sabato 20 settembre 2025
Danzare sull'orlo di un vulcano e sorridere di una salita verso il cielo
Sono partita per Santorini con due desideri: staccare la spina e visitare Therasia. Visitare chiiii??? Therasia, l'isoletta sperduta situata dalla parte opposta di Santorini, praticamente il resto del cratere: ecco, al centro c'è il vulcano attivo Nea Kameni (sotto il mare ce n'è un altro. Attivo. Tutto rassicurante) e intorno c'è una sorta di cerchio, ossia il bordo esterno del vulcano collassato oltre 3500 anni fa. Ma come andare a Therasia? In alta stagione è fattibile ma ora il trasporto pubblico è inesistente: ci va una barca ma non si sa quando, ci va a sentimento, dipende dal vento, dal mare, se a Therasia hanno bisogno di latte o dentifricio, dipende. Ripiego per un tour che preveda la massima permanenza a Therasia, ossia due ore e mezza. Meglio di niente. Partiamo su una barchetta, bella eh, ma secondo me, a naso, è un po' leggerina: prima della partenza la risacca portava la prua in posizione verticale. Mi sto preoccupando troppo? Forse. Siamo impavide e ci mettiamo a prua, sfidando l'irruenza del moto ondoso, perché siamo viaggiatrici noi! Ovviamente più tardi maledirò questa scelta. Mi rendo conto che il mare è piuttosto incazzato, e se la mia sarditudine non mi inganna, ho il sentore che andrà a peggiorare. E poi mi rendo conto che Fira ha proprio una posizione felice. L'ideale per essere scaraventata giù al primo soffio. Ma non ci penso, mi concentro sul vulcano: per poter arrivare a Therasia devo prima fare tappa sul vulcano attivo e "dormiente" Nea Kameni e poi una bagno nelle sorgenti calde di Palia Kameni. L'idea di salire su un vulcano attivo mi entusiasma quanto un calcio allo sterno dopo il pranzo di Natale, ma è una tappa obbligata. Nel porto del vulcano ci sta solo una barchetta, quindi tutte le altre attraccano sulla prima, così se quella si stacca, ciao Mariuccia, si rimane qua ad aspettare l'eruzione. E ovviamente si esce attraversando il ponte delle altre barche come nel trenino di capodanno ma senza euforia. Vabbè, andiamo a visitare il vulcano che da lontano sembra basso, una sorta di frittata nera in mezzo alla caldera, invece no, è tutto in salita. Il piccolo cratere iniziale è il più antico, è tutto gioioso, ah che bellezza! Si può salire fino in cima, al cratere principale, seguendo il sentiero, vabbè già che ci siamo toccherà vederlo, no? La salita non è ripida ma a renderla piacevole quanto una randellata sulle gengive sono i sassi: tu cammini e affondi nella ghiaia di pietra lavica. Meraviglioso. Il secondo cratere che si incontra è Dafne: ciao cara, come butta? Ti vedo nera oggi... comunque Dafne ha una certa età, nel 1925 o giù di lì, ormai è stanca e non fuma più, vivaddio. Ma saliamo ancora che ormai lo voglio vedere il cratere principale. Certo, non è piacevole camminare sotto un sole impietoso, sulle pietre nere e sentire il calore salire dalla terra. Più salgo e più mi rendo conto che forse potevo evitare sta fissa per l'isola Therasia e starmene su quella bella spiaggia sotto un ombrellone tamarro. E invece no, guarda che da qua si vede bene Imerovigli, uh che bello, ma anche meno. Ed eccoci qua: ciao Georgios, ti trovo caloroso, cos'è quella cosa bianca? Hai fatto il vomitino? Dice che si può mettere la mano dentro i piccoli crateri e sentirne il calore, ma direi che me ne privo; Sara, ti prego, andiamo via che tutt'intorno è un colabrodo di piccoli crateri e io che sono aggraziata come un rugbista ho buone possibilità di finirci dentro. E saliamo in cima, danzando tra un cratere e l'altro, di fronte c'è Therasia, e poi pietre su pietre, caldo che sale dal suolo, più che camminare sto ballando il tip tap per evitare sassi e buchi. Nella discesa trovo il primo segnale di vita in questo vulcano che sa di deserto: una pianta di lentisco. Quasi mi commuovo, ché la vegetazione qua è inesistente da sembrare un paesaggio lunare. C'erano anche dei cardi. E via con il trenino di barchette, si riparte con il mare che promette grandi balletti. In lontananza vedo Therasia... cosa sara mai quella serpentina che sale? Boh, delle piacevoli scale mobili? Una seggiovia? E chi lo sa, mi godrò l'incognita. Più tardi non sarò così felice della sorpresa. Arriviamo alle hot springs, le sorgenti calde con l'immancabile chiesetta bianca, senza cupola blu, che peccato!informano che il mare è molto mosso, possono tuffarsi solo nuotatori esperti perché sarà difficile tornare in barca con la corrente contraria. Non sarei scesa dalla barca neanche col mare piatto e dietro