sabato 16 settembre 2023

Roma - Casa con tante fermate

Sono a Casa, sto bene. Questa città è la mia seconda pelle, il mio vestito migliore, quello che mi fa sentire libera. Vado da Tiziana, Amica maiuscola e parte della mia famiglia speciale. La vedrò di sera, trovo però la mamma: vuoi succo? Tea caldo? Tea freddo? Latte? Caffè?... Grazie tesoro ma bevo solo acqua... Naturale, gasata, con ghiaccio, ambiente, da frigo, con limone, con menta...
Terminate le bevande si parte con: fette biscottate? Brioche? Biscotti dell'Angola? Pane biscottato calabrese? Biscotti Gentilini?...Ecco, la mamma di Tiziana è così: una capoverdiana entrata in Italia clandestinamente quando era una ragazzina, ora è una romana splendida e accogliente che si spacca di lavoro. Esco con la macchina fotografica al collo, anche se non scatterò tante foto: sarebbe come fotografare le pareti di casa, perciò premo il pulsante di scatto solo quando sento il bisogno di afferrare Roma e portarla con me. Cammino senza meta, non ho bisogno di Maps, conosco ogni incrocio e ogni strada dimenticata. Mi siedo solo quando arrivo qua,perché questo è il mio posto del cuore, quello dove ho passato pomeriggi interi a guardare il mondo attraverso lo sguardo di un bambino.E vado da lui, perché questo posto è soprattutto Antonio. Non voglio emulare Pasolini in Le ceneri di Gramsci, ma questo posto è in grado di farmi star bene come nessun altro al mondo. E glielo dico ad Antonio di scusarci perché la sua morte di ideali e resistenza non siamo stati in grado di ricordarla a dovere. Hai visto che ci sono i fascisti al governo, Anto'? Ite fine fea chi amus fattu, che los faghimus torrare in sas fognasa, comente sorighes. Perché gli parlo anche in sardo ad Antonio, ci capiamo, abbiamo la stessa etimologia. E gli lascio un sassolino che mi somiglia: scusa Anto', è rotto e con una crepa profonda, proprio come me, ma chi lo ha detto che la Bellezza sta nella perfezione? Prima o poi troverò il coraggio di ricucirmi, ma no est'oje sa die! Ma toh, potevo godermi questo momento fino in fondo? No, ovviamente. Arriva una ragazza straniera, bella che si giravano anche i cipressi a guardarla, mi chiede trafelata dove si trova la tomba di NonSoChi. Stellina, mi hai preso per il custode? Lei mi mostra la mappa del cimitero con un cerchio rosso su una tomba: è la tomba che deve raggiungere. E che vuoi, figlia mia, che ti prenda la manina a mamma? Eh, dice, dyslexia, disorder di NonSoCosa, WVXJYWLHE Syndrome e... Può bastare tesoro a mamma, vieni che ti ci porto. Oh grazie, tu sei kind, so cute, sei honey, very sweet... Anche meno figliuola, eccola qua la tomba, contenta? La ragazza si inginocchia cadendo di peso (piano cuore di mamma che ti frantumi le rotule, e poi devo portarti all'Umberto I ed è un casino), scoppia a piangere e io non so che fare. Cosa faccio con questa 20/30enne sconosciuta e disperata che sta mangiando l'erba sopra la tomba? Semplice, non faccio niente, toc toc sulla spalla col ditino e la saluto, ciao ragazza, stammi bene. E quindi si alza, mi spiega chi è quella signora che sta sotto una manciata di terra. E me la tengo la sua storia, so solo che quella signora ha regalato al mondo pezzi di speranza. E poi cammino ancora, vado in metro ché voglio andare in Piazza di Spagna, e tra tutti quasi 4 milioni di persone che circolano a Roma dovevo incontrare maestra Carla, lei che ha diviso con me una cattedra di scuola elementare per due anni, e per due anni, ogni mattina, aspettava le bombe alla crema che prendevo da Castroni. E che fai mo'? Te sei sposata? No?? E quella ragazza tanto caruccia? (le spiego che per quella ragazza ho fatto dei giri immensi in tutti i luoghi e in tutti i laghi per poi piantarmi in una città qualsiasi senza lavoro e senza soldi) ma che davvè?? Tacci sua e de su nonna, n' era tanto caruccia, te lo volevo di'! Però te devi sposà, sei bella, sei na bomba, intelligente, colta, seria, pecché nun te sposi? Te 'o meriti, daje! Te vojo vedè serena, co' na ragazza in