martedì 20 luglio 2021

Una giornata lenta

Stamane lascio l'Isola Rossa alle spalle e vado verso Santa Teresa di Gallura. Ma la strada per arrivarci è lunga e piena di tentazioni ed io voglio esplorare questo pezzo di Sardegna, un mix perfetto fra promontori aspri e insenature da cartolina. Andiamo a Li Cossi, scordandoci però che Mauro ha un ginocchio malconcio e forse non può arrampicarsi come una capretta tibetana sulle rocce e sulle scalette. Il tempo di una foto, di trasalire alla vista delle rocce da scalare e ripartiamo verso un posto più agevole, adatto ai vecchietti (che per fortuna non leggono altrimenti mi avrebbero buttato in mare con una pietra al collo). Niente di meglio che la spiaggia di Vignola, giusto due gradini per scendere in spiaggia, acqua splendida, poca gente ed io che mi tuffo...sull'asciugamano a perdermi nei sogni e nei desideri. Faccio anche il bagnetto che bisognerà anche bagnarsi ogni tanto, no?! È un posto tranquillo, ci sono le famiglie, molto spazio, niente schiamazzi e turismo di massa. Un angolo da conservare da qualche parte in fondo al cuore. E poi via, direzione Santa Teresa di Gallura. Ad accogliermi c'è Gigi, un "continentale" da quarant'anni in Sardegna, innamorato della Sardegna (e anche delle donne sarde, buongustaio!) che risulta essere più sardo del nuraghe di Santu Antine. Mi percula tantissimo, ha una figlia della mia età, mi definisce terribile e mi accoglie come un padre sa fare con una figlia reietta. Gigi costruisce librerie, custodisce libri vecchi e la collezione di fumetti della figlia. E solo per questo merita il mio affetto incondizionato. Poi si decide di portare Trudy e Mauro a...la Valle della luna. Che è un posticino adatto a due pensionati, uno dei quali col ginocchio in spalla. Quei sassi, consumati dal mare, dal vento e dalla comunità hippy che ha occupato questo posto impervio negli anni 70, mi infondono sicurezza, qualcosa di solido a cui poggiarmi e dove nascondere le mie fragilità. Ma anche per prendere una culata sulle rocce che viste così sembrano morbide ma no, non lo sono. Ma tanto non mi ha visto nessuno, e le cose che non si vedono non esistono: gli altri sono rimasti indietro ma io che son cresciuta con le capre di tziu Pedru saltello allegramente finché la forza di gravità non decide che è troppo anche per me. Tornando indietro mi fermo per guardare tutto dall'alto. E da lì posso vedere quanto questa terra sia ricca e generosa, ed io mi sento fortunata in questa giornata lenta che mi lascia dentro una carezza e il desiderio di andare oltre. 

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