venerdì 17 settembre 2021

Lo zaino della Baviera

Il mio viaggio in Germania è terminato ieri sera e come tutti i viaggi mi ha arricchito, mi ha cambiato e regalato emozioni straordinarie. Amo viaggiare e mi piace farlo prendendo ciò che di positivo trovo nelle Persone, perché questa è la vera ricchezza. Dalla Baviera ho portato molte cose, le ho custodite nello zaino buono, quello che apro quando ho voglia di Bellezza. E se ora apro quello zaino trovo dentro il profilo delle casette della Baviera, appuntite come le matite colorate al primo giorno di scuola. Un pezzo di me è rimasto a Langendorf, sotto il campanile della chiesa di San Vito, la quale cupola a cipolla è stata il mio punto di riferimento per una settimana. Ho portato con me anche il giardino di Irene e Valentin, senza cancello, chiunque potrebbe entrare dalla strada, con quella porta sempre aperta e fiduciosa, "perché chi entra in questa casa porta in dono delle cose, non viene a rubare" dice Irene. In quel giardino ho creato il mio angolino intimo, uno spazio dove scrivere, sperare e sognare. Ho portato con me delle mele: ovunque si trovano alberi di mele e ora che sono carichi di frutti, le mele sono ovunque, nel ciglio della strada, in tutti i giardini. Il succo di mela si beve come l'acqua, in cartoni ecologici e in grande formato, non manca mai sul tavolo di una qualsiasi cucina. Ho fatto tesoro del grande rispetto per l'ambiente del popolo bavarese: la raccolta differenziata fatta in maniera maniacale, l'attenzione per il package meno impattante per l'ambiente guida le scelte negli acquisti di tante famiglie. In ogni giardino c'è una compostiera, quasi tutti raccolgono l'acqua piovana: Valentin ha un impianto di raccolta, Inge e molti altri non hanno un impianto ma delle vasche rudimentali e con quell'acqua annaffiano le piante del giardino. In tanti usano sapone e shampoo solido, per evitare l'uso della plastica. Le bottiglie di vetro, così come alcuni tipi di quelle di plastica, si possoni portare nei vari punti di raccolta e in cambio ti danno dei soldi, non tanti, ma è un incentivo al riciclo. Spesso per strada trovi degli oggetti con la scritta "zu verschenken", sono oggetti in buono stato e piuttosto che buttarli li regalano a chi potrebbe averne bisogno: anche questo è un comportamento civile per combattere lo spreco. Mi porterò dentro la laicità di questi posti, dove all'ingresso dei paesi c'è il cartello che indica l'ora della messa nelle chiese delle varie confessioni religiose. Mi sono portata sotto il sedile la zucca dell'orto di Valentin e Irene, e per me è più preziosa di quelle esposte nei vari chioschi di kürbis lungo le strade. Ho messo nello zaino l'alba di Langerdof, il tramonto lungo la Romantische Straße, la colazione preparata da Irene e da Inge, il sedile di pelo di Valentin, l'uomo che brucia le erbacce e il muschio dei marciapiede (sono pulitissimi!), gli orti dove verdure e fiori convivono, senza confini né recinzioni, ché si sa che questo è mio e quello è tuo; i cartelli convincenti contro l'uso dei cellulari in auto, il fuoco in giardino, la discrezione della famiglia Trott, i tamponi Covid gratuiti ad ogni angolo di strada, la campagna elettorale discreta, con cartelli "mobili", senza imbrattare i muri, con semplici csrtelli che vengono rimossi dopo le elezioni. I cartelli con l'invito a rallentare perché le scuole sono ricominciate. I bambini: da quelli che trascinavano barchette lungo i piccoli canali di Friburgo in Brisgovia alle mani della nipote di Sara che si intrecciavano alle mie. I disegni dei bambini realizzati con i gessetr: è il loro gioco estivo, e quelle strade così decorate danno speranza. La libertà di questo popolo perennemente con i piedi scalzi e i bambini che giocano con poco. Le librerie, bellissime e variegate che ho visitato. La pesantezza delle torte tedesche e i sassi sui blocchi del campo di concentramento di Buchenwald. I carrellini "volanti" per trasportare carbone o minerali, e i grafitti educativi. E soprattutto mi porterò dentro la famiglia di Sara, bella e accogliente: dal silenzioso e paziente onkel Valentin alla risata e alla forza di tante Irene, dalle fotocamere di onkel Hans, con la sua anarchia e i libri di fotografie, fino all'amica Inge con la sua invenzione per le martore. E l'ultima immagine che ho di questo viaggio è proprio Inge che si sbraccia per salutare, come se su quell'auto ci fosse qualcosa di prezioso che le verrà a mancare. E ora chiudo lo zaino consapevole che questo viaggio mi ha dato tanto, mi ha cambiato. E adesso non mi resta che guardare avanti. 

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