venerdì 19 settembre 2025

Di un giorno fuori dagli schemi tra autobus, scale, gatti e un tramonto

Per vivere in maniera completa l'autenticità dell'isola di Santorini dovete necessariamente andare alla stazione degli autobus di Fira, capoluogo di questa terra sperduta nel mar Egeo. Già, perché oggi si torna al sano viaggio fai da te e voglio visitare Imerovigli e Pyrgos, lontano dalla folla turistica che tollero quanto un granchio nelle mutande. In questo ridente posticino gli autisti ignorano completamente i pedoni e Sara ha rischiato di essere stirata per un numero considerevole di volte, una cosa di poco conto insomma. I bus non sanno dove mettersi perché gli stalli sono occupati random, a sentimento, dove trovano posto. E ci sono 6 stalli per 485 autobus, quindi spesso si mettono in doppia fila. Ma finalmente arriva l'autobus per Imerovigli, oh che bello, ma non c'è posto e si ferma in strada. Beh, comunque apre la porta, ehy zio, questo va a Imerovigli? Si, dice, e che faccio, salgo? Con una gestualità che lascia poco spazio all'immaginazione, fa cenno di non salire. È palesemente ubriaco, urla, suona, chiama i colleghi, forse vuole il suo posto nel piazzale o forse vuole una birra, che ne so, e infine si rompe le pelotas, chiude lo sportello e se ne va, e noi rimaniamo a terra, sospesi tra una bestemmia e un vaffanc*lo. Vado in biglietteria e riferisco tutto, la gnocca sdraiabile riconosce che l'autista è un po' anarchico, lo sanno tutti, mi chiede scusa in italiano e mi suggerisce di prendere un bus alternativo. Accetto l'offerta solo perché è sdraiabile altrimenti le avrei offerto un mazzetto fiorito di vaffa. Ma no, il bus che mi ha suggerito non fa quella fermata, quindi niente, cambio l'ordine dei fattori e vado a Pyrgos. Sull'autobus rivaluto i trasporti italiani e mi godo il panorama... vabbè, non è esattamente la 125 Orientale Sarda, e mi sorprendo che in questo deserto possano esserci dei vigneti. Si, perché qua fanno il vino e quei piccoli cespugli carbonizzati in alto nella foto, sono in realtà delle viti. Ma veniamo a Pyrgos: qua gli asini sono usati per il trasporto locale, sono un mezzo di locomozione come la bicicletta a Padova, solo che qua è tutto un mondo di scale e le salite hanno pendenza del 30% quindi le biciclette forse no, non vanno bene. Questo paesino è piccolo e poco turistico, si, ci sono i negozietti di souvenir sulla strada principale ma sono innocui e popolati dalla fauna locale. Ovviamente ho lasciato mezzo stipendio in questo negozietto solo per il piacere di accarezzare il gatto sdraiato tra i souvenir.Si, è in salita, i vicoletti sono tanto carini e a volte non c'è traccia di umanità, ma soprattutto non ci sono turisti e solo pochi viaggiatori. In cima, manco a dirlo, c'è la chiesetta con la cupola blu. Che tanto ne ho visto poche eh,
Per raggiungerla ci lasci un polmone sull'acciottolato però che bello, no? No, perché vogliamo sudare un altro pochino, e saliamo ancora più su, perché chissà com'è la cupola dall'alto, te lo sei mai chiesta? No, in realtà no, però potrebbe tornarmi utile. E infatti guarda com'è sta cupola, sembra proprio un'altra cosa dall'alto, quasi non ci si crede che è tonda! Questo paesino mi piace tanto, le porte ad esempio sono bellissime, e i gatti sono tanti e straordinari. Pyrgos è finito, non c'è altro, rimane solo da prendere una cosa al volo e tornare a Fira. Ecco, se posso consigliarvi, non mangiate a Pyrgos: non sono pronti per il turismo e ho mangiato la peggior pita di Santorini, oltre al fatto che i funghi sono rimasti sul piatto perché zio, mi raccomando, mettilo un po' di peperoncino e di spezie eh! E torniamo a Fira, nella nostra fantastica stazione degli autobus, e si riparte per Imerovigli. Stavolta l'autobus parte e io mi ritrovo qua, a guardare la forma di questa specie di cratere che io boh, spero solo che zio Vulcany continui a dormire, manca solo di partecipare a un'eruzione di massa e ritrovarmi col deretano in mezzo alla lava. Il nostro piano diabolico è tornare a Fira a piedi,visto che ancora non siamo arrivate a 500 miliardi di passi e non ho ancora bestemmiato a dovere. Sotto il sole, dettagli. Imerovigli è carina, sembra tutto molto rilassante, per chi può permetterselo ma non per noi che dobbiamo tornare a casa a piedi;il bianco sembra quasi innaturale,
le scale sono ripidissime e a volte si tuffano nel mare, altre sono delle porte verso il cielo. Bellissime le scale ma visto che oggi ne ho fatto a migliaia, tutte sotto un sole drammatico e su un territorio desertico che non ammette alberi, vorrei solo delle scale mobili per trasportarmi in hotel, e svenire. Ma no, andiamo avanti tra un calabrone goloso e la roccia di Skaros, uno spuntone a tratti inquietante dove addirittura c'è gente che ci va a passeggiare. Boh, ok il trekking ma proprio su quel biscottone friabile dovete andare? Non sono rassicuranti quelle pietre traballanti eh! Nel frattempo io sto bestemmiando anche in lingua swahili, ho sete, abbiamo finito la scorta di acqua e voglio solo poggiare le chiappe su una sedia. Troviamo un bar carino, con 3 piani si scale per salire in terrazza, ma dettagli, cosa vuoi che siano? Si gode di un buon panorama da quassù, e toh, incredibile, proprio su una chiesa, che oggi non ne ho visto abbastanza eh! Ripartiamo, non prima di aver salutato il gatto che sembra uscito da un film di animazione. Imerovigli sta per finire con il suo bianco candido e le sue buganvillea, con le sue piscine a picco sul maree le sue bellezze sdraiabili impegnate negli shooting fotografici.Inizia Firostefani e a me sembra sia tutto uguale tranne il fatto che i turisti iniziano ad aumentare. C'è anche una libreria sulla passeggiata di rientro: la trovo bellissima ma soprattutto ha uno spazio dedicato ai libri italiani che no, non sono tanti.E infatti il libraio si giustifica così. E la giornata finisce con una cena che va guadagnata salendo 3 rampe di scale che zio cantante però dovrete sgrezzarvi ragazzi miei, ci sono anche le scale mobili al mondo! Ma si, anche stavolta ne è valsa la pena: beviamo un tramonto che sa di vino bianco e di segreti tra amiche, di raggi sparsi nel cielo e risate senza senso. Ché in fondo Santorini non è così turistica e commerciale se la guardi con occhi da sognatrice. 

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