venerdì 12 agosto 2022

Sesta tappa di barchette e tramonti

Stamane sarei potuta andare verso l'interno e superare il confine con la Spagna sul ponte di Valença oppure prendere la barca e attraversare così la linea di confine segnata dal fiume Miño, seguendo poi il Cammino sulle coste galiziane. Ho scelto la barchetta, si sono uniti anche Gian Marco e il suo gruppo, così alle 6:00 eravamo tutti a Caja do Pescadores: che nome originale per il porticciolo dei pescatori! Alle 6:00 si avvicina una barca, siamo tutti convinti che sia lì per noi, ma no, vedo che stanno scaricando pesce. Mi avvicino, chiedo: scusa, José Mario? E quello: no, José Mario è là, e mi indica la costa spagnola. Direi che la giornata è iniziata benissimo, no? Gli spiego che ho un appuntamento, dice: ah beh, allora arriverà, e continua a scaricare il pesce, gioioso e sorridente, beato lui. Faccio in tempo a vedere l'alba alle spalle di Caminha e a perdermi nel riflesso della luna che inciampa fra gli attrezzi dei pescatori. Ma toh, José Mario! Arriva col suo catamarano Vitalia 2...ah no, credo sia la sua barchetta per pescare polpi ma va bene lo stesso. Ragazzi miei il freddo che neanche sulla punta del Gennargentu a gennaio, il tragitto dura quanto basta per congelarmi anche il piloro, attracchiamo direttamente a Port Hercule...no, direttamente sulla spiaggia, con un rinculo che la mia cervicale ha fatto la ola. Ci indica la strada per raggiungere il cammino ufficiale, perché no, il cammino della costa non parte dalla spiaggia di José Mario. Comunque per ricongiungerci al cammino ufficiale dobbiamo fare poca strada: 4 km sulle passerelle. Cosa vuoi che sia? Niente, pensavo almeno 10 o 12, invece che fortuna, sono solo 4, wow! Perdo anche un'ora di fuso orario, perciò sono partita alle 6,15 dal Portogallo e dopo 10 minuti mi ritrovo in Spagna che sono le 7:25. Per rendere il tragitto sulle passerelle più interessante, hanno fatto delle installazioni sui tronchi degli alberi: metti i piedi dentro ad un cerchio, guardi di fronte e vedi dei disegni. Mi piace, sorrido e penso che li abbia fatti il figlio di José Mario. Non c'è più la foschia, la Galizia mi accoglie con colori pastello e orizzonti da fotografare. La strada diventa piacevole quando in lontananza si staglia il profilo di A Guarda: è da qua che riparte il Cammino di Santiago. Mi piace questa cittadina, così colorata e accogliente,mi dirigo verso il centro... Errata corrige, non è affatto accogliente: non puoi mettermi le scale per raggiungere il centro, e dai! Ma no, dai, scherzo, cosa vuoi che sia un menisco che salta? Il centro è delizioso, ordinato e ancora dormiente, il cammino è ben segnalato e la giornata ancora lunga. Mi riempio gli occhi con l'oceano: è immenso e straordinario, lo vedo senza la bruma portoghese e sono felice così.Sulla strada si incontrano tante persone e personaggi ed è il bello di questa esperienza così unica. Ci sono lunghi tratti sull'asfalto, c'è il sole ma la brezza che arriva dall'oceano rende tutto più piacevole. Oppure si passa in delle piccole mulattiere ma più che altro sento sempre l'oceano sconfinato alla mia sinistra, qualcosa che mi accompagna ormai da sei giorni. Arrivo a destinazione: O Serrallo, credo sia una succursale di Viladesuso visto che su Maps neanche esiste. Ma sto bene. Vado a guardare l'oceano. Credo mi mancherà quando tornerò a casa, perciò voglio saziarmene finché sto qua. Aspetto il tramonto seduta sugli scogli: non è come fare il bagno ma a me basta sentire il rumore e il profumo. Però ragazzi miei, che vento freddo! Direi che il tramonto si può vedere tranquillamente nel terrazzo dell'Albergue, no? E ora a nanna che domani si riparte da qua: mancano meno di 150 km alla fine di questa strada. Sono quasi a metà e se ci penso mi viene da sorridere. 

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