sabato 6 agosto 2022

Dei gabbiani e delle signore di Porto

Arrivare a Porto a notte fonda è stata un'esperienza estrema. L'aeroporto è collegato alla città dalla Metro viola, una figata ragazzi! Peccato che ha impiegato 27 minuti per partire ma tanto era solo l'una di notte, bazzecole! Per raggiungere la bettola e il mio letto era necessario cambiare dalla viola alla rossa oppure alla verde. Il mio istinto sinistroide mi dice rosso, pertanto dopo due fermate di viola scendo per prendere la rossa...
Vi lascio immaginare la felicità di Francesca quando si è resa conto che eravamo al centro del grande nulla, sole, con una foschia che neanche nelle risaie di Vercelli. Di fatto quando sono spuntata fuori dalla metro mi sono resa conto di essere in Portogallo: chiese e azulejos. E per farmi sentirmi a casa, che fai, non metti una Monalisa dietro l'angolo? E comunque sono andata a letto con foschia e freddo umido da fare gli involtini con la coperta. Stamane il cielo di Porto era un recipiente di panna nebulizzata, fa niente, intanto si fa colazione che devo festeggiare questo mio viaggio. Francesca non aveva ancora visitato questa città di vino e scalini, perciò faccio da Cicerone: rivedo posti che ho già fotografato e che custodisco nel taschino a sinistra del cuore, e non vi perdonerò mai di aver reso la Livraria Lello una bolgia per turisti con quelle edizioni meravigliose che riempiono gli scaffali. Vado sull'altra sponda del Douro così da vedere la Ribeira di fronte, con le sue mille finestre e i suoi colori. È un gran bel camminare e io ho già digerito la colazione, torno alla Ribeira ma nei ristoranti c'è una calca che neanche al Jova Beach party, perciò decido che prendo un sandwich in uno Spar e lo mangio sulla riva del Douro. Ecco, sembra persino romantico e invece è una scelta scellerata: sono stata aggredita da una gang di gabbiani talebani che mi hanno strappato di mano il sandwich. Io sono rimasta sbigottita, e quello stronzo di gabbiano se lo mangiava proprio a fianco a me il panino, mentre il prosciutto lo ha lasciato ai piccioni: probabilmente era un gabbiano vegetariano. Faccio per andar via e incontro Dart Fener che scaccia via tutti i gabbiani, giustiziere indomito, e non basta, incontro anche un dinosauro e capisco che la Ribeira mi sta dando alla testa, perciò ciao ragazzi. Mi rifugio da una signora deliziosa, prendo dell'acqua e lei balla, sorride, si lascia fotografare e mi regala il miglior sorriso della giornata. Me ne vado in periferia dove c'è il mio mondo, quello incasinato e semplice, dove ancora si gioca e si ricordano gli eroi, dove i gabbiani non rubano sandwich perché qua non ci sono sandwich. Domani si parte ragazzi, è tempo di Credential e del sorriso di questa signora che timbra la mia partenza,mi regala fogli di storia e mappe da seguire, mi augura Bom caminho e a me non resta che aspettare l'alba. 

2 commenti:

  1. Un buon inizio. Il resto sarà anche meglio.

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  2. Già, di quella zona ricordo le nebbie mattutine che nemmeno nella periferia Milanese di quando ero ragazzino, tanto che mia moglie (meteopatica) al quarto giorno ha voluto cambiare zona. A me tutto sommato non dispiaceva poi tanto...
    Quest'anno, nell'Alentejo e Algarve, tutto diverso.
    Buona camminata!

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