compenso di svariati milioni di euro e sono disposta a legare Sara all'albero maestro pur di non farla scendere. Si tuffano in tanti, forse troppi. Ma cosa andranno a fare là? Sembra fango, ma che schifo! Eh dice, è così perché è acqua sulfurea. Eh ma infatti chi ve lo fa fare ad andare dentro una pozzanghera di zolfo che puzza di uovo marcio? Vabbè, tornano indietro con grande difficoltà, qualcuno non ce la fa, buttano salvagente, tubi galleggianti, tirano su con la corda, è la prima volta che vedo qualcuno urlare perché sta annegando, è terribile. Ripartiamo verso Therasia, finalmente, e il mare ha deciso di farci ballare il meneito, le onde entrano mollemente a prua e io faccio una doccia gratuita. Ah che bello stare a prua! Ripiego verso l'interno perché non ho neanche il bagnoschiuma e non sta bene lavarsi senza sapone. Oh ma eccola qua! La mia isola ambita e bramata! Ma guarda che serpentina elegante! Abbiamo 2 opzioni: rimanere nel porto a fare il bagno nelle acque cristalline e mangiare nei vari ristoranti oppure fare circa 200 gradini e salire a Manolas, villaggio principale di Therasia.La scelta è stata ardua, il richiamo delle acque verdi stavano trascinando Sara nella perdizione ma alla fine ha preferito accontentarmi e andare a Manolas. Eh vabbe, 200 gradini, cosa saranno mai? Questo è il primo gradino, è lungo oltre 50 metri. All'inizio della strada ti mettono il cartello del ristorante che trovi in cima, così sei più motivato a salire. La prima salita è fatta: si, in effetti anche farsi un bagno non era un'idea malvagia. Al secondo tornante vedo il porto che si allontana, ma andiamo avanti. Dei rassicuranti cartelli indicano la caduta di sassi, in tutte le lingue tranne che in italiano, così possiamo morire ignorando il pericolo. Oh ma guarda come sono comodi questi gradini, proprio agevoli eh! I tornanti si susseguono, sto bestemmiando anche in urdu, sono le due del pomeriggio, non sono neanche arrivata a metà e sento che sto per morire. Ma guarda che bella l'acqua! E soprattutto perché non sono rimasta lì? Sono a metà strada, non sento più le gambe, sento solo il soave suono delle bestemmie. La seconda metà è tutto un volare di madonne e altri insulti variopinti indirizzati a me medesima e al perché non ho scelto di fare un salutare bagno in quella striscia verde smeraldo. Salgo e penso a quando abbiamo detto: andiamo a Santorini che ci rilassiamo. Eh si, ma un relax che non ti dico, ero più riposata durante il cammino di Santiago, zio cantante! Ma ci siamo, ce l'abbiamo fatta, sorridiamo: ecco il ristorante, potremmo fermarci ma no, decidiamo di visitare il paesino: è delizioso e quasi vuoto. Il porto è lontanissimo, sembra un mondo a parte, e ci sono dei gatti manco a dirlo. Alcuni gatti sono più fortunati di altri. C'è anche un'Ape che sicuramente è arrivata qua volandoe un paria che ha costruito una casa rossa, come si è permesso??E poi, incredibile ma vero, c'è una chiesetta con la cupola blu. Chi lo avrebbe mai detto! Bella, ha anche delle decorazioni rosa, che fashion! Epperò che fame, no? Troviamo una taverna sfigata, proprio in cima, con una coppia che propone un menù variegato: gyros, bevande e smoothie. E basta. È il gyros più buono che abbia mai mangiato, con la pita fatta in casa, morbida e profumata, me la godo dall'alto... ma no, ho ospiti, e il pollo del mio gyros va tutto a loro, a questi piccoli puzzoni pelosi che se lo gustano, e fanno del nostro tavolo un'oasi felina. E scendiamo, lascio un pezzo di me in questo "Different restaurant" scritto male su un cartello scrostato. Arriviamo a riva, Sara riesce a fare un bagno, io invece ne farò uno gratis sulla barca: il mare ha deciso di fare sul serio, la barca si impenna come la Honda di Valentino Rossi al Mugello e io faccio una bagno non richiesto. Riusciamo ad attraccare con grandi difficoltà, il mare è bellissimo anche se è incazzato, e a noi ci tocca un viaggio in pullman fino a Fira, con una strada comoda, scorrevole e soprattutto sicura.Ci meritiamo una cena dignitosa, ché oggi abbiamo bruciato calorie e suole di scarpe. Andiamo in una taverna modernissima, ricca di lustrini e paillettes, con cibo light e gourmet. Ma è la nostra ultima cena:brindiamo a noi, a questo nostro viaggio che doveva essere rilassante ma come al solito è stato avventuroso ed esilarante, come sempre. Perché quando viaggi con la persona giusta riesci a trovare qualcosa di bello anche nel cratere di un vulcano. E soprattutto riesci a sorridere anche sull'orlo di un burrone.
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