lunedì 17 febbraio 2020

Ritrovarsi in Portogallo quasi per caso

Come può succedere che uno prepara tutto nei minimi dettagli per andare in Thailandia e si ritrova in Portogallo? Può succedere se decidi di viaggiare ai tempi del Carogna Virus! In breve: la mia compagna di viaggio prende la bronchite febbrile a 2 giorni dalla partenza in Thailandia, giusto quando il governo thailandese ha deciso di misurare la febbre anche ai moscerini che entrano nel loro suolo. Ergo, per non rischiare la quarantena in qualche hangar dell'aeroporto, abbiamo annullato il viaggio. Finiti gli antibiotici è finita la febbre, e decidiamo di partire...nel giro di 24 ore. Stamane all'alba siamo partite per un viaggio di 12 giorni in Portogallo, senza programmare NIENTE: mai scelta fu più azzeccata!! Arrivo all'aeroporto di Faro, in Algarve, noleggio un'auto e via, on the raod. Anzitutto ho fatto un giretto a Faro e mi accorgo che ci sono più italiani qua che a Pontida: in ogni angolo c'è qualcuno che parla italiano, mi rendo conto però che sono tutti di una certa. Come si spiega questo fenomeno? Dopo infinite ricerche (in realtà un italiano incontrato in aeroporto) mi rendo conto che qua è pieno di pensionati italiani che vengono a godersi la pensione sulle rive dell'Oceano. Motivo: ricevono la pensione italiana e non pagano le tasse. Ci sono anche delle agenzie italiane che si occupano di questo, insomma è un business. A venire qua in genere non è l'operaio con una pensione miserabile ma coloro che ricevono una buona pensione. Mentre li guardavo mi sono venuti in mente i versi del buon Guccini "e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe", ma tant'è: sono vecchietti abbronzati che si godono la vita, ad maiora! Sono andata fino ad Olhão dove ancora le persone giocano a carte e a bocce per strada a pochi metri dal mercato del pesce, ho fotografato le barche sotto una bella luce, ho passeggiato nei vicoli e poi sono rientrata a Faro. 
Mi sono persa nel tramonto di questa città che sa di gente di passaggio e pesce fritto; ho cenato in una Tasca che sapeva di buono e famiglia; ho passeggiato fra i tavolini all'aperto, fra musica delicata e bicchieri di vinho verde e infine sono tornata in hotel.
 Domani si riparte ma io so già cosa mi porterò dietro: il volto bruciato dal sole del pescatore di Olhão che guardava i passanti con tenerezza, ché di quella fretta lui non sapeva che farsene. Ed io neanche: qua c'è tempo per tutto, anche per sorridere delle miserie e delle vittorie effimere. 

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