domenica 20 aprile 2025
Di malloreddus, pecore e il buon uomo.
Ma veniamo a questa rilassante vigilia di Pasqua in Sardegna: l'equivalenza comune è Sardegna = mare. Vorrei ricordare ai più che il mare è lo splendido perimetro della Sardegna: un gran bel perimetro eh, una linea azzurra e turchese di circa 1900 km. Ma l'area della Sardegna non è proprio piccola: circa 24.100 km².
Vi lascio un riquadro con i dati ISTAT così da considerare che l'area è tanta, il mare in certi posti non si sente e non arriva. Inoltre siamo proprio pochini, un milione e mezzo di testoline arruffate, forse siamo la somma di due quartieri di Roma. Perché vi dico questo? Perchè abito in un paesino a 20 minuti dal mare ma a volte il mare è a 20.000 ore di distanza e in giornate come queste sembrano 20 anni luce. Perché ti svegli e trovi madre che con vocina flebile e suadente dice "mah, sai, è avanzata un POCHINO di pasta...(tenete a mente questa parola: POCHINO) sarebbe bello fare dei ravioli o degli gnocchetti sardi...". Eh si, sarebbe bello madre... e poi la guardi e ti rendi conto che ha 84 anni e forse è un tantino stanca. Allora esce fuori la mia sarditudine e dico "madre, nessun problema, ci penso io che sono giovane e forte!".E comincio a fare degli gnocchetti, che i più conoscono come malloreddus. Dopo un'ora non mi sento più il pollice, che ormai è rigato, ha assunto le sembianze della tavoletta. Non per niente i malloreddus sono anche chiamati "maccarrones de poddighe", dove "poddighe" significa dito, nel senso che dopo un'ora il dito è completamente grattugiato ed è parte integrante della pasta. Continuo a fare gnocchetti, penso al senso della misura di mia madre e al significato della parola POCHINO. Ormai vedo solo cordoncini di pasta, righe, farina e "maccarrones ischiadoso". Si, perché gli gnocchetti sono anche conosciuti come "maccarrones ischiadoso". E che significa??? Chìu significa seme, ischìadu vuol dire Senza seme. E in effetti a guardarli sembrano proprio dei frutti senza il seme centrale. Ok, sto vaneggiando, cercate di capire che ormai non vedo altro che gnocchetti, mi viene in mente che in casa siamo solo in tre e non capisco a cosa serve tutta questa pasta per la quale sto perdendo le impronte digitali del pollice. Allora mia madre fa "eh serve sempre, metti che viene qualche persona...cosa offri?". Ma...mamma, zio cantante, le offriamo un Crodino, un Camparino, un mirtino o un papassino, non è che offriamo gnocchetti sardi al sugo di cinghiale al primo che passa! Ma finalmente ne vengo a capo, finisco questi benedetti gnocchetti e penso di rilassarmi ma noooo! Scherziamo? Madre, in tono quasi scontato e ozioso, chiede "che facciamo per pranzo?". Ma...come??? Ho fatto 873 chili di gnocchetti, cosa vuoi fare? Ah no, dice, quelli li congelo ché mi servono più in là, mi è avanzato del brodo... sto per dire: minestrina, facciamo minestrina! Ma no, mi precede e dice: sarebbe bello fare un po' di zuppa gallurese, ho anche la menta! Ah beh, allora se hai il brodo e la menta NECESSARIAMENTE devi fare zuppa gallurese?? Con la menta potremmo fare un mojito, ad esempio! Volete sapere com'è finita? Così... che ho preparato la zuppa gallurese e si, in effetti era buona, era da tanto che non la mangiavo...grazie mamma, avevi ragione. Ma vogliamo mettere un riposino post prandiale? Siiiii! Faccio per entrare nella mia cameretta ma no, figurati, sento un clacson fuori dalla porta. Ma chi è questo villano? Penso io, ma madre no, lei prende il borsellino ed esce, informandomi "este su bon'omine 'e sa frutta". Traduzione letterale: è il buon uomo della frutta, ossia un ambulante che passa di porta in porta a vendere frutta e viveri. Guardo lo scontrino del buon uomo: potrebbe avere una carriera come ultrà dei drughi, sui prezzi trovo più conveniente la gioielleria Tiffany. Vabbè, vado a riposareeeeemmagari! Una vocina dice: sono avanzati degli albumi. No, dai, per favore: sapete che si possono anche buttare le cose? Nell'umido, quel secchiello marrone, quello là. Mio padre, buon uomo, che non deve chiedere mai, la butta lì, come una manciata di fieno ad una pecorella smarrita, dice: io non ho mai visto mia madre buttare via le cose, tua nonna diceva che il cibo non si butta mai! Ma zio cantanteeee, nonna aveva 12 figli da sfamare e noi nipoti (e dico: siamo TRENTASEI nipoti) che andavamo a fare i blitz pomeridiani, cosa diavolo doveva buttare? Che ci volevano gli aiuti umanitari per sfamarci tutti! Com'è finita? Così, è finita in meringhe, sia mai che le pardulas di ieri non bastino, vuoi non offrire una meringa al primo che passa? Vabbè, vado a riposaAHAHAHAH! Scherzavo, c'è da andare "in campagna" ossia nella nostra azienda agricola. È tutto verde, la primavera si sente anche qua, ci sono fiorellini gialli ovunque, e detta così potrebbe sembrare poetico, però ci sono le pecore che scampanellano, e belano, e mangiano, e brucano, e poi devi anche mungerle, zio cantante! Ma qua non mi fregano: non ho mai imparato a fare NIENTE in azienda, ma proprio niente! Perciò quando vado in azienda per me è una passeggiata, quindi fotografo i fiori, le sughere,le pecore. Ecco, a proposito di pecore, ve la ricordate l'immagine del pastore in vellutino che fa il formaggio? Bene, sappiate che la maggior parte delle pecore in Sardegna vengono munte con la mungitrice, mio padre produce latte biologico, è microfiltrato, va direttamente al refrigeratore ed è tenuto a temperatura costante finché non arriva il buon uomo del latte e se lo risucchia nella sua cisterna. Ho distrutto l'immagine del pastore sardo che munge la pecorella riccioluta? Probabile, però è confortante vedere che abbiamo sempre una pecora nera nel gregge: sono io, quella che in azienda ci va solo per fare foto e lunghe camminate, che mentre si bada alla produzione io cerco di capire la primavera, che non so neanche dove finisce questa azienda, neanche so dove sono le mucche (dalla regia mi dicono che sono nella sezione staccata dell'azienda...la regia è mia madre), quanti litri di cannonau produce la vigna (tanto non basteranno mai a saziare tutti quelli che entrano a sbevazzare nella nostra cantina) o quante olive vengono raccolte.Non so niente. Eppure questo orizzonte è anche mio, un giorno sarà necessario pensare a come conciliare una passeggiata con l'estrazione del sughero. Non so dire se davvero questo posto lo sento mio, l'ho sempre percepito come un'estensione di mio padre. Non so dire se mi piacerà occuparmene un giorno, so solo che adesso devo preparare la cena... strano, no? Sia mai che in questa casa si ordini una pizza, che si mangi un pollo della rosticceria, no, mi raccomando! Eppure lo so: un giorno tutto questo mi mancherà.
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