venerdì 15 novembre 2013

Voglio andare a vivere in Tanzania.

Una mattina mi svegliai e corsi in giardino a fumare una sigaretta. Già, perché a Londra è proibito fumare in quasi tutte le case. È proibito fumare anche nei parchi degli ospedali, sotto le pensiline del bus, nei cortili del college...si può fumare praticamente solo per strada. Vedi tutta questa gente che si butta in strada e smaniosa, accende la sigaretta come se la strada fosse il luogo ideale per farsi due tiri. Qua Anfora Nera per fumare il calumet della pace con Custer avrebbe dovuto schiodarsi dalla capanna e scendere fino a Cazzius Road per suggellare un armistizio fasullo con una sana pipata. Ergo, uscii in giardino e accesi la prima sigaretta della giornata. Il prato era cosparso di scatole di sardine vuote, di latte, di birra e altra spazzatura del coinquilino, che mangia sano quanto un detenuto ad Alcatraz. C'è da sapere che nel mio quartiere, chi possiede il giardino (nel retro della casa), ha sempre un contenitore per la spazzatura nel prato. Si, perché davanti a casa ci sono i bidoni per la differenziata ma la spazzatura si può mettere solo il giorno che passano a ritirarla. Ergo, non è che se io mangio una scatoletta di tonno me la devo tenere in casa finché non passano a ritirare le lattine, ovviamente la metto in giardino, manco a dirlo, altrimenti dentro casa ci sarebbe un lezzo paragonabile a quello della Cloaca Maxima. Così la facciata di casa resta pulita, mentre nel giardino dietro casa hai la spazzatura a quintali. Ma son problemi tuoi, te la tieni. Comunque la spazzatura era in giro per il prato, come se durante la notte avesse assunto sembianze umane e se ne fosse andata a spasso per il giardino. Non avevo neanche finito il pensiero che vedo passare davanti a me...una volpe. Nel mio giardino. Una volpe. Mentre fumavo. A Londra. Di mattina. Rimango con la sigaretta a mezz'aria come se avessi visto la regina madre in tanga che ballava la mazurka con Rocco Siffredi.
La volpe si ferma in mezzo al giardino e annusa una confezione vuota di ravioli in scatola. Ma siccome fanno schifo anche a lei, disgustata, si allontana. Poi si accorge di me. Alza lo sguardo e mi guarda. Io ero impietrita, il fumo nei polmoni non usciva  nonostante avessi la bocca spalancata come Glauco al Parco di Bomarzo. La volpe fece una faccia come per dire "caxxo ti guardi? Non hai mai visto una volpe, pirla che non sei altra?" Se avesse potuto mi avrebbe fatto persino una pernacchia, prima di girarsi e, comodamente, senza fretta, flemmatica, dirigersi verso la staccionata e saltarla a piè pari per andare indisturbata nel giardino del vicino che, come ben si sa, ha l'erba sempre più verde. Il mio vicino poi, essendo pakistano, ha l'erba più verde e più buona del quartiere, gliela invidiano in tanti e vengono persino a chiedergliela. Corsi alla staccionata per cercare la volpe e riuscii a vedere giusto la coda fluffotta e spumosa che spariva dentro un pertugio. Raccolsi i pensieri e le ciabatte zuppe di rugiada che avevo perso poco prima, e mi precipitai dentro casa alla velocità del neutrino, urlando "The foooooooox". Dentro c'era solo il coinquilino croato che, sornione, leggeva un quotidiano con la stessa aria interessata di chi contempla un flacone scaduto di Dash liquido. Sollevò lo sguardo e disse "O". Disse O senza acca, non quell'oohh bello, aspirato, pieno di sorpresa, ma O, semplicemente. Con lo stesso stupore che avrebbe avuto se gli avessi detto "Fuori piove". Identico. Allora insistetti "in The garden, there is a fox, the bin, the rubbish is in the ground, do you understand? Capisci? Volpe, fox, in giardino, tutto incasinato, understand?". Yes, disse yes. E basta. Odioso. Non mollai la preda e iniziai da capo ma mi bloccò, dicendo che le volpi a Londra sono comuni come in Italia gli spaghetti al pomodoro: in ogni casa c'è una volpe che passa una o più volte al giorno.
