martedì 14 settembre 2021

Heidelberg, le martore e i libri

La signora Inge stamane è uscita presto per comprare il pane fresco; prima però, per la mia ora di corsa, mi aveva suggerito due itinerari: fare la salita fino al paese vicino oppure andare verso il bosco. Ho scelto la salita così da vedere l'alba: si noti l'imponente agglomerato urbano. Ma salgo più su, che dall'alto i colori sono più vividi, nonostante un campo di mais mi impedisca una visuale completa: piccoli inconvenienti del mio metro e mezzo di statura. Però anche basta con le salite, torno al paesello e faccio un giro: impiego circa 3 minuti per fare il tour completo dell'urbe. Mi colpisce un chioschetto, non ha finestre né porte, dentro dei libri e chiunque può entrare per leggere i libri che la comunità ha messo a disposizione. Vado al bosco, seguendo i consigli di Inge: in effetti qua posso correre finché voglio, e quando esco mi rendo conto che il sole è già alto e ogni cosa sembra viva. Torno da Inge, le chiedo subito delle martore, visto che sotto la macchina ha messo uno strano arnese. Secondo Inge le martore vanno sotto le auto e si infilano nel motore, facendo una scorpacciata di fili e cavetti. Per ovviare a questo annoso problema, basta mettere sotto l'auto una sorta di cornice con zanzariera metallica: le martore ODIANO camminare sopra questo arnese, tanto che scappano a gambe levate e il motore della macchina è salvo. E con questa salvezza, mi dirigo verso Heidelberg. Oggi è una giornata Slow, passeggio nel centro di questa cittadina e vuoi non entrare in una libreria antiquaria? Rimarrei ad esplorare questi tre piani di volumi accatastati per argomenti. In ogni angolo fogli da accarezzare, e sono felice quando trovo un volumetto sconosciuto dove qualcuno ha disegnato le varie bellezze italiche. Continuo il mio giro per Heidelberg, c'è il tempo per un po' di memoria sulle pietre d'inciampo che qualcuno ha lucidato per bene, affinché tutto non sbiadisca. Ma vediamo le bizzarrie di questa città. Ad esempio, noto che qualcuno ha preso esempio da Valentin e ha realizzato il sellino di pelo, affinché il deretano non abbia da patire il gelo. Oppure le cartoline col pelo (tanto per stare in tema), che quelle macchie marroni sono proprio di peluche: Noto anche che qua i tamponi Covid sono gratuiti: entri, porgi il naso e te ne vai col tuo test. Non manca il tocco di italianità in questa cittadina, dove trovare un ristorante tedesco è ardua impresa, puoi trovare ogni genere di ristorante italiano, ma il premio lo vince la gelateria Punto G. E qua stendiamo un piumone pietoso ché un velo non basta. Ma affinché la giornata non sia così oziosa, perché non salire al castello di Heidelberg? Ci salgo però con una specie di trenino, così mi ritrovo in cima senza aver sudato. Il castello è grande e scenografico, si presta al click dell'otturatore. Mi concedo un giro al museo della farmacia, così posso anche ammirare la prima confezione dell'aspirina. Uno sguardo al panorama, un accenno di tramonto e poi scendo a valle. Decido per fare le scale con la pia illusione "beh tanto è in discesa". Alla fine di una serie infinita di gradini il muscolo sartorio e il quadricipite femorale chiedevano pietà. E si torna a casa, non prima di aver sorriso davanti ad uno scaffale di libri in regalo, anche se leggere sembra essere ormai archeologia. Sulla via del ritorno un po' di sana Street art...sul muro di una chiesa. O la fila infinita delle "case degli americani", circondate da filo spinato, ormai in disuso, in attesa di essere riqualificate, ciascuna con il suo numeretto, come piccole tessere di un improbabile mosaico. Ma finalmente arrivo da Inge, lei e la sua risata aperta e pulita appena mi vede, che non ci capiamo ma in fondo non serve per ridere insieme. Ha preparato la cena, guai a non mangiarla: spätzle e gulash con peperoni. E ora scusate, vado a fare compagnia alle martore che tanto di digerire se ne parla a capodanno. 

Nessun commento:

Posta un commento