martedì 1 settembre 2020

Concedetevi il paradiso

C'è sempre qualcosa che rappresenta Casa, che riconosci da lontano e capisci subito che sei arrivato. Per me Casa sono gli occhi chiari di mia madre e il profumo della sua cucina, l'odore del mirto e del cisto, il suono della lingua sarda e il profilo di Tavolara. Della mia famiglia ne parlo fin troppo, di questo clan variegato e poliedrico che nel bene e nel male mi appartiene e ha fatto di me l'imbecille che sono. Nel mio diario di viaggio mi piace parlare soprattutto ci ciò che vedo, dei posti che mi danno emozioni e delle Persone che incontro e riescono a regalarmi un sorriso (a proposito, grazie Federica per quell'abbraccio immaginario, così stretto e caldo, e per il tempo ben speso). Oggi sono andata a Tavolara, che per me è Madre, quel profilo maestoso e rassicurante che vedo quando torno a casa. La prima foto che scatto è sempre dedicata a questa montagna austera che per me è dolce e tenera. Si parte da Porto San Paolo, 18 euro andata e ritorno, 20 minuti di traversata e sei in paradiso. Non ho molto da dirvi: è bellissima sotto ogni punto di vista ma vi prego, non fermatevi alla prima spiaggia. Non dovete essere pigri, andate oltre, superate la prima spiaggia e già che ci siete superate anche la seconda. Andate oltre, sempre, salite gli scogli e quella vegetazione incolta, godetevi il panorama, seguite il sentierogiunti all'ultima curva vi troverete davanti una lingua di sabbia che unisce un'altra piccola isoletta.Fermatevi a guardare le due correnti opposte che si scontrano, fatevi accarezzare da queste due forze contrapposte e andate oltre. Fermatevi solo quando Tavolara è finita, non abbiate paura di perdervi, tanto lei è li, vi segue con la sua ala protettrice, non vi succederà nulla. Andate a fare un giro al cimitero, indipendentemente dalle tombe dei reali, colpisce perché è piccolo, ai piedi di quella montagna così grande. Perdetevi, lasciatevi abbracciare dal profumo della vegetazione, dal rumore delle onde, dai colori surreali. Ma soprattutto, portatevi delle scarpe da mare perché ci sono sassi ovunque e anche dei gran bei ricci di mare: rischiate di tornare a casa con i piedi flagellati. E poi, già che ci siete, procacciatevi il cibo per tempo: se andate verso la fine dell'isola impiegherete mezz'ora per tornare al bar più vicino. Io ho preso una birra gelata e al rientro aveva la temperatura della minestra: il trucco è berla nel tragitto. E possibilmente andate di mattina presto o dopo l'una: al mattino non ci sono i pigri (arrivano a metà mattina) e all'una e trenta vanno via i barconi delle gite organizzate dai villaggi turistici. In queste due fasce orarie correrete il rischio di sentirvi in paradiso. E non buttate niente per terra: sembra superfluo dirlo ma non lo è. Oggi ho raccattato dei rifiuti dall'acqua, rischiando di venire scambiata per un operatore ecologico, ma davvero mi fa male il cuore vedere certe barbarie. Io ho portato a casa i miei rifiuti, non sono morta per aver avuto nello zaino 200 grammi in più, credo che ci siano cose più pesanti. Per me quest'isola è Vita, è l'ultima cosa che ho salutato quando sono andata via dalla Sardegna, piangendo come una disperata sul ponte della nave. È la prima cosa che vedo quando rientro a Casa, quella che mi fa battere il cuore e sorridere come una bambina. Abbiatene cura come se fosse vostra Madre. 

1 commento:

  1. Tutto bello, ma perché é un rischio essere scambiata per operatore ecologico?

    RispondiElimina