Mi raccontò una storia che ovviamente pensai di aver capito male vista la mia conoscenza dell'inglisc. Quando arrivò il coinquilino italiano gli riproposi la situazione, e lui mi confermò il tutto, compresa la storia che pensavo (speravo) di non aver capito bene. Pare che un giorno la coinquilina che occupava la mia stanza prima del mio arrivo, fosse uscita per qualche ora nel tardo pomeriggio, dimenticando la finestra aperta. Al suo rientro trovò sul suo letto una volpe che mangiava i resti di un piatto di carta che un tempo conteneva la sua cena. Quel letto adesso era il MIO letto, e in quel giaciglio una sera qualunque, una volpe aveva fatto orge bucoliche con dei sandwich al formaggio e bacon. Salii su, chiusi ermeticamente la finestra, smontai il letto e girai il materasso dall'altro lato, poi infilai il coprimaterasso e due paia di lenzuola, così da evitare che qualche traccia potesse toccarmi. Che poi magari sono docili, no? Si, sono timide dicono, sono shy. Dicono. Dopo qualche giorno presi un quotidiano e vidi una notizia allarmante: una bambina aveva trovato una volpe nella sua cameretta. L'articolo diceva che era stata fortunata perché tempo prima un bambino nella stessa situazione aveva avuto delle lesioni e qualche osso rotto in un incontro ravvicinato con la volpe. Ogni volta che uscivo in giardino ero guardinga come se fossi sotto il bersaglio di un cecchino. Uno di quei giorni uscii e trovai la spazzatura che tappezzava metà giardino. La volpe era stata lì. Mi voltai di scatto per vedere la finestra della mia camera...fffiiiuuuuu! Era chiusa! Raccolsi un barattolo di pomodoro Napolina e lo lancia dentro il cesto con la precisione di Michael Jordan dai 3 punti. Ma era mattina presto, avevo sonno a quintali, e il tiro uscì sbilenco come se a tirarlo fosse stato la cieca di Sorrento, e rimbalzò sul bordo. Al rumore dal cesto venne fuori, con un balzo degno di Andrew Howe, una bestia scura e pelosa. Io ruotai su me stessa e mi scaraventai dentro casa che neanche Bolt mi avrebbe potuto inseguire. Lanciai un urlo in Sol maggiore che tutto il vicinato avrà pensato che qualche sirena di allarme antiatomico si fosse incappata ad libitum.
Una volta dentro mi accorsi che la bestia era...un gatto. Un bellissimo gatto, che mi guardava come dire "ma perché non sei rimasta in Italia se volevi spaccare i timpani e le pelotas alla gente?". Uscii fuori, mi scusai col gatto e gli offrii una scatoletta di tonno. Accettò di buon grado e mi fece le fusa prima di fare la pipì sulla mia pantofola fucsia. Diventammo amici. Dopo due giorni la spazzatura era sparsa in maniera così armonica e spiritosa che quasi mi venne voglia di complimentarmi col gatto. O con la volpe. Neanche avevo messo il piede destro fuori dal gradino che vedo spuntare dal cesto una coda pelosa. Troppo pelosa per essere quella di un gatto. Quella cosa pelosa stava frugando fra le bottiglie di vino da mezza sterlina che comprano i miei coinquilini. Era la volpe, ne ero certa. Entrai dentro casa con un dietro front repentino che mi fece inciampare nello stipite e cadere di natica mollemente, ma con un tonfo autorevole, così come spetta a un deretano di un certo spessore. La bestia al rumore spuntò fuori e si precipitò verso il tronco dell'albero. Si