sabato 17 settembre 2022

Del maestrale, dell'università e di una salumeria.

Almeno una volta l'anno devo prendere il traghetto per la Sardegna. Devo farlo per svariati motivi. Il primo è che quando prendo l'aereo mia madre vorrebbe riempirmi di cibo da portare "in continente, perché lì non ne trovi di queste cose". Ogni volta devo farle notare che non posso portarmi mezza cantina, 3/4 di orto e 2/3 di dispensa. E la sua frustrazione è tanta. Perciò una volta l'anno le faccio un regalo e arrivo in macchina... Ehm... ho una Smart. Cercate di immaginare quanto i miei genitori odino quella che chiamano "scatoletta di Simmenthal" dove se ci metti un prosciutto il gambuccio esce dal finestrino. Questo è il primo motivo per cui stavolta son venuta in auto. Il secondo è che ne ho bisogno io: sento la necessità di arrivare via mare, di attraversare questa barriera che è insieme prigione e libertà Questa volta ho scelto di arrivare e ripartire da Porto Torres e non da Olbia: anzitutto perché costava meno e poi la partenza da Tavolara mi è diventata straziante, mi viene da piangere e ormai non reggo più quello strappo. Durante la traversata mi sono svegliata, volevo uscire fuori ma le frustate delle onde arrivavano fino alla porta del ponte ed era impossibile uscire fuori. Ci hanno informato che il mare era in burrasca e abbiamo fatto un giro largo... Praticamente siamo finiti a Tangeri credo. In compenso l'alba era bellissima L'arrivo però è sempre poetico, anche a Porto Torres: la terra che si avvicina, la Bellezza e l'attesa, tanta attesaInfatti sono riuscita a scendere dalla nave alle 11:15...dovevo arrivare alle 7:30. Ho prenotato l'ingresso alla Pelosa di Stintino, ad accogliermi trovo il maestrale. Questo vento è nelle mie vene, il suo ululato che entrava dalle finestre è uno dei miei primi ricordi; puoi odiarlo o amarlo visceralmente. Ed io lo amo così tanto che è una delle cose che mi manca di più fuori dal perimetro di questa isola meravigliosa. Mi spiace che Francesca debba vedere La Pelosa in balia del maestrale, però in fondo io sono contenta per me, perché quando c'è il maestrale è lui che comanda, è il maestro, un direttore d'orchestra che fa danzare alberi e onde, scompiglia capelli e nuvole, rimette tutto in ordine e pulisce. Lo amo anche quando sto passeggiando sulla spiaggua e lui mi vede che ho i pantaloncini, decide che devo spogliarmi e allora solleva un lembo d'acqua ed io sono bagnata, e devo spogliarmi al suo cospetto. Ma è lui che comanda, è il padrone di questa terra e tutto si piega al suo passare. Devo correre via perché ho un appuntamento a pranzo: oggi rivedo Tore, il mio mentore. È lui che mi ha dato il primo incarico da laureata, devo a lui l'amore per la ricerca, il mio perfezionismo professionale e l'amore per questo mio lavoro, lo rivedo davanti ad un piatto di pesce e tante chiacchiere. Mi porta in giro Tore, tra una chiesa romanica e ricordi di tempi andati.Stasera dormo a Sassari: in questa città ho studiato e mi sono laureata, il mio alloggio è proprio in queste viuzze che si arrotolano intorno a Piazza Università. Incontro un'amica e andiamo insieme per le vie che mi hanno visto crescere, formarmi fra sogni e rivoluzioni mi rendo conto che ho il groppo in gola: sono felice nel rivedere queste strade, vedere come sono cambiate, i volti dei ragazzi, la musica dei locali con gli studenti a fare l'aperitivo. Mi rivedo: ho 22 anni, una canna fra le dita, un amore che mi scivola dalle mani, un esame da dare, una donna che piange fra le mie braccia ed io che sentivo di avere il mondo fra le mani. Cammino ma sto volando, prendo del torrone di Tonara, così come facevo alle feste di paese, lo mangio mentre mi perdo su queste strade piene di giovani e musica da bar all'aperto. Per cena mi concedo della droga: la seada può essere migliore di una canna. Torno nel mio alloggio, sono stanca, voglio dormire, ma no, sei matta? Perché devi dormire? Oggi c'è la festa di una storica salumeria di Sassari che toh! È proprio vicino al mio B&B. C'è il coro tradizionale sardo di NonSoDove che canta birimbò mbò mbò proprio qua, sotto la mia finestra, voilà! bravi però potrebbero cantare a voce bassa. Però il vigile mi conforta: dopo mezzanotte spengono tutti. Mezzanotte? Ma a quell'ora io ho già fatto mille sogni! E che importa? Hai mai fatto dei sogni con la musica sarda in sottofondo? No? Beh, comincia ora! 

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