sabato 9 settembre 2023

Fari, foto storte e sogni realizzati.

Stamane dalla finestra ho capito che la giornata sarebbe stata straordinaria. Lascio quindi questo ameno albergo alla periferia di Bayeux, e per farvi capire lo spessore di questa baracca vi lascio un'immagine... Non vedevo soldatini di stagno della seconda guerra mondiale da quando i ghiaccioli costavano 20 lire. Ho detto tutto.
Ieri non ho avuto il coraggio di usare lo scopino del cesso per pulire il vetro, ci provo dal benzinaio... Credetemi, ci ho provato, davvero. Ma pazienza, le foto attraverso il vetro continueranno a venire con l'effetto coriandoli fumé. Ho voglia di dolcezza, di qualcosa di buono, quindi prima tappa Isigny-sur-Mer, in una fabbrica di caramelle mou...questo è un lavoro che non potrei mai fare: tutto quel caramello finirebbe nelle mie fauci e io verrei licenziata a tempo di record. Grazie mamma che mi hai fatto pedagogista. Faccio scorta di caramelle per quando i tempi saranno bui, e arriva la prima sosta pipì. Sara dice che quel cesso era splendido, profumava di burro e vaniglia. Faccio un appello sincero e spassionato: cerco un uomo che porti Sara in giro per il mondo a scoprire i migliori cessi, magari un po' trippottino e preferibilmente sardo. Uomini, palesatevi! Faccio un salto a Utah Beach, l'ultima spiaggia dello sbarco in Normandia. È un saluto il mio, un momento silenzioso prima di concedermi un altro cambio di strada. E mentre fotografo cielo e piombo, passa un caccia bombardiere, appena visibile: un puntino impercettibile tra le bandiere e il soldato, ma il rumore è assordante. Ehy, Steven Spielberg, se stai facendo le prove generali per un mio futuro infarto, sei un fottuto genio. 
Ah, le rotonde della Normandia, che spasso! Sara vuole che le fotografi tutte, così da progettarle in Italia. Pensa che futuro roseo ci aspetta! 
La fame comincia a farsi sentire, mangiamo una cosina al volo...vabbè, la dieta domani. a Sainte Mère Église: questo fu il primo comune ad essere liberato dai nazisti. Sul tetto della chiesa il monumento a John Steele, il paracadutista che rimase incastrato per ore sul campanile della chiesa e, fingendosi morto, riuscì a salvare la pelle. I cessi in questo paesino sono semi aperti: non ho potuto avvicinarmi più di così perché il lezzo era così importante da verosimilmente era radioattivo. E adesso possiamo concederci di afferrare dei sogni: Sara, candida creatura, ha la passione per i fari, oltre a quella per i cessi, le rotonde fiorite e decorate, le balle di fieno, e altre piccole frivolezze. Andiamo al faro di Gatteville: è alto 71 metri, si può visitare e Sara non sta più nella pelle. Io invece penso che è alto 71 metri e io mi elevo dal suolo per un metro e mezzo... Praticamente devo scalare una montagna, a saperlo ne mangiavo due di quelle cose al volo. Dopo i primi 100 gradini, gesucrì buono e bello, vienimi a salvare. Arrivo a 200 e ho perso un polmone, la trachea e sto sudando come un ippopotamo del Madagascar. A 300 gradini, Sara devi scomparire dalla mia vista perché non rispondo più di me stessa, che caxxo ti è venuto in mente di fare? A 349 gradini, comincio a vedere gli unicorni, i draghi e mi trascino verso l'ultima rampa di scale, con l'entusiasmo di Maria Antonietta il 16 ottobre 1793. E infine la vetta: mi passa tutto, sto bene. Il mare che tutto lava e lenisce, è come una carezza, quello di cui avevo bisogno. All'uscita dal faro troviamo l'uomo della vita di Sara: pucciato nel mare, sotto un faro che scruta l'orizzonte e la vastità del caxxo che me ne frega. Ma non se la fila di striscio. Andiamo via. 
Qua i trattori si sprecano ma tant'è! Sara mi dice che c'è anche il faro di Carteret, viene di strada, due minuti. Io voglio morire, portatemi i sali e anche due tre bignè. Prima una tappa alla Maison du Biscuit. Ho comprato qualcosa come tre chili e mezzo di biscotti e una sporta di madeleine, che non si sa mai cosa può succedere durante il viaggio. Ci sono anche i mulini a vento in Normandia. Manca solo Don Chisciotte. Ah no, c'è anche lui, ma in bici. Il faro di Carteret è un faro nano, piccino picciò, sembra la casupola di quello gigante. Ma è infingardo questo faro, le scale sono ripide e io non sono più tanto sicura di essere la migliore amica di Sara. Dalla cima si vede il mare e la scia del sole. Sono contenta. C'è anche la camera del custode: Sara vuole dormire dentro un faro. Ehy, futuro uomo di Sara, rettifico: portala anche a dormire al faro. Ciao faro di Carteret, in fondo mi sei piaciuto ma io ho un sogno da realizzare e devo andare a prendermelo al tramonto. E adesso ho 15 anni, mi sono presa una cotta per la prof di Francese. Ci spiega le bellezze della Francia, sul libro una foto di Mont Saint-Michel. Le dico che quella foto è bella ma sterile, non ha anima. Lei mi sfida a farne una migliore. Mont Saint-Michel non arriva mai, sembra vicino ma dopo la curva si allontana
Due chilometri, ancora non posso afferrarlo. Mamma avevi ragione quando mi dicevi che ero matta, ma io ci voglio arrivare a piedi sotto quel monte, che quella navetta è per i turisti. Ho sempre 15 anni, alla prof rispondo "Ci proverò, andrò al tramonto e farò una foto storta sotto Mont Saint-Michel". Lei ride beffarda, mi suggerisce di volare basso per non rischiare di schiantarmi. Lo vedi prof dove sono? Te l'avevo detto, e tu sei figa ma dovresti insegnare ai tuoi ragazzi ad inseguirli quei sogni. Sono felice. Rido e penso alla me quindicenne che ce l'ha fatta, nonostante il mio volo sia stato scomposto e disarmonico. Torno in hotel, mi sento leggera, scrivo un messaggio, dico che sono felice, che ho realizzato un sogno. E tu sii felice per me. 
Oggi l'hotel lo ha scelto Sara. Beh si, lei è più brava di me nella scelta degli hotel. 

2 commenti:

  1. Come sempre riesci a farmi leggere con un sorriso sul viso. Che meraviglia la realizzazione del tuo sogno....ognuno di noi dovrebbe averne uno e realizzarlo, anche a distanza di anni. Un abbraccio forte....

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  2. Una domanda: ma perché spessissimo non c'è una foto a fuoco? Capisco il caso in cui fotografi dall'auto o attraverso parabrezza/finestrini, ma nel resto dei casi, ormai, qualsiasi reflex (anche la più scrausa) con un grandangolo DEVE mettere a fuoco. Per caso la tua macchina è caduta?

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