venerdì 19 marzo 2021

Happy birthday senza la B

E sono 49, come i milioni della LegAAAHH NO, non si può dire! Per me significa che fra un anno ne ho 50 e mi sto avvicinando a grandi falcate verso la mezza età. E mi viene difficile crederlo, perché mi sento ancora quella ragazzina imbecille e sognatrice di trent'anni fa. Mi aiuta il fatto che sono alta un metro e mezzo, mi vesto come un'adolescente cazzara e sorrido sempre, come se fossi colpita da una paralisi facciale. Oggi ho ben 3 cose da festeggiare:
1) il mio compleanno,
2) il mio onomastico, perché i miei genitori sono andati al risparmio e hanno pensato che fare tutto in un giorno sarebbe stata una scelta parsimoniosa e oculata, 
e 3) il secondo anno consecutivo in zona rossa. E quest'ultima cosa mi rattrista, mi riporta indietro all'anno scorso, quando eravamo in pieno lockdown e dal mio balcone sentivo solo ambulanze e nessun passante. Quest'anno la zona rossa è restrittiva ma non come l'anno scorso, c'è qualche anima in giro, ho potuto fare la spesa senza dover fare ore di fila, ho potuto ordinare la mia torta agevolmente e ho ricevuto dei regali. Per me il compleanno significa viaggiare: quando avevo 39 anni decisi che da quel momento ogni anno avrei preso una settimana di ferie e avrei festeggiato in giro per il mondo. Da due anni ho interrotto questa mia personalissima usanza ma non perdo la speranza e ho in programma di festeggiare con un viaggio epico i miei prossimi 50 anni. Oggi sono andata a fare la spesa, per rimanere in tema ho preso un libro di viaggi, perché i sogni non devono mai spegnersi; abbiamo pranzato e cantato "tanti auguri a teeee". Mi sono resa conto che nelle candeline con la scritta "happy birthday" mancava la lettera B ma ho espresso comunque un desiderio e soffiato su "happy irthday", perché la vita è così: c'è sempre qualcosa che manca, un vuoto che ti accompagna e ti spinge a riempirlo o a renderlo meno profondo, e nonostante tutto andare avanti, soffiare su una fiammella e sognare. Sono 49 anni che coltivo persone e relazioni, ogni anno c'è qualche messaggio in meno da leggere, una telefonata che non arriva e un abbraccio che non puoi più scambiare. E quella B che mancava nelle candeline sono tutte le persone che ho perduto, talvolta in maniera maldestra o indolente, e delle quali ne sento la mancanza. Mi piace pensare che le persone prima di andarsene siano state così buone da farmi un regalo, donandomi altre persone, altri abbracci e altri sorrisi da accarezzare. Perché ogni anno c'è un messaggio nuovo da leggere, una telefonata inattesa e un abbraccio che non avevo mai dato. Quest'anno ho ascoltato e letto i messaggi dei bambini che seguo, anche di quelli troppo piccoli per scrivere che mi hanno mandato dei messaggi vocali con i loro sdentati e fischiettanti "tanti auguri!", con quelle loro voci da piccoli criminali capaci di gesti meravigliosi. Ho ricevuto dei regali inattesi, tanti e presumo immeritati. Ho sentito mia madre in una videochiamata, lei che ha un rapporto con la tecnologia come io posso averlo con l'astrofisica, ma era bellissima con i suoi occhi celesti di mare, che ovviamente ho visto di sfuggita perché tiene il telefono come se fra le mani avesse una bomba al napalm. E ho ricevuto tanto affetto, tanti piccoli pezzi di cuore che mi hanno scaldato e reso serena: evidentemente quell'eterna ragazzaccia con le immancabili snickers ha imparato ad amare. Perché funziona così: devi imparare ad amare senza riserve e senza paura, non devi scoraggiarti di fronte ad una porta chiusa o alle ferite ma cercare comunque di donarti agli altri, perché poi saranno loro a darti ciò che manca, a riempire qualche assenza di troppo e a darti quella carezza che appiana tutti i dislivelli del tuo sentiero contorto.