sabato 30 novembre 2024

Tramonti, supplì, Donne e mercati di Roma

Che vi posso raccontare di questa giornata iniziata non proprio benissimo? Si, perché oggi sarei dovuta andare al mio posto del cuore numero uno: il cimitero acattolico. Ci sono andata contenta come una bambina che ha vinto un gelato gigante ma, che cosa insolita e strana, ho trovato chiuso. Mi sono letta tutte le motivazioni ma ancora non me ne capacito: là dentro c'è la tomba di Gramsci, di Camilleri e altri che oggi posso solo sbirciare attraverso le sbarre del cancello.Ci sono tombe di straordinaria bellezza, con croci diverse ma tutte unite da una sepoltura non cattolica. Sono inconsolabile e decido di trovare conforto al mercato di testaccio. Faccio una deviazione e mi godo un po' di foliage urbano: penso che da me al Nord il foliage è finito da un pezzo, ha nevicato e io vado in giro con le mutande di flanella. Qua la temperatura è mite e per me è quasi primavera, è un regalo che non mi aspettavo. Ma veniamo al mercato di Testaccio: che fai, non ti consoli con un panino alle polpette al banco 15??? Che cosa illegale ragazzi miei, sono le 10 del mattino e sto facendo uno spuntino così leggero che il travertino in confronto è 'na piuma! Vabbè, ma rimaniamo in tema: vuoi non comprare un po' di guanciale? Così da farci una bella carbonara nel profondo nord, sbavvvv, sto ingrassando solo a guardarle queste generose fette, portatemi via da qua! Vado a smaltire all'ex mattatoio, così almeno mi passa la poesia e torno in me. Fuori dal mattatoio, direzione Villaggio Globale, c'è una terra di nessuno, si prende il sole sdraiati nel tavolini, si rispettano i divieti,  si sprecano consigli e si disegnano volti indimenticabili. Vado via che altrimenti riapro il Villaggio Globale a modo mio, e non è salutare. Prendo la metro che ho una certa e vorrei evitare di fare 25 km anche oggi, fermata Circo Massimo, ecco Didi, guarda quanto è grande, e sappi che qua nel 2011 ho visto Lady Gaga che urlava all'Euro Pride, una cosa simile all'orgasmo multiplo. Siccome sono brava come Cicerone, non mi sottraggo dal mostrare a Didi l'illusione ottica del cupolone che sembra immenso ma via via che ti avvicini scompare, fino a diventare un puntino in mezzo ai tetti e alle cupole. Ma ho in programma anche er mejo buco de Roma, quella roba che fai la fila davanti ad una porta, poi guardi dentro al buco della serratura e vedi la maestosità di una prospettiva ingannevole ma ammaliante. E tutti a dire: eh ma non riesci a fare la foto, eh le foto non vengono... puah, dilettanti! Vabbè, però ciao, mi è venuta fame e, guarda un po' la combinazione, ad una fermata di metro dalla mia stanza c'è Bonci, quello della pizza, di Pizza Hero e di tutte le altre cose. C'è la fila, manco a dirlo, prendo due tranci di pizza che... boh, valeva la pena aspettare, bella scrocchiarella come dev'essere la pizza romana. E mi concedo due sfizi fritti: carbonara e lasagna. Ora però vorrei morire, grazie Bonci per aver dato un senso rotondo alle mie curve. Svengo sul letto tipo donna 52enne affetta da improvvisa narcolessia e, cosa davvero incredibile, mi sveglia la fame. FAME, capite? E anche io come Tiziano Ferro, non me lo so spiegare, visto che ho mangiato come un capibara durante la cena di Natale. Vabbè, un dolcino, cosa vuoi che sia? E poi vado a bere un tramonto: pochi minuti di infinita bellezza, e da vicino i colori sembrano irreali. Mentre mi allontano vedo le tende dei senzatetto sotto il colonnato della basilica più opulenta di questo mondo occidentale: due facce della stessa dannata medaglia sempre più iniqua. Devo andare al Pigneto, ché abbiamo appuntamento con le amiche di Didi, sto per fare l'esperienza mistica di prendere la Metro C: nel tunnel che porta ai treni ci sono i reperti rimvenuti lungo il percorso. Penso: ecco perché ci mettono tanto a finirla! E mi viene in mente maestra Carla quando mi diceva: ah Pì, ma noi semo pieni de cocci e de pezzi de marmo, ma questi quanno scavano e trovano 'n pezzo de brocca o 'na statua se devono sta zitti, coprire tutto e annà avanti, che a Roma servono parcheggi non vasetti de terracotta! Comunque arriviamo al Pigneto e Didi vorrebbe subito scappare, dice: dove caxxo mi avete portato? Perché non mi avete portato a Trastevere??? Le spiego che è questione di linee di confine: dopo i binari il Pigneto si trasforma in un posto della movida un po' radical chic, un po' fricchettona e un po' SiamoTuttiFratelli/VolemoseBene. Non è affatto convinta anche perché dall'altra parte della strada scoppia una lite e partono urla e insulti, quindi l'unico rifugio è la Conad a bordo strada. Comunque superati i binari Didi si ricrede: i prezzi sono popolari e i locali sono graziosi. Certo, capita che per andare in bagno ti imbatti in tendaggi quantomeno alternativi (si, è una vagina) ma in compenso abbondano libri e idee. Facciamo aperitivo con le polpette, la serata scivola via tra le chiacchiere, le idee, i ricordi, le esperienze, le risate e un mondo dove tutto sembra raggiungibile. E torno a casa così, superando una linea di confine che sa di Donna e Resistenza, sopra una metro che va avanti senza macchinista e io che ho solo voglia di assumere posizione QuattroDiBastoni ché anche oggi abbiamo sfiorato i 20 km...certo, ho mangiato come un quokka dopo una settimana di digiuno. Dettagli. Domani rotolerò come un supplì dentro il cestello della friggitrice di Bonci. 

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