Ho sempre rispettato questa tradizione ma ovviamente doveva arrivare il Coronavirus per farmi tornare sui miei passi. Non mi mancano i festeggiamenti perché non ne ho mai fatto, ancor meno per il mio compleanno, non mi manca spegnere le candeline con il coro in sottofondo perché è successo solo una volta in 48 anni. Non mi manca neanche il mio solito viaggio perché sono tornata da poco dal Portogallo e no, non mi manca fare quel viaggio che ha sempre avuto la caratteristica di una promessa. A mancarmi è la serenità per festeggiare. Penso a tutta questa situazione surreale, alle bare che scorrono, a tutti i lavoratori che rischiano ogni giorno di ammalarsi, al personale medico stremato, e no, non ho alcun motivo per festeggiare. Divido la mia casa con una collega, e oltre al lavoro divido con lei il frigo, i viaggi, il divano e il bagno schiuma. Lei deve andare a lavorare, e con lei delle altre colleghe. Ho preso l'abitudine di mandar loro la colazione, mi illudo di poter alleggerire per qualche secondo la loro giornata.
Oggi ho inviato loro una piccola torta. Loro mi hanno mandato un regalo: un sacchetto con delle piccole cose che avevano in ufficio, ché non è tempo di regali questo, ma mi hanno strappato un sorriso e in questo periodo è il regalo più bello.
Mi è mancata la leggerezza delle telefonate con gli amici: con loro ho parlato della salute, non del mio compleanno. Mi è mancata la "lotta" con i miei genitori: ogni anno la diatriba era su chi doveva fare per primo gli auguri, io a mio padre per la festa del papà, o lui a me per il mio compleanno? Ho sempre vinto io e la prima telefonata che ricevevo era quella dei miei genitori. Quest'anno ho chiamato io per prima, non tanto per gli auguri al mio papà ma per sapere come stanno quei due vecchi soli a casa, impauriti da un mostro che non conoscono, loro che ne hanno affrontato tante di lotte, ora sono così fragili e impotenti.
A mancarmi è stata la spensieratezza, vinta da un enorme senso di colpa, io che per lavorare non sono costretta ad uscire e che posso stare comodamente a casa a svolgere un lavoro che ora mi sembra così futile e sterile.
Ma soprattutto mi è mancata la telefonata di mio fratello, quella voce allegra e rassicurante che sapeva darmi la pace di cui avevo bisogno; quel ragazzo che mi chiedeva "dove sei? È bello? Fai tante foto che poi le guardiamo insieme!", lui che viaggiava con i miei occhi e ora è partito dove non ci sono foto da fare. A mancarmi sono le sue raccomandazioni, e sono certa che mi avrebbe detto "stai a casa, non uscire, festeggia perché sei viva ma non uscire".
Cara Sfiggy, leggerti mi ha commosso, anzi, qualche lacrima è scesa,siamo tutti un po' più fragili, in questi giorni, penso ai tuoi genitori, che fragili lo sono davvero, ma anche forti e determinati a cercare di non farti preoccupare; e penso alla vita che verrà, se ci permetterà di esserci ancora.. niente sarà più come prima, almeno per me, cambieranno i gesti, la comunicazione, la socialità..
RispondiEliminaE in tutto questo, oggi è il tuo compleanno; e io ti faccio tantissimi Auguri, spero sia stato un giorno sereno, anche se leggo, la malinconia, la nostalgia, il rimpianto per chi non c'è più, ma anche i ricordi, tanti e tutti bellissimi.
Buon Compleanno Pina! Un abbraccio con tanto affetto.
Ciao da dolly