mercoledì 10 agosto 2022

Quarta tappa di ragnatele e gradini

Stamane ho lasciato Marinhas alle 5:20, i galli non avevano ancora cantato e del resto qua in Portogallo è tutto pigro e lento, tanto che il gallo canta alle 6:00/6:30 mica come da noi che alle 5 ha svegliato tutto il vicinato. Oltre all'umidità che toccava picchi che neanche in India, stamattina c'era anche la nebbia, sia mai che manchi qualcosa a questo invernAAAHHH NO siamo ad agosto, non mi ero accorta! Di fatto, qua ci sono 15° ed io vorrei una felpa da indossare. Mi rendo conto che non sono l'unica ad essere attiva: hanno già consegnato il pane perciò tanta solidarietà ai fornai e panettieri. Oggi ho incontrato una serie di paesini, alcuni non li ho trovati neanche su Maps perché sono solo agglomerati di case facenti parte di un comune più grande. Il primo che incontro è Belinho. Non lasciamoci andare a della facile ironia perché non ha niente a che vedere con la Liguria. Pian piano qualche finestra si illumina e a me piace immaginare la vita dentro: una donna che prepara il caffè, mangia un dolce al volo, bacia la figlia adolescente e si raccomanda di badare al gatto. Ah i gatti! Ogni giorno incontro sempre dei gatti, sempre, anche oggi, e li considero un dono, mi strappano un sorriso e delle coccole. Ma parliamo dei bar del Belinho (mi è scappato!) ragazzi non trovate che siano così chic che galleria Vittorio Emanuele II scansati? Sono tanti i paesini, passo ad Antas e poi a Moldes, dove trovo una bella indicazione e non la solita freccia gialla. Comincia il bosco ed anche questo è un regalo: niente di meglio per dar respiro a gambe e piedi. Incontro un cippo zeppo di sassi e ricordi. Ciascuno mette un sasso, un biglietto, qualcosa che ormai non serve più. Gli italiani si distinguono sempre ma qualcun altro sembra proprio non avere le mezze misure. Il bosco continua, è piacevole, poi un ponte senza ringhiere, non il massimo per chi soffre di vertigini, qualcuno ha messo una freccia in mezzo fiume, sia mai che decida di andare a nuoto fino a Santiago. Arrivo a Cstaelo do Neiva e la nebbia si fa più fitta, e allora per tirarci su il morale perché non mettiamo un bel cimitero in mezzo alla bruma?? Nel bosco rimango affascinata da una serie di ragnatele ricoperte dall'onnipresente umidità: sembrano dei bicchieri colmi di fili preziosi. E poi che fai? Lungo la strada lo vuoi mettere un venditore di zucche? Perché si sa, cosa vai a fare a Santiago se non porti con te una zucca? La strada si complica ma io sono impavida e arrivo a Chafé e al suo lavatoio davvero incantevole. Vi ricordate che avevo detto del freddo di questa zona? Bene, è uscito il sole, bollente, nell'unica salita da percorrere interamente sull'asfalto. E tiri un porco perché questa si tratta di sfiga imperiale. Sono giunta a destinazione, Viana do Castelo, e...ma si, sfidiamo ancora qualche paura, perché non percorrere questi 600 metri di ponte Eiffel? Che tanto io mi trovo bene a picco sul mare eh. Devo andare all'albergue Santa Luzia, devo scegliere fra 659 gradini e la funicolare. Neanche ci penso, prendo il trabiccolo e ad un certo punto un po' di paura ce l'hai eh! Sono arrivata: sono in alto, mi sento piccola ma sto bene. L'albergue è bellissimo, c'è la biancheria ma soprattutto c'è... L'ASCIUGATRICE!! Da non crederci! Perché l'umidità qua è davvero esagerata e alla mattina io devo andare in giro con uno stendino sul groppone per far asciugare il mio bucato C'è un inizio di tramonto, vado a raccoglierlo mentre sorrido: sono stanca ma serena. 

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