mercoledì 17 agosto 2022

Undicesima tappa di vigneti, terme e malinconia

Oggi è stata una bellissima giornata e via via che si avvicina la fine di questo cammino ogni giorno mi sembra meraviglioso. Siamo partite un po' più tardi, intorno alle 6:00, e Pontevedra era buia e bellissima come tutte le città deserte. C'erano ancora le tracce della pioggia di ieri, incrocio le dita affinché il temporale non si ripeta anche oggi. Incrocio anche le dita dei piedi per non sbagliare. Il cammino per Santiago attraversa Pontevedra e viene segnalato con la concha de vieira sul pavimento, un sentiero di lucine blu che ti guidano fuori dalla città, oltre a tutti gli altri innumerevoli classici cartelli con le frecce gialle. Tutta questa abbondanza potrebbe essere interpretata come un messaggio velato per invitare i pellegrini a levarsi dalle pelotas, cordialmente. Saluto Pontevedra che mi ha regalato il bocadillo più grande dell'universo ed esco dalla città. La luce flebile mi sorprende a Leborei dove c'è anche una chiesetta piccola e splendida: adoro le cose piccole, le trovo graziose e poco ingombranti. Ok, forse sono di parte visto che sono alta un metro e mezzo ma tant'è! Sulla strada ci sono tanti vigneti, è una zona di vini questa, una vera gioia per me che sono astemia. Ma toh, lungo il cammino troviamo Gian Marco & friends. Wow, mi mancavano come un calcio allo sterno. Non è vero: adoro questi ragazzi così come mi piacciono tutti i ragazzi giovani e pieni di vita, ho per loro un istinto di protezione e da quando li ho conosciuti mi preoccupo se non li vedo, se non sono certa che stanno bene e hanno trovato da dormire. Ve li presento: sono 5, a parte Gian Marco che in questo caso è coperto da Lucio e dalla Nutella, ci sono tre splendide ragazze, giovani, belle e intelligenti, e sono Giada, Anna e Gaia. Dopo la colazione che ormai facciamo sempre per strada, ci rimettiamo in marcia, fra una pozzanghera da schivare e un rudere da fotografare cerchiamo di arrivare a Caldas de Reis. Oggi ho letteralmente passeggiato dentro un bosco meraviglioso, non ho sentito la benché minima stanchezza ed era un piacere trovarmi lì, quasi un privilegio. Incrocio delle rotaie, il simbolo della freccia è ambiguo: mica vorranno che mi metta sul treno o a cavalcioni sui binari?! Fortunatamente più avanti i simboli si fanno più chiarie rientro nel bosco, bello e rilassante. Comincia l'area dei vigneti, li ho trovati bellissimi, con quei grappoli cosi ricchi e il sole che filtrava dentro i filari. La tappa è corta e siamo in netto anticipo, ci concediamo una tappa al parco naturale Ria Barosa. Lucio si concede persino un pediluvio dentro l'acqua gelida, io al solo pensiero avverto il congelamento delle vie urinarie e un inizio di criogenesi. Qua fa freschetto e alla mattina si esce col giubbotto. Il parco è delizioso, una sosta e due chiacchiere sono un toccasana. Si riparte, Gian Marco e Lucio fanno il tunnel dell'amore fra i vigneti, ci avviciniamo a Caldas de Reis a grandi falcate...insomma c'è qualche infortunato fra i Gian Marco & friends ma sono dettagli. Arriviamo al nostro albergue che sembra un incrocio fra una tenda per sfollati e un zilleri delle feste campestri in Barbagia. Vabbè, poche storie, doccia e via a mangiare. Oggi andiamo in un ristorante che fa il menù del pellegrino. Un pasto light a prezzo modico, in compenso l'attesa è stata lunga come un mutuo. Ho preso l'insalata di pasta e il maiale con patatine fritte. La pasta era da Signore pietà, Cristo pietà. E che fai? Non te lo fai un giretto a Caldas de Reis? Non avrei scommesso mezzo centesimo su questa cittadina, invece è sorprendente: è una cittadina termale, ci sono delle fontane di acqua bollente e un lavatoio dove posso immergere i piedi. Quando li tiro fuori li sento leggeri come piume. Mi addentro nel centro storico e...che caspita succede?? Oddio delle onde! No. È solo un marciapiede che non ce l'ha fatta. Giro per la città, ci sono cappelli di ogni colore sopra la mia testa, una street art favolosa, installazioni per i pellegrini dietro ogni angolo, rivoli d'acqua che attraversano la città e una chiesa grande a dominare tutto. Torno all'albergue, guardo le foto e mi assale la malinconia. Domani sarò a Padrón, venerdì arriverò a Santiago. E tutto questo mi mancherà. 

Nessun commento:

Posta un commento