gamba, devi sta però attenta a quelle che te vonno sfruttá... E attacca con i suoi consigli che neanche la signora Rottenmeier con Heidi, benché Carla abbia 5 anni meno di me ma è cresciuta dalle suore e dispensa consigli come fossero ostie consacrate durante la quaresima. La lascio andare al suo lavoro che no, non fa più la maestra ma la sindacalista e lavora con suo marito. Ecco, maestra Carla, lavorare con tuo marito però no, dai, che è l'anticamera della secchezza...sentimentale. Piazza di Spagna è piena di turisti, una coppia attempata mi chiede di far loro una foto, sono belli, ancora si tengono per mano, si mettono in posa e io faccio un book fotografico, li sento commentare mentre le riguardano sullo schermo di una Olympus mirrorless: Oh wow! What amazing!... Mi chiamano ma io sono già lontana, un'altra piazza, un'altra fontana, mi perdo tra mani e nuvole,e poi due francesi mi chiedono indicazioni per Campo de' fiori, e toh, me lo chiedono in francese! Vi aspettavo al varco, figli di egalité, liberté e pere-pe-peppé. Rispondo in italiano come si usa fare in Francia. Oh je suì Fransé... È un tuo problema zia, parlo solo italiano e english, lo vuoi sapere dov'è Campo de' fiori? Si sforza di parlare inglese come se stesse ingoiando un paiolo di praline al gusto cacca. Le rispondo cortesemente, com'è mio costume, dico che possono seguirmi: ci sto andando anche io. Ma per me Campo de' fiori non è il mercato ma un piccolo angolo lontano dagli ambulanti vocianti. Qua ho pianto tutte le lacrime che avevo in tasca il giorno che decisi di lasciare questa città, questa mamma adottiva che mi ha insegnato a volare. Ho fame, vado a Trastevere, i musicisti di strada, i ragazzi che ridono seduti in una piazza, il profumo di cicorietta e guanciale, ma io ho voglia di polpette. Ciao, posso mangiare? E che hai fatto di male per non pote' magna' cara, certo, come lo vuoi er tavolo? Lo voglio fresco. Albè, me prepari un tavolo pe' due in cella frigo? Mi sembra eccessivo e poi son da sola. Bella de zio, non sei sola, ce vengo io co' te a magnà in cella. Evito di dirgli che appartengo al team patata ché magari poi mi sputa nel piatto, mangio polpette al sugo. Tutto a posto chicca bella? Si, senti, si può fumare? E che me lo chiedi? Fumamo insieme, che dici? Sorrido e non rispondo, arriva col portacenere, sorride e: sei proprio caruccia, sai? Sorridi, dolce, c'hai la faccia piena de' vita, ma nun sei pe' me, vero? Scambio due chiacchiere, ci lasciamo sorridendo, mi chiede un bacio, inorridisco, mi da un bacio sulla fronte, dolcissimo, buona fortuna mi dice questo ragazzone che ha capito molte cose della vita. Ho un aperitivo da prendere, senza alcool, tra colori e patate, sorrido di me stessa. Torno da Tiziana, aspetto il suo rientro, entra in casa come un tornado, mi stritola in un abbraccio che sa di cose belle e voglia di raccontarsi. Passiamo ore sul balcone a fumare, a raccontarci le nostre strade tortuose e inattese, di regali che ti fa la vita, di chiavi perse per strada, di viaggi ancora da fare e di peripezie in posizione sdraiabile. Ridiamo fino alle lacrime, probabilmente i vicini non avranno gradito ma io ho passato la notte più bella di questo corto viaggio sentimentale, con questa ragazza di 33 anni, creola e romana, collega e amica, famiglia e figlia alla quale ho insegnato un po' di questo nostro lavoro. E l'indomani torno a casa, un treno da prendere, un viaggio bello e silenzioso, la consapevolezza che a casa hanno bisogno di me, mi stanno aspettando e so che sarà bello entrare nella porta e sentirmi sommersa da zampette malefiche e coccole pelose.Perché amo viaggiare, spero di poterlo fare sempre, e del viaggio mi piace il percorso ma anche il ritorno in questa mia casa sgangherata dove trovo tutto ciò di cui ho bisogno. 

1 commento:

  1. Roma è la mia città tutti i posti che hai girato sono così familiari che a volte dimentichi che esistono, ma grazie per avermelo fatto tornare a galla nel mare della memoria. Bacio

    RispondiElimina