domenica 14 febbraio 2021

Salite e discese

Chissa se vi ho mai detto che la prima vera nevicata io l'ho vissuta a Roma, nel 2012 quando Alemanno il sale lo buttava nell'acqua della pasta anziché nelle strade: feci un turno in comunità di tre giorni consecutivi perché nessuno dei colleghi riusciva ad arrivare in struttura. Fu una bellissima esperienza e da lì nacque il mio terrore per la neve. Ma come ogni paura scelgo di superarla, gradualmente, con calma. Parto da Cuneo e mi dirigo a Cavour, verso la riserva speciale della Rocca di Cavour: ci sarà un po' di neve ed io arriverò in vetta. Per strada ovviamente trovo delle distrazioni: qualche cilindro che vorrei disegnare ma soprattutto l'imponenza di alcune costruzioni: l'abbazia di Staffarda. Ne ignoravo l'esistenza e probabilmente avrei continuato a farlo se oggi non avessi deciso di sfidare la neve. Sia chiaro: per me neve è anche un velo di 2 centimetri. L'abbazia è davvero bella, è chiusa ma da fuori posso vederne la grandezza e immaginare la vita che l'ha attraversata negli anni passati. Ovviamente riesco a scivolare anche sull'erba gelata, ma tant'è! Vado avanti e arrivo a Cavour: comincia la mia scalata alla Rocca. Cominciamo bene: scale e ghiaccio, impiego un'infinità di tempo a fare due salite, sto per tornare indietro ma trovo le sculture sugli alberi. Sono meravigliose, rimango affascinata dalle opere perfettamente integrate nell'ambiente: sono alberi secchi, l'artista li ha intagliati lasciandoli dove sono nati e cresciuti. Ma poche ciance, si deve salire...e mi chiedo: ma chi diavolo me l'ha fatto fare? Sto spolmonando, ho asfaltato anche i sentieri più remoti col catrame dei miei bronchi, ma sono coriacea, salgo e basta. E arrivo in cima: qualcuno mi ha fregato il primato e ha già piantato la bandiera. Godo del panorama, c'è freddo...ma come 462 metri?!? Pensavo di averne fatto duemila o giù di lì! Ma ora viene il bello: la discesa. Ragazzi miei, ma cos'è scendere con il ghiaccio? Ma perché inventare lo snowboard quando puoi scendere tranquillamente di culo, scivolando mollemente come una biglia? Ma ci riesco: ho imparato a scendere di traverso, a camminare sulla neve intatta e non su quella calpestata. Ovviamente l'ho imparato quando ero già al lavoro valle, ma pazienza. E soprattutto ho imparato che un bastone ti può salvare sempre, ché tutti nella vita. abbiamo bisogno di un sostegno. Per oggi basta neve, vado a fare un giro a Pinerolo, e siccome le salire ormai mi appartengono, mi faccio prendere la mano e salgo in cima, verso la chiesa di San Maurizio, così potrò tornare a casa con i glutei marmorei. E poi si torna a casa, e grazie a Camilla,  tutti la vogliono e nessuno la piglia: la mia Smartina femmina che anche stavolta mi ha fatto viaggiare, non mi ha abbandonato e mi ha portato a casa. Perché è bello tornare a casa, sempre

2 commenti:

  1. Paesaggio incantevole... e comunque anche io da brava sarda non vado d'accordo con la neve. Meglio guardarla attraverso le tue bellissime fotografie

    ciao Pina
    .marta

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  2. Scusami, solo ora mi rendo conto di poter rispondere ai commenti! Sono proprio una capra!

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