lunedì 24 febbraio 2020

Coimbra, fra libri e virus.

Stamane ho lasciato Porto, meravigliosa città scoscesa, che sia in salita o in discesa è solo una questione di prospettiva, ma è così: inclinata verso la Vita. Non mi curo delle notizie quando sono in viaggio, solo il minimo indispensabile, ma di fatto le mie amate colleghe di buon'ora mi hanno informato tramite messaggi WhatsApp di scene apocalittiche a causa del Carogna Virus. Ora ragazzi, io ho già annullato un viaggio in Thailandia perché la mia compagna di viaggio aveva la febbre, ci manca solo che adesso mi blocchino all'ingresso in Italia perché il Virus alloggia nello stivale. Ma fa niente, io sono in Portogallo che ancora non ha neanche un caso accertato di Carogna Virus. Già stamane però mi puzzava: la tipa della colazione chiede se eravamo "afraid" di tornare in Italia. Premessa: parlava l'inglese come io parlo l'Aramaico. Rispondiamo che si, spiace perché il Portogallo è bellissimo, finiscono ferie, si torna a lavoro, etc. Ma lei no, mi dice "no...it's for Corona Virus!...paura?". Ah. Cioè ci stava chiedendo se avevamo paura di tornare in Italia per il virus. Rispondiamo "no no, tutto ok!". Ci chiede se abitiamo lontano dalla zona contaminata, si si lontanissimo, ah per fortuna dice lei! Evitiamo di dire che abitiamo in Piemonte, via, si riparte! Arrivo a Coimbra che mi riporta indietro nel tempo, con tutto il suo sapore accademico, con gli studenti che brulicano per strada, uomini di domani che proveranno a rendere il mondo migliore. Ci fermiamo a mangiare qualcosa, nella TV c'è un TG portoghese: 40 minuti che parlano del Corona Virus in Italia: immagini di piazza Duomo vuota (ma veramente???), scaffali, etc. Interviste con i sottotitoli a persone per strada per saggiare l'umore della gente...alla cassa ci chiedono se siamo italiane, si si siamo italiane, con sguardo triste ci dice "c'è il Corona virus...un altro morto", lo dice con tenerezza e dispiacere, senza pregiudizio o paura. 
Usciamo e si sale su, in quelle strade che sanno di cose perse e orologi fermi e da lassù in cima ti rendi conto di quanto è bello studiare, di come i libri cambino il tuo modo di pensare, ti entrano dentro e spazzano via tutte le tue convinzioni. Sono entrata nella biblioteca Joanina ed ho pensato che il sapere è prezioso e bello, e va conservato e curato come tutte le cose straordinarie. Questa città è viva, con questi giovani meravigliosi che hanno speranze e ideali per il futuro, hanno ancora tutta la poesia che noi abbiamo perso. E noi chissà quante cose ci perderemo ancora per paura di sbagliare. 

1 commento:

  1. Proprio così cara Sfiggy, il carogna virus, ha svuotato la mia città, purtroppo ha svuotato, a molti, anche il cervello.. se si ragiona sola con la pancia questo è il risultato.
    Poi ci sei tu, con il tuo diario, le tue foto e il tuo entusiasmo,e mi regali un po' di gioia e ottimismo.
    Grazie! :***

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