla così bene da farne un ricamo, e il freddo intenso è bellissimo perché ti spinge ad abbracciare più forte chi ti sta a fianco per avere un po’ del suo tepore.
Ma infine: Cisternino è un bellissimo paese, un bijoux, e allora godetevelo e non scartavetrate i ¾ di gonadi, ché il freddo e una stazione deserta non potranno mai scalfire la Bellezza della Vita.