lunedì 24 marzo 2025
Di un drago, kluski șląskie e i maledetti selfie di Cracovia
Attraversare la Vistola significa godersi lo spettacolo da un ponte completamente pedonale: la pista ciclabile è separata, quindi non si rischia di essere travolti dalla Graziella guidata da zia Raimonda. Ci sono delle statue splendide: sono degli acrobati e quando c'è il sole lo spettacolo è incantevole. Tutto questo aiuta a smaltire la zapiekanka, che ancora ce l'ho a metà esofago. Alla fine del ponte c'è il drago Smok Wawelski, simbolo e mascotte di Cracovia. La sapete la leggenda del drago? Niente, a Cracovia c'era un drago che mangiava la qualunque, tipo la mia gatta Briseide ma più grande. Allora il principe Krak dice: ehy genti! Se riuscite a sconfiggere il drago Smok vi regalo metà del mio regno e pure la principessa in sposa. Allora Krak, senti a me: già hai un nome demmerda e poi cosa prometti in sposa la principessa? Mica stai regalando il vitello grasso alla sagra di Sant'Efisio? Comunque vinse la gara un ciabattino che ha blastato tutti i cavalieri armati semplicemente riempendo una pecora di zolfo: Smok, golosone, se l'è mangiata, gli è venuta una sete tipo la mia alle miniere di sale, ha bevuto tutta l'acqua del fiume Vistola ed è esploso. Puff, morto, fine della storia. Morale: lasciate perdere le pecore, non porta bene seguire il gregge, figuriamoci mangiarlo! Bella la chiesa di San Giuseppe, la primavera è arrivata anche qua, e gironzolando nel quartiere trovo delle scale, chi l'avrebbe mai detto! Ne sentivo il bisogno di qualche rampa di scale, le desideravo così come si brama un calcio sulle gengive. Ah ma sono scale arcobaleno! Sono un po' scolorite, evidentemente è passato qualche sindaco italiano a fare pulizia... le faccio volentieri, sia mai che presto vengano cancellate da qualche ordinanza fantasiosa. Ma perché sono venuta qua? Questo quartiere si chiama Podgórze, e qua, oltre il fiume, venivano confinati gli ebrei durante l'era vergognosa del nazismo. I turisti vengono qua per vedere la fabbrica di Schindler, io non ci andrò: ho scelto di vivermi questo quartiere così diverso dal resto di Cracovia. Camminando, si vedono ancora, e si sentono, le ferite di quel passato: i resti del muro del ghetto creato nel marzo del 1941. Nella piazza centrale del quartiere ci sono 70 enormi sedie vuote: qua avvenivano le "selezioni", da qua si partiva verso i campi per non tornare più. A questo punto finisce la mia visita a Podgórze perché mi è salito il crimine: un sacco di persone occupano le sedie per i selfie, ci salgono sopra per la foto di famiglia. E io davvero ho difficoltà a capire la moda dei selfie in questi contesti: perché? Perché salire a cavalcioni, sorridenti, su un monumento alla memoria così tragico? È come se trovassi qualcuno seduto sulla tomba di mio fratello a farsi i selfie, perché il significato è il medesimo. Non trovate un altro posto per fare i selfie? Adesso zia Sfiggy prende il tram e vi porta in un posto che è stato creato proprio per i selfie. Piccola parentesi: i tram sono uguali a quelli italiani, calca di gente e eau d'ascell. Ed eccoci qua ragazze e ragazzi: qua i selfie vengono da dio, ci sono cose instagrammabili (che termine bieco!) ad ogni angolo! Nel cesso c'è pure la carta igienica a fiorellini, e vedi che qua puoi anche scrivere? Comunque ho aggiustato i martelli di quella macchina: quando fate finta di scrivere per le foto, dovete premere UN TASTO PER VOLTA e non 27 tasti insieme, altrimenti i martelli si accavallano. E puoi anche scrivere il tuo nome con le calamite, senza imbrattare muri e portoni, non è meraviglioso? Ecco, qua tutti i selfie del mondo: avete visto come vengo bene in questa location? Vedi qua che bel sorriso mi è venuto... ah non mi vedo? Peccato davvero ma io ODIO i selfie, li ho sempre odiati, ma per chi li ama, ecco, ci sono dei posti giusti. E comunque basta, ho fame, di fronte c'è un localino che si chiama Bar Smak. Ma qua i "bar" non sono come da noi, fanno da mangiare e in questo posto c'è pure la fila. Prendiamo pierogi e gulash con kluski śląskie, che detta così sembra un esercizio di logopedia ma, sorpresona, portano del brodo, così, di propria sponte, dice che è incluso nel gulash. Ok zia, è buono, posso anche assaggiarlo, due cucchiai, va bene, anche tre, però portami qualcosa di sostanzioso... i migliori pierogi per me sono questi, delicati, si, quelle robine sono pezzi di cipolla, dettagli! E questi kluski śląskie? Ma non sono simpaticissimi? Vorrei dirvi che sono leggeri ma no, sono impegnativi però buoni! Il resto della giornata è vagabondaggio puro, tra un cat cafè e un tramonto da raccogliere in fondo alla strada, tra un campanile in festa e il mio classico giro nei supermercati per vedere cosa mangiano da queste parti... boh, ma sono pomodori?? Vabbè, dopo la linea di prodotti Gustobello direi che posso tornare a Kazimierz, il mio quartiere sgangherato, perchè domani mattina ho un volo da prendere, non prima di aver comprato un obwarzanchi dal chioschetto... con la signora che mi ha mandato affanculo perché non capivo il polacco, cioè zia, voglio un obwarzanchi per il viaggio, stai calma, questo qua, guarda proprio questo...no, va bene come vuoi tu, dammi quello col sesamo, fa lo stesso ma non ti arrabbiare, ché devo partire e voglio portare con me il bello di questa città, le sue ferite, la gente e tutto ciò che questa città mi ha saputo dare in questi giorni densi di emozioni e di hummus di ceci ché dei viaggi è giusto conservare le emozioni, anche quelle dolorose, quelle che non puoi rinchiudere in un selfie.
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