domenica 6 settembre 2020

L'isola di San Pietro e la signorina di Google Maps

Stamane il proprietario del B&B di Sant'Antioco mi ha dato la mappa e spiegato le bellezze della città fin dall'epoca romana. Sulla mappa ha segnato con orgoglio tutto ciò che potevo andare a vedere. Timidamente chiedo "e per andare all'isola di San Pietro?". Seccamente risponde "devi andare a Calasetta, prendi il traghetto e vai a Carloforte. Non c'è altro". Intuisco che l'isola di San Pietro non dev'essere la sua preferita. La strada che da Sant'Antioco porta a Calasetta probabilmente è carina se uno segue le indicazioni della signorina di Google maps, ma io e lei abbiamo litigato nei giorni scorsi all'altezza di Urzulei e da allora io seguo la strada alternativa. Prendo quella che dovrebbe essere una litoranea, la signorina di Google maps non la prende bene e non mi rivolge più la parola. La strada in effetti si affaccia sul mare ma la carreggiata è costeggiata da fichi d'India e canneti, perciò niente panorama marino...secondo me li ha piantati ieri sera la signorina di Google maps per farmi dispetto. La mia strada alternativa si rivela un concentrato di Ape car: ne incontro a decine, e finché sono nella corsia opposta va tutto bene, quando me le ritrovo davanti sono costretta a viaggiare a 15 Km/h. Riesco a prendere il traghetto da Calesetta alle 10:20, quando il traghetto esce dal porto mi assale la nostalgia: sto lasciando la Sardegna ed è qualcosa che mi tocca sempre nervi scoperti. Faccio pace con la signorina di Google maps e arrivata a Carloforte, le chiedo di portarmi alle Colonne. Quell'infingarda però mi dice di andare su una strada sterrata dove al massimo entra una bicicletta e un mulo magro senza sella, mi blocco sul bivio, la insulto, torno indietro e trovo un parcheggio sterrato. Mi accoglie un signore col Tavernello nella borsa frigo: è il principe del parcheggio, offerta libera dice, e mi indica la strada per andare alla spiaggia. Non voglio andare in spiaggia voglio vedere le Colonne, ma lui neanche sa dove sono le Colonne, mi dice di andare a farmi un bagno e non so dire se il senso delle sue parole fosse metaforico. Gli do le monete e comunico che tornerò nel pomeriggio: sono decisa a vedere le Colonne. Esco dal parcheggio e mi rendo conto che dalla parte opposta c'è un gran cartello con scritto "le colonne", lo dico alla signorina di Google maps che continua a volermi mandare nello sterrato, "prosegui dritto per 2 chilometri, poi fai un'inversione a U". Anche nel secondo parcheggio c'è l'offerta libera, ci sono due baldi giovani che ti dicono dove parcheggiare...ah sono abusivi?! Ohibò, lascio le ultime monete sulla loro sedia, a fianco c'è la borsa frigo con parecchie Ichnusa. Arrivo dopo una breve passeggiata a picco sul mare e vedo le Colonne, nel vederle un po' mi ricordano il Portogallo e l'Algarve, con quegli speroni che sbucano dall'acqua, steli enormi di un mare generoso. Respiro a fondo, sono contenta e mi è venuta fame...tonno di Carloforte vieni a me! Scelgo un locale non blasonato che mi ispira fiducia. Il proprietario mi propone tonno alla Carlofortina, rispondo "mmmhh...forse l'ho mangiato anche ieri a Sant'Antioco...quello col pomodoro?". Il signore, simpatico eh, mi guarda malissimo "anzitutto a Sant'Antioco non hanno la cultura del tonno, sei su un'isola che ha l'unica tonnara in Europa... Mi fai vedere la foto del piatto che hai mangiato ieri?". Il signore mi spiega tutte le parti del tonno: ventresca, tarantello, filetto, buzzonaglia, etc. mi rendo conto che è un esperto, ne parla con passione e orgoglio. Il suo disappunto nel vedere il piatto di tonno che ho mangiato ieri a Sant'Antioco è palpabile, come se avesse visto Mike Tyson in tutù. Infine, ne convengo col ristoratore: il tonno che ho mangiato oggi a Carloforte è migliore di quello di ieri e di sempre; lui sorride soddisfatto. E poi mi perdo nei vicoli di Carloforte che sanno un po' di Genova e di Tunisia, ma quando prendo la macchina e giro per le strade di quest'isola, selvaggia e sconosciuta, mi sento ancora in Sardegna. E il mare è quello unico e trasparente che circonda la mia terra: sono a casa.La giro tutta quest'isola così piccola eppure sorprendente e mi perdo mille volte nelle sue strade un mezzo al niente, fino ad arrivare alle tonnare e a vedere l'isola Piana.Chiedo aiuto alla signorina di Google maps per andare a prendere il traghetto per Calasetta, ma quella è ancora arrabbiata con me, mi dice di andare verso un molo ma io lo vedo bene che c'è il traghetto Delcomar pronto con tutte le auto in colonna. La signorina continua a dirmi "prosegui dritto poi la tua destinazione si troverà sulla sinistra", io la ignoro e mi fermo, non proseguo dritta, non vorrà mica insegnarmi a prendere un traghetto questa qua?! Il ragazzo prende distrattamente il mio biglietto, senza troppi complimenti mi dice di andare avanti e sono sul traghetto. Traversata soft e finalmente scendo e vedo le classiche ciminiere di Calaset...ciminiere??? Dove diamine sono?!? Accarezzo la signorina di Google maps, le chiedo scusa, lei (stronza) sghignazza e mi fa notare che sono un puntino blu lampeggiante sul molo di Portovesme. Ho sbagliato traghetto, la signorina aveva ragione. Le dico di portarmi a casa, gentilmente, perché non vedo l'ora di andare dal tipo del B&B e dirgli che Sant'Antioco non è bella come l'isola di San Pietro ma certamente è meglio di Portovesme. 

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