martedì 16 agosto 2022

Decima tappa di pioggia, hórreos e fame

Secondo me quel detto "strada (o sposa, o festa, o laurea, o patata) bagnata, strada fortunata" l'hanno inventato perché dire strada bagnata, strada dimm*rda pareva brutto. Perché posso garantirvi che la pioggia è una gran rottura di cocones che non ve lo sto a raccontare. Di fatto stamane usciamo che pioveva, quindi tutta la trafila del copri zaino, giubbotto, cappuccio e così via. Esco da Redondela e trovo una scritta piuttosto discreta che indica la strada giusta. Subito dopo c'è una signora che vende braccialetti, portachiavi, etc. e mette il sello. Cos'è il sello, chiederanno i profani. Partiamo dal presupposto che prima di iniziare il cammino è necessario avere la Credential, un documento con i propri dati anagrafici che ci identifica come pellegrini. Nella Credential c'è lo spazio per i vari "sello", ossia i timbri che devi far apporre durante il tuo cammino: certifica che sei passata in quel determinato paese, posto o struttura. Giunti a Santiago bisogna presentare la propria Credential con almeno due timbri al giorno per aver diritto alla Compostela, ossia il certificato ufficiale rilasciato dalla cattedrale di Santiago. Capite quindi che i sellos sono importanti, peraltro sono spesso bellissimi e a prescindere dalla Compostela ufficiale, sono segni del tuo percorso, della tua strada. Di fatto la signora aveva un sello bellissimo e ci compri per forza qualcosa anche solo per premiarla: per essere là in cima dalle 5 del mattino, in Culonia Saudita, a vendere due braccialetti e mettere timbri ai pellegrini, devi per forza ricevere un premio dalla vita. Nel frattempo ha smesso di piovere, quindi Stop, togli tutta l'impalcatura e arrivano così le prime infiltrazioni di luce a bucare le nuvole. C'è un pezzo di bosco, è confortante nonostante la poca luce: ormai sono abituata a camminare al buio in mezzo agli alberi come una Tarzanetta qualunque. Troviamo una sorta di "cimitero" di conchiglie: non conosco la storia di queste installazioni, ne ho trovate tante durante il cammino, tutti si fermano a guardare e leggere, di fatto a me trasmettono sicurezza, significa che sono sulla strada giusta. Ma toh, incredibile: ricomincia a piovere: è la terza volta che togli giubbotto, togli copri zaino, rimetti giubbotto, rimetti un tiro di porco e così via. Decido però che stavolta non è così forte la pioggia, rischio e non metto niente: mi va di gran c*ulo e dopo poco spunta il sole, proprio alle prime case di Arcade. Il cielo sereno alla foce del fiume Verdugo è uno specchio di Bellezza, riempie gli occhi e ti fa ben sperare. Ma ecco un altro hórreo: mi piacciono un sacco questi cosi che sembrano chiesette bucate! Spero non mi sentano i galiziani perché queste costruzioni sono monumento storico dal 1973: dovrebbero essere dei granai, delle costruzioni dove venivano messi i cereali ad essiccare per poi sgranarli e macinarli. Entro in un bosco bellissimo, è una passeggiata, c'è il sole e penso a quanta bellezza ho visto da quando sono partita da Porto e... Zio cantante riprende a piovere. Decido di continuare a tentare la fortuna e non mi fermo a mettere giubbotto e impalcatura antipioggia. Evidentemente la mia dose di c*ulo era terminata e faccio una doccia fuori programma, tanto che sono costretta a fermarmi, a tirare un porco e a mettere tutto l'ambaradam a protezione di zaino e persona. Chissà se avete idea di quanto è bellissimo camminare sotto la pioggia in mezzo al bosco, più o meno quanto una randellata sulle gengive. Ma pazienza, infine trovo una chiesetta alla fine del bosco: è piccola, graziosa e posso anche mettere un sello. Ho una fame immensa, mi sarei dovuta fermare ad Arcade per la colazione ma non avevo voglia ed ora mangerei una mucca con anche il mandriano. Mi avvicino a grandi falcate a Pontevedra, la destinazione di oggi, sono solo le 11 e no, non volevo correre ma la pioggia mi ha costretto ad alzare i glutei. Ma tu rischi forte signora mia, non devi lasciare il pane del fornaio fuori dal cancello: sono le 11 e qua passa gente affamata...secondo me non mi dice niente nessuno se lo prendo...no, dai, non si ruba il pane, fai da brava, non te lo ricordi più il catechismo, eh?? All'ingresso di Pontevedra trovo un hórreo gigante, ha anche una specie di bovindo, o forse un abside, e pure il terrazzo. Io mi fermerei pure a vedere le bellezze di Pontevedra ma piove e vado spedita verso l'albergue. Inutile dire che la mia collocazione non era a pian terreno ma ormai chissene, faccio le scale persino di corsa. Non è vero ma faccio finta che sono bellissime. Mangio due crackers e crollo fino alle 16:00 poi è necessario uscire per mangiare. Si va in centro, c'è la festa del paese, ci sono le prove e mi accontento di quelle visto che canteranno sul tardi. Ho fame, punto, provo in diversi bar o taperias ma tutti mi informano che posso bere fino a sfondarmi ma la cucina apre alle 20:00. Giretto a Pontevedra per ingannare l'attesa? Ma si, ti pare che non riesco a resistere ai morsi della fame? Vedo una chiesa, bella eh, davvero. Una scritta per i pellegrini, un fiume largo e la città lontana,una faramcia bellissima e una scritta meravigliosa. Ho fame, niente, vado vicino all'albergue, faccio la spesa per la colazione di domani e noto che a pochi metri da casa c'è un bar che fa "bocadillos", ossia panini. Entro, mi rendo conto che è un posto da camionisti e me ne infischio altamente. Ordino il bocadillo della casa...dovrebbe essere il migliore, no? Mi arriva un panino grande quanto il mio zaino, dentro c'è anche mia nonna oltre a due uova fritte, mezza cipolla, chorizo normale, chorizo piccante, chorizo criollo, bacon, pomodoro, insalata e formaggio. Non lo mangio tutto e la domanda attuale è quando potrò mai digerire questa cena parca. Intanto il sole sta scomparendo dietro questa chiesa: ci sono nuvole e domani forse pioverà ancora. Non fa niente: mancano solo 3 giorni e so che mi mancherà anche la pioggia quando tutto finirà. 

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