giovedì 20 maggio 2021

Borghi da ricchi e case di tufo

Quando acquistai la mia prima macchina fotografica pensavo che una giornata senza aver scattato una buona foto fosse una giornata persa. Perché per me la fotografia ha sempre rappresentato un modo per catturare delle emozioni. E oggi lascio parlare le immagini. Sono partita da Capalbio che nel mio immaginario raffigurava yacht lussuosi, Occhetto e tutta quella parte della sinistra che ci faceva le vacanze. Con la premessa che non soffro di invidia sociale, immaginavo Capalbio come un paese da ricchi.Il piccolo borgo di Capalbio invece è delizioso, angoli dimenticati e ricchi di vita. Ma allora dove sono i ricchi? Vado verso porto Ercole, lì si, ci sono gli yacht, ma io preferisco il vecchio borgo, quello dei pescatori, le strade che furono calpestate da Caravaggio e dove morì in un giorno qualunque. Ovviamente ho scelto il percorso lungo di questa camminata, potevo mica privarmene? Per poi scoprire che era tutto scale e salite, e ormai i miei polpacci chiedono pietà ad ogni scalino. Sulla strada del ritorno mi fermo a Orbetello, il tempo di una foto e un sorriso e riparto verso Sorano, Sovana e Pitigliano. Non aggiungo molto altri, se non che Sorano è il mio preferito: piccolo, autentico e pieno di gatti. Sovana è la via di mezzo, Pitigliano è un sogno ricorrente. Lascio questo pezzo della Toscana con la voglia di ritornare, perché le emozioni sono così, ti prendono per mano come in un giro di giostra, e poi ti lasciano il desiderio di risalire e volteggiare ancora. 

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