mercoledì 10 settembre 2025

Di una prigione dorata, asini, nudi di donna e topper

Stamattina piazza d'Italia era deserta, vivaddio il complessino si è ritirato in buona creanza e il sonno ha trionfato. Sara ha dormito tutta la notte senza muoversi di un millimetro, a suo avviso è stato tutto merito del topper "sarà un topper grosso quanto il materasso del traghetto, ne sono certa!". Barbieri sarebbe orgoglioso della sua valutazione
È stato necessario fotografare materasso e topper per riprodurre questo comfort a casa sua. Oggi abbiamo un'escursione, partiamo da Stintino: siamo in anticipo e diamo un abbraccio alla Pelosa che ancora dorme e gli ombrelloni sono chiusi. Al porto ci aspetta Ausonia che ci porterà dritte all'Asinara. La traversata dura mezz'ora, scegliamo il posto a prua per goderci il panorama, bella la sensazione dell'acqua ai lati della barchetta fino a quando l'onda non entra direttamente a prua e facciamo un pediluvio gratuito, dettagli. Ci accoglie il porticciolo di Fornelli dove l'acqua è limpida come una qualsiasi spiaggia di Alicante. Abbiamo scelto un'escursione con il Defender, abbiamo una guida super preparata che si chiama Ilaria e partiamo. Vi faccio un riassunto della storia di quest'isola partendo dal medioevo, quando costruirono una sorta di castello per controllare...boh, gli asinelli? Ma l'Asinara come tutta la Sardegna, è sempre stata terra di conquista, quindi i Savoia pensarono bene di costruirci un lazzaretto per confinare quelli che arrivavano via mare con malattie infettive. Poracci, direte voi, beh però avevano camere vista mare e asinelli! Ma poi arrivò la prima guerra mondiale, e cosa fai? Non ci fai un bel campo di prigionia per i soldati austro-ungarici? Che tanto mica possono scappare a nuoto! Però erano democratici e hanno lasciato che costruissero le loro chiesette, dando loro degna sepoltura in una sorta di ossario sull'isoletta. Nel frattempo però, nel 1885 l'Asinara divenne una colonia penale, badate bene: colonia penale e non carcere duro, perciò i detenuti erano "liberi" di uscire e curare il territorio, ancora ci sono i resti delle stalle e delle tante strutture dove alloggiavano. Tutte che scendono a pezzi, dettagli. Poi arrivarono gli anni di piombo e in seguito la mafia e l'Asinara diventò anche un carcere di massima sicurezza con 10 strutture carcerarie sparse in tutta l'isola, a seconda della gravità dei reati, alcune più libere e altre meno. Su quest'isola trascorsero discreti periodi di villeggiatura forzata fior fiore di personaggi: da Renato Curcio a Vallanzasca, da Raffaele Cutolo a Totò Riina, ma anche Franceschini, Fioravanti e altri detenuti sardi tra i più disparati. Per motivi di sicurezza, nel 1985, furono portati qua, nella casa rossa, anche Falcone e Borsellino con le loro famiglie. Rimasero un mese e in seguito lo stato presentò loro un conto di 415 mila Lire a testa per le spese di vitto e alloggio. E su questo stenderei un piumone pietoso perché un velo non basta, zio cantante. Ma veniamo alle cose belle: nel 1998 il carcere fu dismesso, liberi tutti, e nel 2002 l'isola dell'Asinara fu dichiarata parco nazionale. Da allora l'isola è curata da una serie di enti, associazioni, comuni e boh,non si sa perché con tutte queste persone che si occupano dell'Asinara, la maggior parte degli edifici siano pericolanti o circondati da transenne. Oggi qua vivono cinghiali, caprette che saltellano o si riposano,
mufloni screanzati che prima ti mostrano le pudenda e poi il loro bel faccino da "mbè? Caxxo vuoi?", circa 170 cavalli e altrettanti asini, tra cui quello bianco. Sappiate che per preservare l'ecosistema dell'isola, spesso si possono adottare caprette, cavalli e asini, nel senso che dovete andare là e prendervi l'animale. Pensavo di prendermi un asino e metterlo in salotto, dice che sono animali molto intelligenti, praticamente degli animali domestici. Errata corrige: non tutti gli asini sono intelligenti e a me certamente toccherebbe questo che è rimasto incastrato tra la fontanella e il muro.E poi c'è il mare, bello e sconfinato, dall'alto sembra un quadro con tutta la gamma Pantone del blu. E quando arrivi in spiaggia puoi godere di tanta Bellezza. Ma toh, nel mare ci sono i pesci, guarda te se devo farmi il bagno dentro una zuppa di pesce, con questi esserini che mi ronzano attorno manco avessi dei lombrichi al posto dei piedi. È stato bello? Si, moltissimo: vi consiglio l'escursione con le jeep che arrivano dove furgoni, trenini et simili non possono arrivare, e vi consiglio la visita al carcere che si, potrebbe essere tenuto meglio ma tant'è. A Cala d'oliva c'era il cuore delle varie strutture carcerarie. Si, qua arrivò anche un mio parente piuttosto refrattario alle regole: scontò su quest'isola tutta la sua pena, riacquistò la libertà e morì di cancro poco tempo dopo. Direi che ha pagato tutto ciò che doveva. Questo posto quindi l'ho conosciuto sotto un'altra veste ma cerco di immaginare la vita qua dentro:cartoline, sigarette ed armi bianche, calcio, Madonne
e solitudine. La maggior parte delle celle è chiusa e io ho dovuto sbirciare e zoomare attraverso il buco della serratura. In alcune il buco è talmente stretto da non permettere la visione intera della cella. Questa per esempio: e poi ho messo a fuoco, una donna semi nuda, un grande classico, ma c'è dell'altro, un nome? Una frase? Riesco: Salvatore prendimi, scritto sopra il poster di una donna. Giusto per dovere di cronaca: il mio parente si chiamava Salvatore, ho sorriso perchè no, probabilmente non era la sua cella, viveva quasi libero sull'isola, non era pericoloso, ma a me piace pensare che chiunque fosse abbia avuto momenti di gloria. Ah poi c'è l'infermeria, essenziale direi. E la barberia... boh, forse era meglio l'infermeria. E la scuola, e chissà se è stata utile a qualcuno, ché la scuola serve sempre. E nella strada del ritorno pensavo che... forse la punizione più dura era quella di vivere su un'isola dove il caldo è soffocante, essere circondati da un mare paradisiaco e non poterne usufruire, come in una classica prigione dorata. Ci lascio un pezzo di cuore su questa terra, così aspra, selvaggia, con un passato di sfruttamento e sofferenza, e questo suo essere isolata dal resto del mondo è stata la sua condanna e la sua fortuna: solo qua puoi trovare un asinello nel percorso verso la toilette, un cucciolo che cerca di poppare sotto la finestra di una galera, una porta di calcio dentro il recinto di un carcere che ha il mare come confine. E ci affidiamo ad Ausonia per tornare a casa, il marinaio è vestito di tutto punto e ordinato, dettagli. Ma l'importante ora è tornare a Casa. Sto arrivando, mamma. 

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