domenica 9 febbraio 2020

La sagra delle mascherine.

Per la prima volta nella mia vita ho programmato un viaggio con largo anticipo: a settembre 2019 ho prenotato un volo per la Thailandia. Prima del 23 gennaio ho persino prenotato un volo interno da Chiang Mai alle Phi Phi Island, con tanto di trasporto via mare verso le famose isole. E ho anche prenotato un hotel in NonSoDove, comunque una località meravigliosa dove avrei dovuto passare due notti. Ecco, sicuramente ho risparmiato abbastanza ma forse forse...no. Perché ovviamente a fine gennaio doveva esplodere questa tragedia mondiale del Coronavirus. Sono sempre stata molto fatalista, e lo sono ancora: potrei morire domani mentre vado a lavoro o campare fino a cent'anni, ma tutto ciò non posso programmarlo né prevenirlo. Sono però consapevole che viaggiare in questo periodo non è proprio una passeggiata a Villa Pamphili. Pertanto da fine gennaio ho cominciato a documentarmi su questo Carogna Virus: ormai apro le pagine dell'OMS e della Farnesina con più frequenza del cassetto delle mutande. Con l'esplodere di questa psicosi mi sono documentata sulle mascherine ffp1, ffp2, ffp3 e ffpfanculo4 che potrei esporre una tesi sull'argomento, certa di ricevere anche un bacio accademico. Riguardo il gel a base alcolica per le mani ormai conosco tutto, anche il fatto che acqua e sapone sono più efficaci. E poi ho fatto una stupidaggine epica: ho sbirciato qualche pagina dei social network sull'argomento. Ecco, quando un velo impalpabile d'ansia ricopre i tuoi pensieri, mai, e dico MAI, andare a leggere Facebook, Twitter o simili: ti danno la spinta necessaria per buttarti da un dirupo. Dopo qualche ora di lettura su Facebook sono uscita di casa anzitutto con un senso di nausea profondo più della Fossa delle Marianne, e anche con l'indirizzo di tutte le ferramenta della zona. Sono rientrata con una scorta di mascherine da far invidia agli operatori che smaltiscono l'amianto, ma soprattutto con il borsellino più leggero, come se avessi acquistato una partita di diamanti.
Quando ho cominciato a pensare all'utilità di una tuta da astronauta a tenuta stagna mi sono fermata e ho pensato che forse non era il caso di fare questo investimento. Mi sono posta la domanda: partire o non partire? Ho concluso che il 14 febbraio partirò comunque, con la mia scorta di mascherine, gel per me le mani, sapone, salviette, guanti e la macchina fotografica. Ho pensato che la maggior parte dei miei amici sono morti di incidente stradale ma ciò non mi impedisce di usare l'automobile, semplicemente uso più prudenza, anche se questo non mi preserva da un pazzo che viene contromano. Ho pensato di poter usare la stessa prudenza anche in questo viaggio, che no, non mi garantisce l'immunità dal Carogna Virus, ma almeno mi consentirà di volare verso un luogo sconosciuto, di scoprire orizzonti nuovi e catturare foto e sorrisi...nascosti dietro la mascherina. E questa voglia è più forte della mia paura del contagio. Confido nel fatto che sarei poco gradita anche all'inferno, quindi comprerò anche un paracadute: che almeno la discesa sia lenta e possa godermi il panorama!
PS: qualcuno di voi ha mica una maschera GP-5? Quella antigas russa per intenderci...perché quella mi manca per completare la collezione!

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