venerdì 23 luglio 2021

Cuori, sassi e carta velina

Come ogni anno mi concedo il lusso di fare un tour in gommone nel golfo di Orosei, l'angolo più bello della Sardegna a mio avviso. Quest'anno abbiamo noleggiato un gommone ad uso esclusivo, sempre con Escursioni Cala Gonone, che si dimostrano una garanzia. Con noi anche una collega e la sua famiglia. Non fatelo mai, MAI, oppure fatelo solo con una collega che dopo potete strozzare senza pietà. In questo caso la collega arriva con un'ora di ritardo, dopo trentordici chiamate, 8385 messaggi e infine sono andati a recuperarla con la navetta. Ancora una volta la salvezza di questa giornata è stato un bambino, il figlio della collega, che si è dimostrato più simpatico e affidabile della madre. La prima spiaggia dove ci fermiamo è Cala Luna, perché mi piace fare le cose al contrario, perciò mi fermo quando le altre imbarcazioni sono in altre spiagge.È questo l'unico modo per godere di questa spiaggia, e dentro le grotte ancora non c'è nessuno e io posso entrare e nascondermi dai fantasmi. Quest'anno vivo questo viaggio con estrema malinconia e non era previsto. Succede alle persone intelligenti come me, che cercano di coprire delle voragini con la carta velina, pertanto basta un alito di vento per spazzare via velina e certezze. Resta il fatto che io sono un pagliaccio, e ai pagliacci basta uno strato di trucco, una maschera ben stretta per nascondere la pelle deturpata. E quindi appena arriva la fiumana di gente, via, si va altrove, con in tasca un ciuffo di tristezza e sulla bocca un sorriso a 89 denti che manco un armadillo gigante. La parte divertente doveva essere il gommone, ma non avevo fatto i conti con i passeggeri. La mia collega è rinomata per la sua estrema logorrea, la nostra salvezza sono state le riunioni da remoto: metti mute e quando vedi che le labbra non si muovono, allora riaccendi l'audio. Trudy invece non ha bisogno di presentazioni: parla come se tutto lo scibile umano dovesse essere verbalizzato hic et nunc. La combo di queste due risulta essere devastante per me che avevo solo voglia di un angolo di pace. L'idea geniale per evitare di essere tramortito dalla logorrea incandescente, l'ha avuta il bambino: si è piazzato a prua del gommone, ha impugnato la cima e sognava di pilotare il natante. Genio indiscusso. Io l'ho seguito a ruota e cercavo di guidare la mia vita, ma si sa, io non so guidare bene e alla fine l'abbiamo conclusa in caciara, saltando e urlando quando arrivavano le onde. Facciamo 3 soste: piscine di Venere, dove l'acqua sembra un pannello Pantone, e le sbavature sono armoniche; Cala dei gabbiani, dove di gabbiani neanche l'ombra ma tu te ne freghi perché hai solo il desiderio che l'acqua lavi via tutto quello che si è sedimentato sulla tua pelle. E infine Cala Mariolu che non ha bisogno di presentazioni e dove io mi perdo dietro le illusioni e le speranze,trovando il tempo di costruire un nuraghe col bambino. Nuraghe che poi è stato schiacciato dal passo felpato della collega, ma tant'è. E arriva l'ora di partire, ed io forse non me ne accorgo che tutti vanno via, perché mi fermo ad aspettare chi doveva esserci e non c'è, a trovare parole che non arrivano e a cercare sassi e persone che scivolano in maniera maldestra dalle mie dita. E torno a casa, tenendo in mano questo cuore sbilenco che ha una grossa crepa e non guarisce, e in qualche maniera dovrò pur cucirlo, e inseguendo il volo di un bambino che non ha paura di buttarsi nel vuoto. 

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