sabato 5 settembre 2020

Del perimetro della Sardegna

Se decidi di partire dalla punta nord est della Sardegna per arrivare a Sant'Antioco e vedere il tramonto, hai due possibilità: attraversare la Sardegna in diagonale oppure fare il perimetro dell'isola, attraversando la 125 Orientale Sarda e la Sulcitana. Ovviamente ho scelto la seconda ipotesi. Percorrere la strada statale 125 orientale sarda è un'esperienza che non saprei catalogare. Dobbiamo sempre considerare che Google maps non si è ben inserito nella cultura sarda, pertanto la SS 131 d.c.n., ossia diramazione centrale nuorese, la signorina di Maps la pronuncia così "fra 300 metri svolta leggermente a destra e prendi Strada Statale 131 Dopo Cristo Nuorese". Non è una battuta, provate a prendere lo svincolo da Olbia per la 131! Ma io decido di prendere l'orientale sarda per vedere dove va a finire. Fino a Dorgali e Cala Gonone, la strada offre uno spaccato della Sardegna: spiagge, boschi, macchia mediterranea, rocce e piccoli centri abitati. Fra Cala Gonone e Tortolì il percorso diventa arduo: sei nel niente per infiniti chilometri, intorno a te profumo di mirto, lentisco e cisto. E basta. Improvvisamente la signorina di Google maps si sveglia e dice "fra 400 metri svolta a destra e prendi la strada comunale numero TantiCaxxi per Urzulei". Eh? Urzulei? Ma io non voglio andare a Urzulei, cosa ci faccio? Voglio fare tutta l'orientale sarda! E quindi vado dritta e proseguo per la mia strada. Aspetto il "ricalcolo percorso" ma no: la scritta è "assenza connessione dati". Da qua devi andare a sentimento, segui l'orientale sarda che, mal che vada, si collega alla strada sulcitana e andrà tutto bene. In questo tratto di strada non prende neanche l'orologio a cuccù, pertanto incrociamo le dita perché se foriamo uno pneumatico dobbiamo attendere che passi qualcuno. Sarà una strada trafficata? Fino a Baunei ho incontrato, nell'ordine: una mandria di mucche, un asinello che brucava a bordo strada, un vitello in una piazzola di sosta sterrata, un uomo a piedi con la divisa da guardia forestale e 2 bandiere dei 4 mori. Per fortuna avevo il pieno e non ho bucato e finalmente si arriva ad Arbatax: pausa ragazzi, foto alle rocce rosse che meritano una sosta. Da lì fino al sud dell'isola il panorama è piuttosto eterogeneo, cambia improvvisamente quando la 125 orientale sarda finisce e si entra nella sulcitana: molto meno aspro con ampi scorci sul mare, e ovviamente tante strade immerse nel nulla. Giusto un bagno sulle rocce che circondano Campulongu... Ma anche uno a su Giudeu già che ci siamo, che qua qualsiasi mare scegli cadi in piedi perché è tutto bello. E poi arrivi di corsa a Carloforte e siccome voglio esagerare vado a prendermi la prima discesa del sole a Cala lunga. C'è anche della sabbietta rossa, residui di corallo ma anche dei ricci di mare. Ma io voglio un tramonto che si rispetti, pertanto vado a Cala sapone e mi impertugio sugli scogli: e adesso me lo godo tutto, me lo bevo questo tramonto. Perché ho fatto tutto questo giro? Perché amo questa terra, le sue contraddizioni, il suo paesaggio incasinato che passa dalle montagne e arriva a picco sul mare, i nomi dei paesi che sono un trattato alla logopedia e i trattori carichi di fieno che ti fanno andare a 10 km all'ora. 

Nessun commento:

Posta un commento