lunedì 8 agosto 2022

Seconda tappa di luci, cavallucci e materassi

Partiamo dall'assunto che io ho il sacco a pelo più bello e colorato di tutto il cammino e poi si, ho anche portato il pagliaccetto a pois perché sia mai che mi portano in ospedale e almeno posso usarlo come pigiama. Stamane non ho neanche piegato il mio prezioso sacco a pelo e ho messo tutto dentro alla rinfusa per non svegliare gli altri: erano le 5:00 quando sono uscita dalla stanza dell'albergue di Labruge. Era buio e ho dovuto mettere la lampadina sulla fronte: mi sentivo tanto minatore del Sulcis! Il mare era una macchina scura e l'umidità si tagliava a fette spesse come il pandoro. Intorno non si vedeva granché: la sagoma di una chiesa  mare, canne e passerelle. Poi la in fondo delle luci: c'è vita in questo posto! Mi avvicino a grandi falcate (grandi si fa per dire eh!) verso il paesino: dapprima mi sembra solo un villaggio fantasma...e toh! Eccoli i fantasmi! Che buontemponi! Ma era solo la periferia, ecco il fulcro del paese: si chiama Vila Chă ed io mi sono già innamorata perché è pieno di gatti. Sono finita nella zona del porto e ne rimango affascinata. Il tragitto che mi porta a Vila do Conde mi offre fari, ponti e fiumi ma anche gente ingegnosa che se ne frega di tutto e dorme. Alcune passerelle sono sommerse di sabbia: la natura che si riprende i suoi spazi, ok, ma io tiro un porco perché è tutto molto bello ma la sabbia mi entra nelle scarpe, e allora via, ferma, toglie le scarpe, togli la sabbia, metti la crema anti frizione, rimetti le calze e tiri un porco. Poi mi ritrovo in una piazza fin troppo squadrata per essere ubicata in questa zona del Portogallo, qualche simpatica sirena e donne che guardano il fiume. Mi lascio alle spalle Vila do Conde, passo oltre e attraverso murales, solitudini e infinite strisce. Finiscono le passerelle e mi ritrovo sull'asfalto. Dopo infinite ore di passerelle sulla spiaggia, il contatto della scarpa sull'asfalto mi devasta, sento i muscoli spezzarsi e a me sta per partire il porco. Arrivo a Póvoa de Varzim che è appena trascorso mezzogiorno, in netto anticipo su tutto, mi faccio i complimenti da sola prima di arrivare all'albergue e trovare chiuso. Apre solo alle 14,00 zio cantante, e io cosa faccio fino alle 14,00?!? Ok, aspetto che apra. Quindi mi tolgo le scarpe, infradito, stretching, un wafer? Si, dai, un wafer, ah ma abbiamo anche i Tuc, dai apriamo i Tuc e dopo un'ora rimetto le scarpe e mi rimetto in cammino. Aspettare non fa per me e inoltre Francesca ha scoperto che ad Aguçadoura c'è un altro albergue e dista solo 6 km e mezzo. Ma che figata! Lascio Póvoa do Varzim con la sua chiesa avveniristica (anche meno eh!) e il bar della Ferrari con il simbolo del cavall...uccio marino?!?!? OK, ciao Póvoa do Varzim. La strada che mi separa da Aguçadoura mi regala le costruzioni antivento sulla spiaggia (non sono deliziose?) cumuli ordinati di alghe (ho poi scoperto che ne fanno dei cubotti e li vendono, bah!) conchiglie di tutti i tipi e anche mulini a vento. Mulini a vento? Si ma non facciamoci troppe domande. Arrivo all'albergue e...non c'è più posto. Coooosaaaaa?? La signora mi dice "non ce la fate a camminare per altri 17 km?". Io non ho neanche commentato, sono rimasta immobile e attonita, poi ho detto "va bene anche il pavimento" e stavo per aggiungere "baby, ho dormito sulle rocce di Capo Ceraso, questo pavimento è perfetto". La tipa però inorridisce: non si capacita che vogliamo dormire per terra. Si allontana e dice che controlla non so cosa. Torna e ha un materasso che poggia nello sgabuzzino. Ci mette un lenzuolo pulito e si scusa in mille lingue. E mentre io le dico che quei due materassi per terra sono tantissimo, lei continua a scusarsi perché non aveva un letto. Si chiama Connie ed io la trovo meravigliosa. L'ho ringraziata anche in aramaico, soprattutto perché dopo sono arrivate trentordici persone che non so che fine abbiano fatto e dove abbiano dormito. E ora sono qua, sopra questo materasso sul pavimento e a me sembra comunque bellissimo, morbido e confortevole: in fondo Connie lo ha reso speciale con la sua gentilezza. Ora ho sonno ma prima ho voglia di dirvi che esiste anche un market in questo luogo sperduto sulle rive dell'oceano: trovo che anche questo sia meraviglioso e rispetti tutta la normativa in vigore e probabilmente qua c'è il bachalau più buono di tutto il Portogallo. 

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