giovedì 19 settembre 2013

Londra è bella. Anche se non ha il bidè?!

Cominciamo a sfatare i miti di Londra. Personalmente non ho mai sentito nessuno dire "Londra fa schifo", bensì l'esatto contrario. Tutti sanno tutto ciò che c'è da sapere e da fare a Londra. Beati, io non so una beneamata mazza, e quindi mi sono messa in testa di partire e fare un paio di mesi fuori dal perimetro dello stivale per conoscere quantomeno il suono reale di un “I love you” detto come si deve. Il tutto con gli occhi di una 40enne innamorata del proprio paese (ma molto meno dei propri politici) e con una dose di imbecillità congenita a farmi da supporto. Tutti mi avevano avvisato che aprire un conto in banca a Londra somigliava alla traversata del deserto del Lut in solitaria e con un cappotto di montone muschiato addosso: un'impresa impossibile! Dopo 2 ore a Londra avevo un conto alla Barclays: sembrava stessero aspettando le mie miserabili sterline per risanare il loro bilancio. Dopo 6 ore avevo una camera, un contratto d'affitto, una Sim inglese e svariate altre cosucce, fra cui un'emicrania reale dovuta all'insieme di novità che mi cadeva addosso insieme alla pioggia. Questa facilità nell'espletare le pratiche burocratiche mi ha fatto capire che in questa città ciascuno ha un'esperienza tutta sua, mai paragonabile a quella altrui, e che quando si mette piede sul suolo della City ci si deve scordare di tutte le dritte che gli illuminati ti hanno dato prima. E poi bisogna prepararsi ad affrontare questa giungla, purtroppo armati solo di cerbottana fatta con penna Bic e pallottole di carta e saliva. E sperare che God save the Queen...o comunque se non può salvare i Queen che almeno salvi David Bowie e gli Off License aperti fino alle 2 di notte. Che Londra sia splendida è una sacrosanta verità, ma anche Roma lo è, così come Berlino o Lisbona, perciò scevra da qualsivoglia esterofilia, mi addentro nella giungla londinese e scopro quanto è difficile essere italiani all'estero, a cominciare dall'imbarazzo politico che ci perseguita oltre confine. La prima fase di adattamento riguarda le dimore londinesi, sconsigliate a chi soffre di allergie agli acari: la moquette regna sovrana insieme alla Regina Madre. In svariate sit-com avrete notato che gli inglesi quando camminano in casa fanno un casino della malora. È tutto vero: il pavimento è di legno, con o senza moquette sopra, ma è di legno. Puoi camminare anche in punta di piedi, ma i tuoi coinquilini sapranno comunque che sei andata al cesso alle 3 di notte, perchè c'è sempre una trave che scricchiola anche se sopra si posasse una farfalla. Le finestre sono esattamente come si vedono nei film: basta uno spadino, un cacciavite, e si aprono dall'esterno come fossero albicocche mature. Le pareti sono perlopiù in cartongesso: ho scoperto che il mio coinquilino fa le puzzette soft, regolarmente, alle 2:15, alle 3:25 e alle 3:48 di notte, senza aver avuto bisogno di appoggiare il classico bicchiere alla parete. Ma il dramma maggiore è l'assenza del bidè. Per me che faccio le abluzioni genitali anche dopo una semplice pipì è stato uno shock drammatico. Ormai quando entro in bagno mi tolgo prima le scarpe, poi pantaloni e mutande. Una volta evacuato l'evacuabile mi inserisco nella vasca da bagno vestita a metà, e poi torno a vivere. No, non è pratico per niente, ma l'idea di andare in giro con tracce di marron glacé nelle parti intime non mi fa sentire serena. Quindi la prima cosa da fare quando arrivate a Londra è munirvi di salviette intime umidificate e profumate per le emergenze, e sperare che non vi venga mai la dissenteria. MAI. Ma comunque Londra è bella.

5 commenti:

  1. Ok .. passi la moquette, le travi cigolanti e anche il bidè (in fondo un qualsivoglia sistema di lavaggio alternativo c'è) ... ma le pareti in cartongesso no, dai ... per un orso russatore come me sarebbero un problemino non indifferente (e figurati per gli eventuali vicini..)

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  2. Qualche londinese la dissenteria l'avrà pure avuta, no? Chiedi info sul dopo!!!

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  3. Non ho commenti da fare. Solo per dirti che ti ho letto. Ciao ciao.

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