domenica 25 luglio 2021

La pancia della Sardegna

Oggi la giornata non era delle migliori. Il cielo cupo, cappa di umidità, vento di scirocco e nell'aria la cenere degli incendi di ieri e oggi. Ed io non ho parole per questa tragedia degli incendi, dei danni e della disperazione che portano, davvero non trovo altro che rabbia e sofferenza di fronte a questo. E non posso andare al mare con questo cielo livido, allora vado all'interno, nella pancia della Sardegna, perché non è solo perimetro quest'isola. Ha un cuore meraviglioso e dipinto, e allora io vado a immergermi nei colori di Orgosolo. Questa città mi dà sempre delle emozioni, su quei muri i disegni della storia della Sardegna, dell'Italia, la musica, la rivoluzione, la ribellione, le tragedie, le verità. Ed io non ho altre parole per descrivere questo luogo, semplicemente è necessario andare oltre questi dipinti e immaginare la storia che è passata su questi muri. E a me non resta altro da fare che riflettere su queste radici che mi porto dentro, a quanto bene e a quanto male mi abbiano fatto, ma di certo posso dire che mi hanno insegnato molto. Me lo porto dietro questo pezzo di Sardegna, come un monito, come un insegnamento che non devo mai scordare. Ché siamo fatti anche di ciò che abbiamo appreso, del suono della "limba" ruvida e poetica di mio nonno, delle feste di paese, dei canti e dei balli, e anche dei libri che abbiamo scritto sulle pagine di questa città. 

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