lunedì 11 dicembre 2023

Passi, dolcezza e promesse da mantenere

Ieri mattina sono uscita che Tiziana ancora dormiva. Questa ragazza poco più che trentenne, a dispetto della rinomata pigrizia capoverdiana, ha un doppio lavoro: dal lunedì al sabato, esce la mattina alle 7,30 e rientra per cena. Ma non toccatele la domenica, giorno in cui assume le sembianze di una trapuntina arrotolata e dorme quanto una marmotta nel periodo del letargo. Ma oggi c'è Sara che passa per Roma, la mia eterna amica, compagna di viaggio e di vita. Vado a prenderla in stazione e cominciamo a sgambettare per Roma cogliendo il meglio nelle poche ore rimaste. Sembra di fare un tuffo nel passato, perché con lei ho viaggiato tanto e l'unica ricchezza che davvero sento di avere sono gli straordinari viaggi con lei. Ci lasciamo trasportare per le strade di Roma:la conosciamo bene io e lei, ma c'è sempre qualcosa che Sara deve scoprire, ad esempio i chioschetti natalizi di Piazza Navona,il suo teatrino di marionette e tutto quel vociare che caratterizza questa piazza nel mese di dicembre.Non siamo mai venute nel periodo di Natale, ci godiamo l'atmosfera, tutta, ed è già tempo di rientrare. Pranziamo ma non ho fatto alcuna foto: nella fretta non mi rendo conto di essere finita in un ristorante turistico di Via Cavour dove mangiamo i peggiori carciofi alla romana, per non parlare del resto. Ah la fretta! Lo dicono anche i muri.Sara però si rifà gli occhi con i camerieri che giudica sdraiabili; essendo del team patata non posso giudicare ma ad occhio e croce credo che questa ragazza non brilli per il buon gusto. Avevo bisogno di dolcezza, di tutte le carezze che la Vita sa regalarmi,e mentre saluto Sara che scompare dietro le porte di un Frecciarossa, penso che ho poche certezze, una di queste è che Sara farà sempre parte del mio cammino, anche dovessi andare a vivere ad Waitangi. Tiziana si è svegliata, ohibò, cominciavo a pensare ad un attacco di narcolessia. Mi dice che dobbiamo andare a prendere la mamma in stazione, esulto: ho proprio voglia di vedere Filomena, questa straordinaria donna capoverdiana che dopo 50 anni in Italia ancora parla l'italiano mixandolo col portoghese, dando vita ad una nuova Esperanto. La strada per la stazione è costellata di tentazioni alle quali non so resistere, (maledetto Pompi e il suo tiramisù!) decido di prendere una torta da mangiare dopo cena. Sara manda un messaggio suggerendomi una pasticceria dove avrebbe sempre voluto andare "ho messo un cuoricino su maps per ricordarmela!". È una pasticceria straordinaria, sto per comprare una torta quando Tiziana spalanca la bocca ed esclama "no no, non prendere niente, mamma è allergica al lattosio.. (ah si? Da quando?) andiamo in stazione e torniamo con lei così se la sceglie (ma no, già che siamo qua la prend...) no che poi c'ha pure i diverticoli (vabbè ma non la prendo con semi o frutta secca, guarda quest...) TORNIAMO CON LEI, 'nnamo che è arrivata, sennò la scippano...". Mi trascina fuori dalla pasticceria e una volta in macchina esplode "ma che problemi hai?? Ma che davvero vuoi spende 24 euro per una monoporzione?? (non era una monoporzione, era per 4 perso...) peggio me sento, io quella me la magno in du morsi! Chiama Sara e dille de toglie sto cuoricino da maps! Co' quei prezzi ce faccio 'a spesa pe' na settimana, ahò, ce sta er carovita regà!". Insisto: ho bisogno di dolcezza, di qualcosa di buono che chiuda questa giornata. Sospira mentre impreca in mezzo al traffico, contemporaneamente recupera Filomena, la portiamo a casa, fa 427 chiamate, organizza i prossimi 3 mesi della sua vita e infine mi porta in pasticceria. Premette "pure questo non è un pasticcere ma un gioielliere, però almeno le porzioni so normali, non le misurano a 6 euro a morso!". Ceniamo a casa: siamo in 3 ma sembriamo 333 perché contemporaneamente videochiama la zia da capoverde, la cugina da Napoli, Filomena parla portoghese, Tiziana romano, la cugina parla metà napoletano e metà francese, la zia un po' di portoghese e un po' una lingua sconosciuta, però gli spaghetti erano buoni e i dolci erano davvero superlativi. Sono crollata nel giro di 5 minuti e stamane mi sono svegliata all'alba, che l'alba è per pochi, non è come il tramonto che te lo trovi davanti agli occhi, l'alba la scegli, ti alzi presto e la vai a cercare. Ho lo zaino in spalla perché oggi torno a casa. Mi rimane un giro da fare, quello che feci la prima volta, entrando in una porta spalancata.Mi sono fermata qua, perché ho una promessa da fare a questa città e Roma lo sa che mantengo le promesse.
Ci vediamo presto Mamma Roma, ti lascio la parte migliore di me.Ho un treno da prendere, ho una carezza da dare a chi ha saputo aspettarmi. 

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