domenica 10 settembre 2023

Chiese, deviazioni e andouillette


Si torna indietro: oggi lascio la Normandia e torno in Borgogna. Il rientro a casa si fa vicino e mentre Sara è disperata per il ritorno al lavoro, io sono contenta perché ho un'altra settimana di ferie e un'altro viaggio da fare. Ma Sara si consola con la vista delle rotonde: oggi troviamo le pecore, manco fossimo in Sardegna! Una piccola parentesi: questa cosa della toponomastica e delle rotonde è una caratteristica della famiglia di Sara. La mamma infatti è persino andata al municipio per lamentarsi di un cartello mancante nella rotonda di fronte casa sua. E visto che non hanno ascoltato le sue rimostranze, lo ha fatto lei il cartello, lo ha costruito e lo ha appeso alla rotonda. Capite quindi che è questione di DNA? Capite che ad ogni rotonda sono grida di gioia e giubilo? Prima di lasciare la Normandia, Sara vuole andare al mulino di Moidrey. È carino, dai, non la facevo terra di mulini questa, però è un ottimo posto per fare la pipì, non trovate? Quando ti ricapita di fare la pipì sotto un mulino a vento? Da lontano intravedo il mio sogno, quello che ieri ho preso e portato via, mettendolo sotto braccio come una qualsiasi baguette. La destinazione di oggi è Auxerre, la strada è lunga e costellata di torrette e campanili, ogni paesino ha una sua costruzione a punta. E poi succede l'imprevisto: strada chiusa. E finché questo accade in Sardegna io so che se la strada fra Birgalavò e Talavà è chiusa posso passare da Tanaunella e Tamarispa, oppure da Budditogliu e Franculacciu, ma qua cosa puoi fare? Seguire la deviazione che porta... Qua ⬇️ ma ciao mucca, tutto bene? Mangiato bene? Come stiamo a latte? Dai, domani andrà meglio. Passiamo anche al livello Pro dei balloni di fieno: ma non era sufficiente mettere un cartello su un tubo Innocenti per il festival della ruralità? Evidentemente no. Il sole picchia forte oggi, si registrano 37°, e la strada è lunga, tanto lunga. E aggiungerei che il traffico non è un problema da queste parti. Facciamo tappa a Saint Céneri Les Gérei. Pare sia uno dei borghi più belli della Francia, è un posto un po' dimenticato da Dio, la cassetta delle Poste sembra un po' in disuso ma credo che riusciranno a sopravvivere anche senza spedirsi lettere. Trovo un atelier di... tutto e di niente.L'interno è delizioso, c'è tanto di quel casino che mi sento a mio agio. Forse dovevamo andare via ma perché non visitare una sperduta chiesetta immersa nel caxxo di niente all'una e col sole che picchiava in fronte come un martello pneumatico? Sono sudata come Ribot al termine del Prix de l'Arc de Triomphe. E peraltro sta chiesetta non arriva mai, sembra volersi nascondere. È piccola e graziosa, e si può entrare. Dentro c'è una statua di Saint Céneri e la leggenda vuole che se una ragazza che cerca marito riesce ad infilare uno spillo nello zoccolo del santo, ebbene si, troverà marito. Sara infila 5 o 6 spilli, che se non si fosse capito sta cercando marito e vuole essere certa del miracolo imminente.@Torno indietro e la fame incalza. Prendiamo un tagliere e... Ci sono due cose che non conosco, le assaggio e sembrano persino buone. Poi scopro che sono rillettes e andouillettes, realizzate rispettivamente con pollo e grasso/strutto,.e...intestino di maiale. Voglio vomitare tutto, anche gli omogeneizzati Nipiol che ho assunto nella mia infanzia. C'è un bagno però. Direi che è passabile ma hanno un problema con lo specchio: posso testimoniare che è un problema. La strada chiama ma è lunga ed è tutta campagna, e trattori, molto bello eh, ma dopo un po' diventa noiosa. Per ottimizzare i tempi cerco di insegnare il sardo a Sara attraverso le canzoni: è ancora lì che cerca di pronunciare Zirighelta e Pibiristasa. Trovo un sacco di paesini fantasma: tutto chiuso, imposte e porte, tutto. Trovo il livello pro 2.0 del fieno, manca solo il cartello ma ci siamo. E poi zucche e zucche. E poi un trattore, ma non uno qualsiasi: un trattore carico di PATATE e guidato da una donna. Che sia un segno del destino? Forse quella è la mia donna ideale, ma forse anche no, so solo che il destino mi sta dicendo che merito tanta patata, ma non in Francia. E infine arrivo ad Auxerre: dalla finestra vedo questo, immagino la cittadina ed esco subito perché la fame incalza e devo dimenticare quella cosa di interiora di maiale e mucca mangiata a pranzo. Ci sono anche qua triangoli da seguire, il centro ha le case a graticcio, la mia passione! Noto però che i negozi sono tutto chiusi, nonostante siano le 19,30...e ricordo che qua in Francia mangiano presto. Ma non solo, scopro su internet che la maggior parte dei ristoranti sono chiusi durante il fine settimana e riaprono martedì. Ma seriamente??? La scelta si riduce ai locali della piazza: Linguini (ristorante italiano), un kebabbaro, un bistrò che sta per chiudere, un ristorante tipico che è pieno come una lattina di Fanta e infine una specie di posto che fa due cose alla griglia. Bene, chiedo un camembert al forno, quello fuso, delizioso e... Arriva inclusa la charcuterie con fette di cose intestinali poste in un angolo. MA IO NON VOGLIO QUESTE COSE, HO DETTO ONLY CHEESE, COSA NON ERA CHIARO? Il cameriere si scusa, non aveva capito, si scusa anche in lingua croata. Per strada l'unica cosa illuminata è la punta della chiesa. Auxerre conta più di 38.000 abitanti ma oggi devono aver saputo del nostro arrivo e sono tutti scappati. Meglio dormire, domani sarà un lungo viaggio di ritorno. 

1 commento:

  1. Grazie come sempre di questo resoconto dettagliato sulle peripezie Francesi ...manca poco che incontri Obelix e Asterix ...

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