giovedì 11 settembre 2025
Mucche, zecche e un giullare di corte con le infradito
Ho perso qualche giorno di cronache sfigate perché non so bene da dove iniziare i miei racconti scanzonati senza fare una premessa. Inizio perciò col raccontare di una tradizione comune nella mia zona, dove per "pulire" un terreno si è soliti comprare o farsi "prestare" una mucca.Quel buon uomo di mio padre, fedele nei secoli alla tradizione, ha ceduto una mucca ad un amico affinché questa pascolasse serenamente nel suo terreno, fungendo da rasaerba. La mucca in questione ovviamente è rimasta sul registro di mio padre. Son cose che in Sardegna sono normali, si fa così, punto. Passa tanto tempo che mio padre si era anche scordato della mucca, anche perché non brilla certo per la sua memoria. Sempre in Sardegna scoppia tale "dermatite nodulare": contagiosa tra i bovini, se cercate su internet trovate tutto. La mucca che mio padre cedette all'amico si ammala, prende sta dermatite nodulare e viene abbattuta, pace all'anima sua. Ma toh, arrivano le direttive UE e chiedono di abbattere tutti gli allevamenti dove ci sono i contagi, fosse anche un solo contagio. Mio padre, buon uomo, rimane tranquillo che i suoi animali sono sani e vaccinati. Eh no, buon uomo, quella mucca ceduta al vicino è rimasta intestata a te, vedi che è qua sul tuo registro? E qua viene il dramma. Arriva l'ordinanza regionale che fissa la data di abbattimento dell'allevamento di mio padre. Non si pensi che quel buon uomo avesse mille mila mucche, oh no, lui alleva pecore, coltiva la vite, il suo orticello e altre cento cose, ma le mucche erano le SUE mucche. Era partito con una coppia e nel corso di 15 anni son diventate 16. Un numero esiguo quindi, non un allevamento intensivo, erano le mucche che aveva desiderato, mucche felici che pascolavano libere su infiniti ettari di terra. Le aveva addomesticate, erano mansuete e lui andava ogni giorno ad accarezzarle. Credo che mio padre ci parlasse col toro: ho la netta sensazione che a quel toro, che aveva un nome, lui abbia detto le parole che non ha mai detto a noi figli. Insomma, erano i suoi "pet". Si è battuto come un leone, ha fatto ricorso al TAR con le dichiarazioni che collocavano la mucca incriminata lontana mille miglia, con certificazione che le sue mucche erano tutte sane e vaccinate. Gli allevatori hanno chiesto l'abbattimento dei soli capi malati, preservando i capi sani. Ma no, la legge non ammette eccezioni e venerdì scorso le 15 mucche e il suo amato toro, sono state prelevate ed abbattute. Esistono su Instagram dei video degli abbattimenti di animali sani e vaccinati: se cercate l'hashtag # dermatitenodulare trovate dei video raccapriccianti che no, non consiglio di vedere. Ovviamente quel buonuomo di mio padre è distrutto. E io qua cosa ci faccio? Niente, a me tocca l'ingrato compito di portare un po' di buonumore, facendo il giullare di corte e altre simili amenità. E quindi in questi giorni mi sono dilettata a proporre piatti alternativi, tipo gli spätzle al gorgonzola con scaglie di ricotta mustia. È stato un successone: mia madre ha commentato "è scotta!". Le ho spiegato che sono morbidi come gli gnocchi di patate ma no, non l'ho convinta. Mio padre invece è stato più democratico: li ha mangiati senza proferire parola e a fine pasto ha chiesto "quelli avanzati puoi metterli da parte?... ché di pomeriggio devo passare in porcilaia". Grazie padreh. Oppure, con grande spirito di sacrificio e devozione, sono andata nell'orto. Con le infradito. Certo, i vecchi mi hanno suggerito di mettere le scarpe chiuse ma io "ma cosa vuoi che siaaaa! Fa caldooo! Sono giovaneeee!". È finita che insieme ai pomodori ho raccolto anche una zecca. Ma io sono una donna forte: l'ho tolta dalla mia pelle con un coltello, poggiata su un gradino di cemento e l'ho infilzata con la punta della lama. Ho urlato soddisfatta come Rocky Balboa ma dopo qualche minuto madre ha aguzzato la vista e commentato "la zecca sta ridendo, guarda: non l'hai mica uccisa!" e con un semplice stuzzicadenti l'ha fatta a pezzi piccoli quanto un micron. Mi sono anche prestata a cancellare tutti gli SMS dal modernissimo cellulare dei vecchi: loro pensano che gli SMS siano dannosi, piccole letterine che intasano le funzionalità di questo capolavoro della tecnologia. E vabbè, chi sono io per scardinare questa credenza popolare ormai radicata? E li accompagno in azienda dove sono rimaste le pecore, belle ordinate che seguono il cane, bianco anche lui. E il fieno che è rimasto lì, ché le mucche non ci sono più, e i campi vuoti, non ci sono più a pascolare. E io qua non posso più fare il giullare. Cerco semplicemente di ascoltare e di capire, ché mi viene da piangere a non vederle più con quei vitellini attaccati, e mio padre, che odia le foto, ogni volta che venivo mi diceva "devi venire nella stalla a fare una foto". E io facevo finta di cadere dal pero "Devo fare una foto alla stalla? L'hai dipinta di fucsia?". Dopo un vaffanculo mi chiedeva di fare una foto al nuovo nato. Ed era bello. Non so se prenderà altre mucche: quando hai 80 anni forse ti rendi conto che non hai a disposizione altri 15 anni per educare delle mucche fino a farle diventare delle amiche coccolose che aspettano una carezza invece che una balla di fieno. Per fortuna c'è mamma: lei lo sa che tutto si può ricostruire, che tutto può cambiare e si deve andare avanti. Lei rimane china sul suo uncinetto, intreccia fili fino a renderli armonici. E poi ti dice "si deve andare avanti. Siamo andati avanti dopo la morte di un figlio, andremo avanti anche dopo questa ingiustizia". Oggi ha finito un altro centrotavola. Domani renderà migliore un altro angolo di questa casa.
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