fermò a metà e mi guardò: ero seduta per terra con un gran dolore all'osso sacro, la sigaretta spezzata in due fra le labbra, che cercavo, inutilmente, di rialzarmi. Era uno scoiattolo. Splendido. Mi guardava con aria pietosa, quasi volesse dire: ma tu a 41 anni ancora giochi a fare le capriole di culo? Non lo vedi che cadi, pirla?! Forse mi fece una pernacchia prima di scappare. Lo corteggiai per giorni con le noci. Le prendeva e scappava prima che riuscissi a toccarlo e a farle una foto. Dopo aver speso mezzo stipendio in noci e semini, un giorno mi fece la grazia di fermarsi a debita distanza, sgranocchiando una noce per farsi fare una foto. Ma uscì sfuocata, però ho la foto del mio amico peloso. Mi diede il contentino, lo squirrel infame. Diventammo amici. Un giorno lascio una scatoletta al gatto, il giorno dopo una noce per lo scoiattolo. Alla volpe niente.
Però ogni giorno raccolgo l'immondizia da ogni angolo, e non so chi sia stato dei 3 animaletti. Ho persino scoperto che è inutile mettere il coperchio sul cesto: dopo aver comprato 17 coperchi i coinquilini si sono arresi perchè, oltre a raccogliere l'immondizia, dovevano anche raccogliere i brandelli del coperchio fatto a pezzi dalla volpe. Ieri sera mentre deambulavo in direzione letto per assumere posizione marmotta, sento un peso sotto la pantofola. Pensai: non posso aver pestato una cacca dentro casa visto che il mio coinquipirla è fuori a cena, e poi non è così sottile come questa cosa che...cos'è??! Colla per topi??? Eeeeehhhhh?? In casa mia c'è un cartone con la colla per topi?? Perché?? Why?? Chiesi al coinquilino croato. Con l'entusiasmo e la partecipazione di chi toglie i pelucchi al Mocio, mi disse che era normale avere topi in casa visto che la casa era quasi tutta di legno, pavimento compreso. Ma che vor di'?!? Che dentro un seggiolone della Foppapedretti ci sono i topi perché è di legno?? No, i topi no, non ce la posso fare. Per la volpe ormai mi sono rassegnata a tenere la finestra chiusa in maniera imperitura. Il gatto e lo scoiattolo, vabbè, frantumano le gonadi, ché ogni giorno devi raccogliere monnezza anche dal filo per stendere, però siamo amici. Ma i topi non ce la posso fare.
Ieri ho sentito Gabriele, è in Tanzania per lavoro: consulenza aziendale import-export, 6 mesi di Africa. Ha riso per 3 ore dopo la storia dei topi. Mi ha detto: ma neanche qua in Africa ho i topi in casa, dove sei andata a vivere?!
A Londra o in qualche bidonville?! Ecco, tutto ciò mi ha fatto riflettere. E pensavo: la Tanzania...perché no? Why Not? Un posto dove non ci sono topi che circolano impunemente dentro casa...che posto civile! E il lavoro? Beh, potrei raddrizzare banane e lanciare un nuovo business: le banane dritte stanno meglio in frigo, rimangono più ordinate, sono più digeribili e si prestano a molteplici usi.
Amo la Tanzania.

8 commenti:

  1. Risposte
    1. entro solo ora...mi daranno una targa ad honorem per i miei ritardi! Grazie

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  2. Scopro oggi che le sirene antiatomiche sono accordate in Sol maggiore. Ma è tutta una perla sto racconto. Grande!

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    1. Arrossisco e incasso...e ricambio con un abbraccio forte

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  3. Ahahahaha straordinaria. Io ti leggerei per giorni e giorni ed ancora....
    Ladymistakes1

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    1. Grazie cara...prima o poi mi metterò a scrivere in maniera seria ;)

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