Sentii dei passi felpati sopra la mia testa e nel dormiveglia
pensai che la signora Cunegonda a breve avrebbe messo in moto il suo
aspirapolvere dal suono poetico (un misto fra la sinfonia di un
Caterpillar e la soavità di un trattore New Holland). Invece sentii
“Good morning honey!” e la faccia sorridente di Steven che usciva
per andare a lavorare. No no, scusate, come son finita qua?! Questo non è il mio letto
al 3° piano di una palazzina qualsiasi a Tor Pignattara...e
ritrovarsi a Londra quasi per gioco! Raccolsi i pensieri e il Kindle
dalla moquette e mi feci accarezzare da uno splendido raggio di sole
che filtrava dalla finestra. E un raggio di sole a Londra non è così
tanto comune, che si sappia! Dalla finestra un'insegna verde “East
London Sausage” e un ristorante italiano al posto del kebabbaro, le
mie valige ancora accanto alla porta, un cuscino rosso con l'impronta
del mio cranio sul divano di Alex. Tutta la strada fatta per arrivare
lì si era come sciolta su un qualsiasi volo economico della Ryanair
ed io non sapevo neanche come si diceva “Sua maestà la Regina”,
in un paese che ancora chiede a Dio di salvare una signora col
diadema. Diedi il mio BUONGIORNO a Twitter, quel circo virtuale
dove sparo cartucce a salve, quasi a voler riprendermi un po' di
normale quotidianità. Sentii i passi di Alex al piano di sopra e lo
aspettai come fosse la miglior persona che il destino in quel momento
potesse offrirmi. Questo ragazzo che ho visto crescere e poi scappare
dalla Sardegna, ritrovarlo a Londra, sereno e sicuro di sé in questa
dimensione che divide col suo ragazzo Steven. Questo ragazzo che
potrebbe essere mio figlio, che mi ha spalancato la porta e le
braccia, che in quel momento era l'unico a potermi dare la sicurezza
di una carezza in una città dai tentacoli smisurati e sconosciuti.
Comincia così questo mio viaggio, del quale voglio tenere un diario
di bordo, al fine di non ritrovarmi dall'altro capo del mondo senza
sapere come ci sono arrivata. Comincia con questi due ragazzi
splendidi che si baciano in una foto qualsiasi appesa alla parete
grande, con una signora che urla per strada qualcosa che non capisco,
con un negozio di salsicce che emana un odore da rutto imperiale e
con Alex che prepara il caffè cantando “Se hai la muzza tu lo sai,
la muzzolina più che mai...”. Buon viaggio amica Sfiggy.
Grande Sfiggy!! ... un "imbocca al lupo" gigantesco!!! (e detto da un panda ha il suo peso, fidati!!) ;)
RispondiEliminaCominciamo insieme? Tu a scrivere ed io a leggere. Vai Sfiggy!
RispondiEliminaEhilà! :) Sarà un piacere leggere i tuoi racconti sul blog! E tantissimi auguroni per tutto!
RispondiEliminaBeh, 3 commenti nel giro di un'ora non è male!
RispondiEliminaUn piacere leggerti che, sommato all'ascoltarti, crea dipendenza... Perciò scrivi, amica mia, scrivi!!!
RispondiEliminaUn piacere leggerti che, sommato all'ascoltarti, crea dipendenza... Perciò scrivi, amica mia, scrivi!!!
RispondiEliminaAmica Sibì, vedi di chiamare subito che sono in astinenza di risate!
EliminaTu scrive veramente bene!!! O.o
RispondiEliminaGrazie ragazzo ;)
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